Zimbabwe: sanità al collasso per lo sciopero di medici e infermieri. Interviene la
Croce Rossa
“Una situazione di guerra”. Così il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha definito
lo stato del sistema sanitario dello Zimbabwe dove medici e infermieri sono in sciopero
per protestare per i bassi salari e per ottenere migliori condizioni di lavoro. Come
riporta l’agenzia Fides, l’agitazione, che prosegue da mesi, ha costretto il governo
a mobilitare il Corpo di sanità dell’Esercito per garantire un minino di funzionamento
agli ospedali civili. Secondo il delegato per l’Africa Australe della Croce Rossa
internazionale, Sebastian Brack, la crisi è cosi grave che l’organismo da lui rappresentato,
che di norma interviene soprattutto per assistere le vittime dei conflitti armati
e dei disastri naturali, ha deciso di intervenire in Zimbabwe. “Abbiamo iniziato ad
allestire istituzioni sanitarie e ad organizzare la formazione del personale medico
e paramedico nelle aree più remote del Paese che sono le maggiormente colpite dalla
fuga dei cervelli”. Diversi medici e altro personale specializzato hanno infatti lasciato
il Paese per cercare fortuna all’estero, in particolare in Botswana, Sudafrica e Regno
Unito. Anche l’Associazione dei Medici dello Zimbabwe per i Diritti Umani ha affermato
che il sistema sanitario è collassato. Secondo un dirigente dell’Associazione, gli
ospedali rifiutano i pazienti e li rimandano a casa. Il motivo principale della protesta
sono i bassi salari. Un infermiere guadagna 400 mila dollari zimbabwiani mentre lo
stipendio minimo al di sopra dello stato di povertà è di 2 milioni di dollari zimbabwiani.
Il ministro della Salute, David Parirenyatwa, ha fatto appello al settore privato
perché intervenga in soccorso della sanità pubblica ricordando che tra le priorità
da affrontare è la mancanza di medicinali e la sostituzione delle attrezzature mediche
obsolete. Lo Zimbabwe, che era il granaio dell’Africa Australe, si trova nel settimo
anno di recessione economica, con l’80% della popolazione che vive al di sotto della
soglia di povertà, con un tasso di inflazione del 3.713,9%. Il Paese, inoltre, è sempre
più isolato sul piano internazionale: nel 2003 è uscito dal Commonwealth ed è sottoposto
a sanzioni economiche decise dalla Nazioni Unite e dall’Unione Europea. (E.B.)