2007-06-01 16:40:39

Miliziani islamici occupano un Convento di suore caldee a Baghdad


Nel contesto del conflitto iracheno appare sempre più grave la situazione della comunità cristiana. L’agenzia cattolica Asia News ha riportato la denuncia delle suore caldee del Sacro Cuore a Baghdad. Il convento in cui vivevano è stato occupato da miliziani islamici, probabilmente sciiti. Ma non si tratta che dell’ultimo episodio vessatorio dopo la minaccia di imposizione del velo anche alle donne cristiane lanciata dal leader radicale sciita Moqtada al Sadr. I problemi della comunità cristiana sono al centro del Sinodo della Chiesa caldea in corso in Iraq. Stefano Leszczynski ha chiesto a Marta Allevato, giornalista di AsiaNews quale sia la situazione dei cristiani iracheni. RealAudioMP3


R. – Gli stessi vescovi e il patriarca parlano ormai di persecuzione, una persecuzione non solo all’interno dell’Iraq. C’è una pressione da parte dei gruppi islamici, sia sunniti che sciiti, ed anche da parte delle forze internazionali, delle autorità irachene nel senso che si sentono ormai completamente abbandonati e non protetti. La situazione più tragica è certamente quella di Baghdad, ma segue subito quella di Mossul ed è molto preoccupante anche la situazione in Kurdistan, che ad aprile ha subito diversi attacchi in villaggi cristiani.

D. – Una situazione drammatica, quella che denunciano i vescovi, che sta incidendo profondamente sulla presenza della comunità cristiana in Iraq?

R. – Diciamo che su 26 milioni di abitanti in Iraq, nel 2003 i cristiani rappresentavano il 3 per cento. Ora non ci sono statistiche ufficiali, ma la Nunziatura in Iraq parla di una comunità cristiana ridotta a 400 mila unità. Questo significa che più della metà della popolazione cristiana è stata costretta ad emigrare e si parla ora di una comunità ormai in via di estinzione. Questo è lo stesso termine utilizzato dai vescovi.

D. – Come mai le autorità irachene e i membri della coalizione che controllano di fatto l’Iraq non proteggono la comunità cristiana, non riescono ad interessarsi alla questione?

R. – Purtroppo nel mare di problemi che sommergono il Paese, certamente la comunità cristiana rappresenta forse l’ultimo in ordine di importanza per il governo.

D. – Come mai adesso i cristiani si trovano in una situazione così difficile?

R. – Inizialmente c’è stato il parallelismo tra forze di occupazione e cristiani, che quindi appaiono complici dell’occupazione, cosiddetta. Purtroppo in questo momento i cristiani sono anche le famiglie più ricche ed inizialmente si è partiti con i rapimenti per riscuotere i riscatti. Ormai la comunità cristiana è stata depredata di ogni bene.







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