La solennità del Corpus Domini in un'intervista col cardinale Francis Arinze.
In occasione della solennità del Corpus Domini Papa Benedetto XVI presiederà la Santa
Messa alle ore 19 sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano. Guiderà,
quindi, la processione fino a Santa Maria Maggiore e impartirà, infine, la benedizione
eucaristica. Per l’occasione Giovanni Peduto ha intervistato il cardinale Francis
Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti:
D.
– Qual è il significato della processione del Corpus Domini?
R. – Si tratta
di una manifestazione della nostra fede in Gesù Cristo, presente nella Santissima
Eucaristia. Dopo la consacrazione nella Santa Messa il pane non è più pane, ma è il
Corpo di Cristo; il vino non è più vino, ma è il Sangue di Cristo. E Cristo viene
offerto a Dio Padre e Cristo si offre anche a noi, che lo riceviamo per essere in
unione con lui, è la Santa Comunione. E attraverso questo, Gesù Cristo effettua molte
belle cose in noi. La Chiesa celebra l’Eucaristia ogni giorno, fatta eccezione per
il Venerdì Santo e il Sabato Santo, ma per onorare specialmente questo Sacramento
e quindi manifestare la nostra fede, già dal tempo di Urbano VIII, nel 1264, è stata
istituita la festa del Corpo e del Sangue di Cristo. La processione è una delle più
grandi manifestazioni della nostra fede e rappresenta l’adorazione che noi offriamo
a Gesù nell’Eucaristia. Il nostro amore per lui manifestato, il nostro essere comunità
perché siamo insieme: la religione non è una cosa privata, è la nostra gioia davanti
al Signore. Ma c’è di più, il Concilio di Trento ha definito il dogma della transustanziazione
che dice che, nella Santissima Eucaristia, Gesù è presente realmente, sostanzialmente,
veramente. Questa è la nostra fede: il mistero della fede.
D. - Cosa si verifica
nel cristiano quando colloca l’Eucaristia al centro della propria vita?
R.
– Quel cristiano cresce, perché l’Eucaristia, il sacrificio Eucaristico, rappresentano
l’apice del culto che la Chiesa offre a Dio. Non abbiamo niente di più grande della
Messa. Il cristiano che partecipa ben preparato, sia interiormente che esteriormente
- perché può ricevere Gesù quando è preparato - se si prepara bene, Gesù opera in
lui meraviglie: c’è un aumento della grazia, una maggiore vicinanza a Cristo nel sentimento
e nell’azione, una maggior forza per resistere alle tentazioni e rappresenta il pegno
della vita eterna, il “biglietto” per andare in cielo. Gesù ha detto: “Chi riceve
il mio Corpo e beve il mio Sangue avrà la vita eterna ed io lo risusciterò nell’ultimo
giorno”.
D. - Il Papa quest’anno ha pubblicato l’Esortazione Apostolica Sacramentum
Caritatis sull’Eucaristia: qual è il messaggio fondamentale che Benedetto XVI ha voluto
dare alla Chiesa?
R. – La fede eucaristica è mistero in cui credere, è mistero
da celebrare ed è mistero da vivere, che ci manda in missione. L’Eucaristia è un sommario
dinamico della vita cristiana. Più precisamente parlano della solennità del Corpo
e del Sangue di Cristo i paragrafi dal 66 al 69, che riguardano specificatamente l’adorazione
e la devozione Eucaristica. Il Papa dice molto chiaramente che c’è relazione tra la
Santa Messa e l’adorazione dell’Eucaristia al di fuori della Santa Messa, perché è
la Messa che dà origine al Sacramento che rimane: l’Eucaristia è un Sacramento che
rimane, anche dopo la stessa celebrazione eucaristica. Nel paragrafo 68, il Santo
Padre incoraggia la visita da soli al Santissimo, l’adorazione in gruppo e la processione
eucaristica, soprattutto proprio nella ricorrenza della Festa del Corpo e del Sangue
di Cristo. Benedetto XVI chiede, tra l’altro, nel paragrafo 67, che vengano destinate
alcune chiese, alcune cappelle, alcuni oratori per l’adorazione perpetua.
NB:
L’intervista è disponibile sul netia anche in francese, inglese e tedesco.