2007-06-10 14:38:37

Un libro per sfatare la leggenda nera su Pio XII


E’ stato presentato in questi giorni a Roma il libro del giornalista Andrea Tornielli “Pio XII. Eugenio Pacelli. Un uomo sul trono di Pietro”, appena pubblicato dalla Mondadori. All’evento ha partecipato anche il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone che ha parlato di una leggenda nera da sfatare a proposito dei presunti silenzi di Pio XII di fronte all’Olocausto. Ma ascoltiamo lo stesso Andrea Tornielli al microfono di padre Vito Magno: RealAudioMP3

 
R. – Lo scopo era quello di raccontare la biografia di Pio XII, badando soprattutto alla sua umanità e alla sua spiritualità. Per cui, parlo – certo – del Papa diplomatico e pastore, ma soprattutto dell’uomo che si è trovato a reggere la Chiesa in tempi difficilissimi.

 
D. – Pensa che abbia più bisogno di essere difeso o conosciuto?

 
R. – Sicuramente conosciuto, perché è vittima di una leggenda nera che purtroppo è diventata apparentemente più vera della storia, ma dai documenti, dalle lettere – io ho avuto accesso anche alle lettere dei familiari del tutto inedite – emerge tutt’altra figura da quella che, purtroppo, è conosciuta attraverso certa pubblicistica.

 
D. – Perché nel titolo ha voluto introdurre la frase: “un uomo sul trono di Pietro”? Non bastava “Pio XII sul trono di Pietro”?

 
R. – L’ho voluto proprio per sottolineare il tentativo di scavare nella sua personalità. Non è facile, con Pio XII, perché è un uomo – appunto – che si è completamente annientato nell’istituzione, ha dimenticato praticamente quasi tutto se stesso per coincidere con l’istituzione che rappresentava. Per questo, non era facile descriverlo. Ma ho cercato invece di far emergere l’uomo in tutti i suoi aspetti.

 
D. – Scavare nella sua personalità, sulla base di quali documenti?

 
R. – Innanzitutto, le lettere al fratello, i carteggi di famiglia, che sono stati recentemente scoperti e che non sono ancora ordinati, e che ci aiutano ad avere un quadro molto innovativo, anche, rispetto alla sua personalità. Apprendiamo, per esempio, della sua preoccupazione, della sua apprensione per il nascente nazismo, che vide in qualche modo nascere a Monaco di Baviera nel periodo della nunziatura, e da tanti altri particolari sulla sua umanità.

 
D. – Andrea Tornielli, nel suo libro non entra nel merito del polverone alzato contro di lui da chi lo chiama – per esempio – “il Papa dei silenzi” ...

 
R. – Non entro perché volevo fare una biografia vera e propria, al di fuori delle polemiche. Io credo che ci sia una leggenda nera su Pio XII non perché non sia giusto oggi chiederci, studiare, discutere anche dell’atteggiamento che lui ha tenuto o non ha tenuto in quegli anni, ma perché proprio si vede che c’è purtroppo – devo dire – anche in molti storici affermati un pregiudizio anti-pacelliano che viene fatto sempre valere. A questo Papa si addossano tutte le responsabilità possibili e immaginabili. Il vero problema è chiederci perché lui ha agito in quel modo e la risposta è lui stesso che ce la dà in alcuni discorsi, cioè veramente lui ha ritenuto di agire così per salvare il numero maggiore di vite umane.

 
D. – Gli ebrei lo ringraziarono per quello che aveva fatto?

 
R. – Certamente. E’ impressionante leggere le concordi testimonianze di tutte le alte personalità del mondo ebraico politico, religioso e culturale che nell’immediato dopoguerra, ma anche al momento della sua morte, ricordarono tutto ciò che lui aveva fatto per salvare vite umane. Si va da Golda Meir al rabbino capo di Gerusalemme, Herzog. Per cui, un consenso unanime per ciò che lui aveva fatto.

 
D. – Quanti ebrei furono salvati da Pio XII?

 
R. – A Roma, furono più di 4.000 quelli accolti negli istituti e nei conventi, ai quali lui aveva dato ordine di togliere la clausura. Ma uno studioso ebreo, già console onorario di Israele a Milano, ha calcolato che grazie all’aiuto del Papa e della Chiesa cattolica, siano stati salvati dai 750 a 850 mila ebrei. Lo scrive tra l’altro in un libro pubblicato negli anni Sessanta.

 
D. – Furono solo questi i meriti di Pio XII?

 
R. – No. Ridurre la figura di Pio XII soltanto a questo aspetto, alla grande opera di carità che mise in atto nei confronti dei perseguitati, significa proprio ridurre la sua grandezza. Abbiamo un magistero che di fatto prepara tutti gli sviluppi successivi e prepara, di fatto, il Concilio Vaticano II .







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