2007-06-10 15:19:02

I vescovi spagnoli definiscono la rottura della tregua dell'ETA una nuova aggressione alla libera convivenza


Dopo la dichiarazione di condanna da parte dei vescovi dei Paesi Baschi contro la violenza dell’ETA, pubblicata immediatamente dopo l’annuncio della rottura della tregua, anche la Conferenza episcopale spagnola ha reagito subito denunciando questa “nuova aggressione alla convivenza nella giustizia e nella libertà”. Nel comunicato dei vescovi si legge poi che “il terrorismo è intrinsecamente perverso” e che “non esiste alcuna rivendicazione politica che possa legittimare nessuno per minacciare e assassinare. Anzi, coloro che agiscono in questo modo diventano criminali ai quali va applicata la Legge con tutto il suo rigore”. Oltre alle dichiarazioni dei massimi esponenti della vita politica, anche alcuni movimenti della società civile si sono mobilitati per protestare contro la ripresa dell’uso delle armi da parte dell’ETA. Ieri l’associazione umanitaria “Gesto por la Paz”, ha organizzato due manifestazioni, una a Bilbao e l’altra a Pamplona, alle quali hanno partecipato alcune migliaia di persone di tutti gli schieramenti politici, stavolta con l’obiettivo unanime di dire no alla violenza. Lo slogan di queste manifestazioni è stato: “E’ il nostro diritto. Pace e libertà. ETA no”. E nel comunicato letto al termine delle manifestazioni questo il messaggio indirizzato all'organizzazione separatista basca: “Chiediamo all’ETA la sua scomparsa. E lanciamo il nostro appello anche a quanti continuano a giustificare la sua esistenza, poiché hanno la responsabilità di essere il supporto di cui si nutre il terrore. Nelle loro mani c’è la possibilità di impedire che l’ETA continui ad assassinare”. (A cura di Ignazio Arregui)








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