Piena sintonia dei vescovi italiani con il Papa su priorità ecclesiali e bene del
Paese
“La piena sintonia dei vescovi italiani con Benedetto XVI circa le priorità ecclesiali
e il bene del Paese”: così i vescovi italiani nel comunicato finale della 57ma Assemblea
generale che si è tenuta in Vaticano dal 21 al 25 maggio. Sottolineato il carattere
fondamentale della testimonianza cristiana centro dell’azione pastorale della Chiesa,
parte integrante del disegno salvifico di Dio, e l’unicità della famiglia fondata
sul matrimonio: quindi la riflessione sul cammino, talvolta ambiguo, dell’Unione Europea.
Il servizio di Massimiliano Menichetti:
La
missionarietà della Chiesa quale parte integrante del disegno salvifico di Cristo.
Partendo da questa consapevolezza, punto nodale dei lavori assembleari, i vescovi
italiani hanno ribadito che solo nel Signore Gesù è data all’uomo la salvezza, il
rispetto della persona umana. Da qui la promozione di un reale dialogo animato da
profonda carità, dalla testimonianza, dall’accoglienza, aspetti questi vissuti come
conseguenza di un’adesione libera e serena al Vangelo e capaci di rispecchiare il
volto di una Chiesa madre di misericordia. I presuli in sintonia con il Papa hanno
fatto proprio l’”appello alle coscienze” per la difesa dei ''contenuti pregnanti senza
i quali cessa il presidio ultimo di ogni persona” e a ''farsi quotidianamente carico
delle molte povertà, antiche e nuove, visibili o nascoste, riconoscendo in ciascuna
persona sofferente il proprio prossimo”. Riprendendo le sfide scaturite dal quarto
Convegno di Verona, dell’ottobre scorso, i vescovi hanno evidenziato come la vocazione
alla santità sia la misura alta e irrinunciabile dell’essere cristiano, risposta e
forma del si a Dio e tracciando un ponte con la 45a Settimana
sociale dei cattolici italiani, che si aprirà il prossimo ottobre a Pistoia, hanno
espresso favore per un’iniziativa che vuole sostenere una retta comprensione del concetto
di bene comune, alla luce della dottrina sociale della Chiesa, così da superare lo
stallo nel risolvere le povertà e le disuguaglianze sociali presenti nel Paese. Guardando
all’Unione Europea, che nei mesi scorsi ha celebrato il 50esimo anniversario dei Trattati
di Roma, auspicata una testimonianza coraggiosa dei cristiani impegnati nelle istituzioni
europee a fronte di un’ambiguità di cammino che accanto ai valori positivi pone orientamenti
e prospettive non sempre condivisibili e compatibili con i valori antropologici presenti
nella dottrina sociale della Chiesa, nella concezione integrale dei diritti umani
e nello stesso diritto naturale. Centrale in questo quadro la famiglia definita pilastro
del modello sociale che non può essere surrogata da altre strutture. Infine la destinazione
dei fondi derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF che hanno registrato un incremento,
attestandosi quasi al 90% dei firmatari, confermando la fiducia di cui è oggetto la
Chiesa cattolica in Italia e l’apprezzamento per la sua capillare presenza pastorale
e sociale.