Il Papa ringrazia i vescovi del Nordafrica per la coraggiosa testimonianza del Vangelo
e il dialogo con i musulmani
E’ necessario un dialogo proficuo con il mondo islamico per la promozione della giustizia
e della pace: è questo in sintesi quanto ha ribadito stamani il Papa incontrando i
vescovi della Conferenza Episcopale Regionale del Nord dell’Africa in visita ad Limina.
L’organismo comprende le Chiese dei quattro Paesi del Maghreb: Algeria, Tunisia, Libia
e Marocco. Il servizio di Sergio Centofanti:
Il
Papa saluta con affetto le comunità ecclesiali del Nordafrica, sottolineando la coraggiosa
testimonianza offerta dalla piccolissima minoranza cristiana, tra prove e difficoltà,
in questa regione quasi interamente musulmana. Una situazione che richiede “spesso
un grande senso ecclesiale e profonde convinzioni spirituali” nello sforzo di “edificare
una società sempre più fraterna e più giusta”.
"Pour
cela, comme l’a vécu intensément le Père Charles de Foucauld..."
Il
Papa invita a seguire l’esempio del Beato Charles de Foucauld, autentico testimone
“della fraternità universale che il Cristo ha insegnato ai suoi discepoli”. Charles
de Foucauld giunse in queste terre per annunciare l’amore di Cristo attraverso l’Eucaristia,
“incontro personale col Signore”. Ed è proprio ponendo l’Eucaristia al centro della
vita, sia nella Messa che nell’adorazione, che si possono “rompere le barriere … che
ci separano gli uni dagli altri”. Sono quei ponti costruiti lungo i secoli tra le
rive del Mediterraneo dalle comunità cristiane di questa regione: e Santi come Cipriano
e Agostino sono in questo senso “riferimenti, spirituali, intellettuali e culturali
incontestati”. Comunità molto diverse tra loro che ci mostrano l’universalità della
Chiesa e il fatto che “il messaggio evangelico si rivolge a tutte le nazioni”. "Le
dialogue interreligieux tient une place importante..."
Benedetto
XVI ribadisce ancora una volta la necessità del dialogo interreligioso, riprendendo
quanto aveva detto agli ambasciatori dei Paesi musulmani nel settembre dell’anno scorso:
“abbiamo assolutamente bisogno d’un dialogo autentico tra le religioni e tra le culture,
un dialogo in grado di aiutarci a superare insieme tutte le tensioni in uno spirito
di proficua intesa”. In effetti molte sono le iniziative per il dialogo nel Nordafrica
e i cattolici “sono decisamente impegnati nello sviluppo e nell’approfondimento dei
rapporti di stima e di rispetto tra cristiani e musulmani, allo scopo di promuovere
la riconciliazione, la giustizia e la pace”. Un’amicizia che si consolida nella quotidiana
collaborazione offerta dalla comunità cristiana nel campo “dell’assistenza sanitaria,
dell’educazione, della cultura o nel servizio ai più umili”.
"Parmi
les grandes questions auxquelles votre région est confrontée, l’émigration de personnes
venant d’Afrique subsaharienne..." Il Papa esprime quindi
la propria inquietudine per la situazione di tanti emigrati dell’Africa subsahariana:
una situazione “particolarmente preoccupante e talvolta drammatica” che “non può non
interpellare le coscienze” e che vede “l’aiuto generoso” delle Chiese locali. Il Papa
“auspica vivamente che i Paesi interessati da queste migrazioni cerchino i mezzi efficaci
per permettere a tutti di avere la speranza di costruire un avvenire per se stessi
e per i propri familiari, e che la dignità di ogni persona sia sempre rispettata”.
Il Pontefice sottolinea quindi l’importanza della vita consacrata
in questa terra quasi interamente musulmana: la testimonianza di “una vita completamente
donata, nel distacco da sé e nella libertà interiore”, nel servizio disinteressato
a tutta la popolazione “senza distinzione di origine o di fede”, segno “di un’appartenenza
radicale a Dio, che suscita l’ardente desiderio di andare verso il prossimo e in maniera
privilegiata verso i più abbandonati”.
Benedetto
XVI saluta in modo particolare i monaci e le monache di vita contemplativa, la cui
presenza è “una grazia” per la Chiesa nordafricana. Ricorda con commozione i sette
Trappisti di Tibhirine, uccisi dai fondamentalisti islamici nel maggio del 1996: è
un “esempio sconvolgente” di monaci che hanno vissuto con discrezione la loro fedeltà
“alla popolazione che li accoglie”, “segno eloquente dell’amore di Dio, che vuole
manifestarsi a tutti... ...est un signe éloquent de
l’amour de Dieu, qu’ils veulent manifester à tous".