2007-06-10 10:40:20

Rapito un missionario italiano del PIME nelle Filippine


E’ stato rapito nelle Filippine, nell’Isola di Mindanao, il missionario italiano del PIME padre Giancarlo Bossi. Secondo il colonnello Godofredo Paderanga, di stanza nell’arcipelago meridionale, a rapire il sacerdote sarebbero stati i guerriglieri musulmani del Fronte Islamico di Liberazione Moro, che dal 1978 conduce una sanguinosa guerra civile per ottenere l’indipendenza di Mindanao da Manila. Ma un portavoce della guerriglia ha negato il proprio coinvolgimento offrendo anzi collaborazione alla polizia. Secondo una radio locale – riferisce AsiaNews - il sacerdote è stato rapito da dieci persone, che lo hanno preso subito dopo la fine della messa a Payao, cittadina della zona di cui padre Bossi è parroco. Il missionario è il terzo sacerdote italiano ad essere rapito nella zona negli ultimi dieci anni. L’8 settembre del 1998, padre Luciano Benedetti del PIME viene sequestrato nei pressi di Sebuco, a Zamboanga del Norte, sull'isola di Mindanao. Dopo 68 giorni di prigionia viene rilasciato il 16 novembre.  Nell’ottobre del 2001, alcuni membri del gruppo Pentagon rapiscono padre Giuseppe Pierantoni, missionario del Sacro Cuore di Gesù, mentre celebrava messa a Dimantaling, Zamboanga del Sur. Il sacerdote viene rilasciato sei mesi dopo: interrogato dalla polizia, dichiara di essere stato consegnato da un gruppo ad un altro per tutto il periodo del suo rapimento, mentre esercito e polizia lo cercavano. Nella zona – ricorda AsiaNews - è da tempo in corso un conflitto feroce fra la guerriglia indipendentista e l’esercito nazionale, di cui più di una volta hanno pagato il prezzo civili e religiosi. Per cercare di fermare la lotta, un oblato di Maria Immacolata ha chiesto proprio ieri a cristiani e musulmani di Mindanao di pregare insieme per la fine delle ostilità. Dal 2003, è in vigore un processo di pace che ha portato ad una riduzione degli scontri.








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