2007-06-04 15:47:00

Dalla plenaria della Caritas Internationalis, in Vaticano, l’appello della Premio Nobel, Wangari Maathai, ai Paesi del G8 per un rinnovato sostegno ai Paesi poveri e alla tutela dell’ambiente


“Make Aid Work”, “Fate funzionare gli aiuti”: sarà questo lo slogan dello striscione che domani verrà innalzato davanti alla Basilica di San Pietro dai partecipanti ai lavori della 18.ma Assemblea generale della Caritas Internationalis, iniziata ieri in Vaticano col titolo di “Testimoni di carità, costruttori di pace”. Lo striscione sintetizza l’appello ai Paesi del prossimo G8 in programma in Germania: un appuntamento al centro del dibattito nell’Aula Nuova del Sinodo, che ospita i lavori della Caritas Internationalis, ma anche al centro dell’intervento di un’ospite di prestigio: la Premio Nobel per la Pace 2004, Wangari Maathai, che nella conferenza stampa di presentazione della plenaria ha invitato i Paesi industrializzati a una riduzione dei gas a effetto-serra. Il servizio di Alessandro De Carolis: RealAudioMP3
 
A 48 ore dall’inizio del G8 di Heiligendamm, in Germania, il mondo cattolico della solidarietà lancia appelli e chiede il rispetto degli impegni in favore dei Paesi poveri - che scontano il mancato rispetto delle promesse del precedente G8 di Gleneagles, in Scozia, nel 2005 - e insiste per una più ampia e decisa azione di tutela ed equa ripartizione delle risorse della terra. Così, l’Aula Nuova del Sinodo, in Vaticano, ha amplificato la voce delle nazioni più in difficoltà attraverso la voce dei volontari e degli attivisti di Caritas Internationalis e delle 162 Confederate locali che in oltre 200 Paesi svolgono da anni opera di assistenza, favoriscono la promozione umana, fondano e sviluppano servizi sociali altrimenti inesistenti. Ma la riflessione sulle sfide della riconciliazione e degli aiuti umanitari di Caritas Internationalis, introdotta nei lavori della plenaria dal presidente Viénot, ha avuto in conferenza stampa l’appoggio di una personalità d'eccezione: la 67.enne kenyota, Wangari Maathai, Premio Nobel per la pace nel 2004, leader di un movimento di decine di migliaia di donne africane che in 15 anni ha salvato migliaia di acri di crosta terrestre piantando più di 10 milioni di alberi. “Tutte le parrocchie del mondo” piantino alberi, ha proposto la Maathai, per la quale urge la tutela delle foreste soprattutto in Asia, America Latina e Africa. E ai governi del G8, la Premio Nobel ha chiesto di essere “responsabili nella tutela delle risorse terrestri e nella loro distribuzione”, lanciando un preciso appello:

 
“It is also possible to engage…
E’ inoltre possibile impegnare i Paesi del G8 in accordi su politiche mirate alla riduzione delle emissioni dei gas serra nei Paesi industralizzati”.
 
Denis Viénot ha stigmatizzato la forte riduzione degli aiuti da parte del G8 verso i Paesi poveri. I 50 milioni di dollari promessi in Scozia sono stati rivisti al ribasso dai singoli governi occidentali e ogni promessa non mantenuta dal G8, ha osservato il segretario generale di Caritas Internationalis, Duncan McLaren”, si traduce “in vite spezzate della gente povera”. Dalla Premio Nobel è arrivata allora in conferenza stampa una scossa a un’affrancamento dalla miseria che abbia il suo epicentro all’interno delle nazioni in difficoltà:
 
“I emphasized that even us…
Io ho sottolineato che anche noi abbiamo lavorato con e per i poveri. Noi dobbiamo rafforzarli e questo rafforzamento deve avvenire attraverso l’insegnamento, la formazione professionale, investendo specialmente nelle donne, nei giovani, affinché possano avere gli strumenti per liberare se stessi dalla povertà”.

 
Tra i presenti ai lavori della prima giornata di plenaria, il cardinale Renato Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, si è soffermato sul magistero sociale degli ultimi Pontefici, affermando che la Dottrina sociale della Chiesa “illumina il cammino di salvezza dell'umanità, anche nei suoi elementi di promozione umana, di lotta per la giustizia e di promozione della pace”. Ed ha citato un passaggio dell’Enciclica di Paolo VI, la Populorum progressio, che festeggia i 40 anni:

 
“La carità cristiana non è un amore cieco ma un amore intelligente. Colui che è animato da una vera carità è ingegnoso nello scoprire le cause della miseria, nel trovare i mezzi per combatterla, nel vincerla risolutamente. Il modo vero di servire i poveri non è partire dalla loro povertà in senso sociologico ma partire da Cristo povero: come una semplice povertà, così anche la semplice prassi non è una luce”.
 
In modo analogo aveva parlato ieri pomeriggio il cardinale vicario, Camillo Ruini, durante l’omelia della Messa inaugurale della plenaria, presieduta nella Basilica di San Pietro. Nel “mondo interdipendente” di oggi, ha detto il porporato, la solidarietà espressa dalla Chiesa e dalle strutture cattoliche è e deve essere un riflesso dell’amore di Dio per l’uomo:

 
“Se manca questo spirito, le nostre strutture inaridiscono, diventano agenzie burocratiche alle quali viene meno l’anima cristiana e la stessa capacità di un servizio autentico che richiede, appunto, non solo degli aiuti materiali ma più e prima la dedizione personale, la nostra donazione: quella dedizione che nasce dalla fede e dalla preghiera, quella dedizione che confida in Dio assai più che nei nostri pur necessari e importanti progetti e nelle nostre risorse”.







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