Quattro nuovi Santi europei per la Chiesa universale, cui guardare come i nostri ‘Fratelli
maggiori’: così Benedetto XVI nella Messa per la canonizzazione, stamane in Piazza
San Pietro. L’invocazione del Papa all’Angelus perché le armi nel mondo cedano alla
pietà
Nell’odierna Festa della Santissima Trinità, il Santo Padre ha proclamato quattro
nuovi Santi. La solenne Messa si è svolta stamane in piazza San Pietro, affollata
di migliaia di fedeli, costretti dalla pioggia sotto gli ombrelli. Presenti alla cerimonia
i capi di Stato delle Filippine, dell’Irlanda, di Malta e della Polonia, oltre a delegazioni
ufficiali del Messico, della Francia e dei Paesi Bassi. Tra gli intervenuti anche
l’arcivescovo Peter Carnley, della Comunione anglicana in Australia. Tutti europei
i beati oggi canonizzati: Giorgio Preca, maltese, Simone da Lipnica, polacco, Maria
Eugenia di Gesù, francese, Carlo di Sant’Andrea, olandese. Il Servizio di Roberta
Gisotti:
“Quattro
nuovi ‘Fratelli maggiori’”: cosi dobbiamo guardare tutti “a questi testimoni esemplari
del Vangelo”, – ha sollecitato Benedetto XVI i fedeli - ammirando “la gloria di Dio,
che si riflette nella vita dei Santi”. “Ogni singolo
Santo partecipa della ricchezza di Cristo ripresa dal Padre e comunicata a tempo opportuno.
E’ sempre la stessa santità di Gesù, è sempre Lui, il 'Santo', che lo Spirito plasma
nelle 'anime sante', formando amici di Gesù e testimoni della sua santità”.
“Un
amico di Geù e testimone della santità che viene da Lui”, ha osservato il Papa fu
Giorgio Preca, “anima profondamente sacerdotale e mistica”, nato nel 1880 a La Valletta
nell’isola di Malta. “Tutto dedito all’evangelizzazione: con gli scritti, con la guida
spirituale e all’amministrazione dei Sacramenti e prima di tutto con l’esempio della
sua vita”. Antesignano dell’apostolato dei laici, fondatore della “Società della Dottrina
Cristiana”, “un’opera benemerita” - ha ricordato il Santo Padre “che mira ad assicurare
alle parrocchie il servizio qualificato di catechisti ben preparati e generosi”. Spentosi
all’età di 82 anni il sacerdote maltese è stato beatificato nel 2001.
“San
Giorgio Preca aiuti la Chiesa ad essere sempre, a Malta e nel mondo, l’eco fedele
della voce del Cristo, Verbo incarnato”.
Si è
soffermato poi il Papa sul “grande figlio della terra polacca”, Simone da Lipnica,
“testimone di Cristo e seguace della spiritualità di San Francesco d’Assisi”, “vissuto
in epoca lontana”, nel XV secolo, “ma proprio oggi – ha sottolineato Benedetto XVI
- è proposto alla Chiesa come modello attuale di un cristiano che, animato dallo spirito
del Vangelo – è pronto a dedicare la vita per i fratelli”.
“Tak
też, przepełniony miłosierną miłością, którą czerpał z Eucharystii, ...". “Colmo
della misericordia che attingeva dall’Eucaristia non esitò a portare l’aiuto ai malati
colpiti dalla peste”, che condusse a morte anche lui, poco più che quarantenne. Alla
protezione di San Simone il Papa ha affidato oggi in modo particolare “coloro che
soffrono a causa della povertà, della malattia, della solitudine e dell’ingiustizia
sociale”.
Fortemente amato, negli anni del suo ministero
sacerdotale nell’Inghilterra e nell’Irlanda dell’800, fu anche il sacerdote passionista
olandese Carlo di Sant’Andrea. Intorno a lui accorsero le persone per cercare “il
suo saggio consiglio, la sua compassionevole attenzione, il suo contatto salutare”.
In the sick and the suffering he recognized the
face of the Crucified Christ,...". “Nella malattia e nella sofferenza
San Carlo di Sant’Andrea” – beatificato nel 1988 – “riconobbe – ha evidenziato il
Papa - il volto del Cristo Crocefisso, di cui fu devoto per tutta la vita”.
Infine
Benedetto XVI ha reso omaggio alla beata francese Maria Eugenia di Gesù, fondatrice
all’indomani della Rivoluzione francese delle Religiose dell’Assunzione,beatificata
nel 1975. Ella comprese “l’importanza di trasmettere alle giovani generazioni, in
particolare alle ragazze, una formazione intellettuale, orale e spirituale, che le
rendesse delle adulte, capaci di prendersi in carico la vita della loro famiglia,
sapendo apportare il loro contributo alla Chiesa e alla società”
“Puisse
l’exemple de sainte Marie-Eugénie inviter les hommes et les femmes ...". "Possa
quindi l’esempio di Santa Maria Eugenia ispirare gli uomini e le donne di oggi a trasmettere
ai giovani i valori che li aiutino a divenire degli adulti forti e dei testimoni gioiosi
della Resurrezione".
Finita la celebrazione i saluti
di Benedetto XVI ai fedeli dei vari Paesi, con un accenno al tempo inclemente:
"Vi
ringrazio per la vostra pazienza, ma l’acqua è un grande bene e perciò siamo anche
grati per l’acqua".
Prima della recita dell’Angelus,
il pensiero del Papa è corso alle tante popolazioni sofferenti per le guerre:
“Saluto
i pellegrini di lingua italiana, in particolare l’Associazione Nazionale della Sanità
Militare, il cui motto recita: “Arma pietati cedant - Le armi cedano alla pietà”:
possa questo realizzarsi nel mondo intero!”.
Infine
ha ricordato i 750 anni dell’abolizione della schiavitù nella città di Bologna, auspicando
"un rinnovato impegno" per superare le "nuove schiavitù che ancora affliggono l’umanità".
Al
termine infine della preghiera mariana Benedetto XVI ha ricevuto nella Cappella della
Pietà i capi delle delegazioni dei Paesi intervenuti alla cerimonia di canonizzazione.