I vescovi spagnoli definiscono la rottura della tregua dell'ETA una nuova aggressione
alla libera convivenza
Dopo la dichiarazione di condanna da parte dei vescovi dei Paesi Baschi contro la
violenza dell’ETA, pubblicata immediatamente dopo l’annuncio della rottura della tregua,
anche la Conferenza episcopale spagnola ha reagito subito denunciando questa “nuova
aggressione alla convivenza nella giustizia e nella libertà”. Nel comunicato dei vescovi
si legge poi che “il terrorismo è intrinsecamente perverso” e che “non esiste alcuna
rivendicazione politica che possa legittimare nessuno per minacciare e assassinare.
Anzi, coloro che agiscono in questo modo diventano criminali ai quali va applicata
la Legge con tutto il suo rigore”. Oltre alle dichiarazioni dei massimi esponenti
della vita politica, anche alcuni movimenti della società civile si sono mobilitati
per protestare contro la ripresa dell’uso delle armi da parte dell’ETA. Ieri l’associazione
umanitaria “Gesto por la Paz”, ha organizzato due manifestazioni, una a Bilbao e l’altra
a Pamplona, alle quali hanno partecipato alcune migliaia di persone di tutti gli schieramenti
politici, stavolta con l’obiettivo unanime di dire no alla violenza. Lo slogan di
queste manifestazioni è stato: “E’ il nostro diritto. Pace e libertà. ETA no”. E nel
comunicato letto al termine delle manifestazioni questo il messaggio indirizzato all'organizzazione
separatista basca: “Chiediamo all’ETA la sua scomparsa. E lanciamo il nostro appello
anche a quanti continuano a giustificare la sua esistenza, poiché hanno la responsabilità
di essere il supporto di cui si nutre il terrore. Nelle loro mani c’è la possibilità
di impedire che l’ETA continui ad assassinare”. (A cura di Ignazio Arregui)