Benedetto XVI, in visita alla sede della Congregazione per le Chiese Orientali,
invoca piena libertà religiosa per i cristiani in tutto il mondo
"Ovunque, dall’Oriente all’Occidente, le Chiese possano professare la fede cristiana
in piena libertà”: è l'accorato appello lanciato da Benedetto XVI, che nella tarda
mattinata si è recato in visita presso la sede della Congregazione per le Chiese Orientali
in via della Conciliazione. Il discorso ai membri del dicastero pontificio, nel servizio
di Roberta Moretti:
“Testimoni
viventi delle origini”: con queste parole, Benedetto XVI ha definito il ruolo centrale
delle Chiese Orientali Cattoliche, precisando che “senza un costante rapporto con
la tradizione delle origini”, “non c’è futuro per la Chiesa di Cristo”. “Sono in particolare
le Chiese Orientali – ha spiegato il Papa – a custodire l’eco del primo annuncio evangelico;
le più antiche memorie dei segni compiuti dal Signore; i primi riflessi della luce
pasquale e il riverbero del fuoco mai spento della Pentecoste. Il loro patrimonio
spirituale, radicato nell’insegnamento degli Apostoli e dei Padri – ha aggiunto –
ha generato venerabili tradizioni liturgiche, teologiche e disciplinari, mostrando
la capacità del ‘pensiero di Cristo’ di fecondare le culture e la storia”. Esprimendo
quindi “vicinanza” e “profonda considerazione” per le Chiese Orientali Cattoliche,
Benedetto XVI ha raccontato di aver intrapreso, sulla scia dei suoi predecessori,
un pellegrinaggio ideale “verso il cuore dell’Oriente”. Per questo motivo – ha spiegato
– ha assunto il nome di un Papa, Benedetto XV, “che tanto amò l’Oriente” e che 90
anni fa istituì la “Sacra Congregazione per le Chiese Orientali”. Poi, il riferimento
al viaggio apostolico in Turchia, “indimenticabile per il commovente abbraccio con
la comunità cattolica e per il suo significato ecumenico e interreligioso”. Manifestando
poi “stima” e “affetto” per le Chiese dell’Ortodossia, con le quali – ha detto – “abbiamo
in comune quasi tutto”, il Papa ha ribadito “l’irreversibilità della scelta ecumenica
e l’inderogabilità dell’incontro a livello interreligioso”. Quindi, la “fervida preghiera”
e l’“accorato appello” affinché “ovunque, dall’Oriente all’Occidente,
le Chiese possano professare la fede cristiana in piena libertà”. “Ai figli e alle
figlie della Chiesa – ha esortato Benedetto XVI– sia concesso ovunque
di vivere nella tranquillità personale e sociale: siano garantiti dignità, rispetto
e futuro ai singoli e ai gruppi, senza pregiudizio alcuno per i loro diritti di credenti
e di cittadini”. Infine, l’invocazione per la pace in Terra Santa, in Iraq e in Libano,
“tutti territori posti sotto la giurisdizione della Congregazione per le Chiese Orientali,
come anche per le altre regioni coinvolte nel vortice di una violenza apparentemente
inarrestabile”. “Possano le Chiese e i discepoli del Signore – ha auspicato Benedetto
XVI – rimanere là dove li ha posti per nascita la divina Provvidenza; là dove meritano
di rimanere per una presenza che risale agli inizi del Cristianesimo”.