2007-06-02 13:09:54

Nell'udienza alla Pontificia Accademia Ecclesiastica, Benedetto XVI dice ai futuri rappresentanti della Santa Sede: siate sacerdoti e pastori prima che diplomatici


Siate dei pastori imitatori di Cristo prima che dei diplomatici, perché chiunque vi avvicini possa scoprire “il sacerdote che è in voi”. E’ questa la “cifra” ecclesiale che Benedetto XVI chiede agli studenti della Pontificia Accademia Ecclesiastica, ricevuti questa mattina dal Papa per la tradizionale udienza annuale. La Pontificia Accademia forma i sacerdoti destinati al servizio diplomatico della Santa Sede, nelle Nunziature apostoliche o nella Segreteria Stato. Ce ne parla Alessandro De Carolis: RealAudioMP3


Per essere rappresentanti della Sede di Pietro negli scenari più diversi del mondo, in contesti secolarizzati come in terra di conflitto, bisogna avere non una “mera conoscenza intellettuale” di Gesù ma coltivare con lui “un’amicizia intima” perché il sacerdote deve prevalere sul diplomatico. Con grande chiarezza, Benedetto XVI ha tracciato l’“identikit” del futuro nunzio apostolico o dell’incaricato in Segreteria di Stato parlando davanti ai giovani sacerdoti della Pontificia Accademia Eclclesiastica. “Il servizio al quale siete destinati e per il quale vi preparate qui a Roma – ha detto loro - è un servizio di testimoni qualificati presso le Chiese e le autorità dei Paesi ai quali, a Dio piacendo, sarete destinati”:

 
“Voi sapete che la fede cristiana non può mai ridursi a mera conoscenza intellettuale di Cristo e della sua dottrina; deve anche esprimersi nell’imitazione degli esempi che Cristo ci ha dato come Figlio del Padre e come Figlio dell’uomo. In particolare, chi collabora con il Successore di Pietro, Pastore supremo della Chiesa cattolica, è chiamato a fare del suo meglio per essere lui stesso un vero pastore pronto, come Gesù Buon Pastore, a dare la vita per il suo gregge”.

Pastori dunque - “fondamentalmente” e “sempre” ha insistito Benedetto XVI - ma anche “promotori di dialogo e tessitori di fruttuosi rapporti con le autorità e le istanze civili, come vuole la peculiare tradizione cattolica”:

 
“Coltivate questo vostro anelito, così che quanti vi avvicineranno possano scoprire sempre il sacerdote che è in voi. Si renderà così a tutti noto con chiarezza il carattere atipico della diplomazia pontificia. Una diplomazia, come possono constatare le numerose missioni diplomatiche accreditate presso la Sede Apostolica che, lungi dal difendere interessi materiali o visioni parziali dell'uomo, promuove valori che scaturiscono dal Vangelo, come espressione degli alti ideali proclamati da Gesù, unico e universale Salvatore. Questi valori, del resto, in non piccola parte sono patrimonio condiviso anche da altre religioni ed altre culture”.

 
In apertura del suo discorso, Benedetto XVI aveva accettato con gratitudine gli apprezzamenti al suo libro “Gesù di Nazareth” espressi nome dei presenti dal presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, l’arcivescovo Justo Mullor. Uno spunto per ribadire un concetto fondamentale:

 
“Quanto più ricercherete il volto di Cristo, tanto meglio potrete servire la Chiesa e gli uomini - cristiani e non cristiani - che incontrerete sul vostro cammino nelle Rappresentanze Pontificie sparse in ogni parte del mondo”.







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