2007-06-01 14:23:01

La proclamazione delle virtù eroiche di Armida Barelli: intervista col pronipote


Questa mattina, alla presenza del Santo Padre, è stato promulgato il Decreto che proclama l’eroicità delle virtù di Armida Barelli, una figura di spicco del laicato cattolico femminile italiano: è stata impegnata nell’Azione Cattolica, impegnata anche in politica per il diritto di voto alle donne ... Ma, per saperne di più, abbiamo con noi un testimone d’eccezione: il senatore Paolo Barelli, pronipote della futura beata: il nonno paterno, infatti, del senatore presente qui con noi, era fratello di Armida Barelli:

D. – Senatore, chi era Armida Barelli? In breve, il suo profilo biografico?

R. – Armida Barelli era una donna eccezionale, che veramente ha lasciato il segno nella storia di quegli anni. E’ nata nel 1882, ed è morta nel 1952: quindi, ha attraversato dei momenti difficilissimi della storia del mondo e della storia del nostro Paese. Due guerre mondiali e il passaggio dal Regno alla Repubblica, attraverso tutta l’epoca del fascismo, fino alla democrazia. E’ stata una donna che in quegli anni ha lasciato una forte impronta per le sue attività eccezionali: prima fra tutte, quale fondatrice della sezione femminile dell’Azione Cattolica. Pensare che erano oltre un milione le iscritte all’Azione Cattolica femminile, nel dopoguerra fa capire la rilevanza e la portata di un’attività anche di proselitismo illuminato e una forte capacità di aggregazione in una epoca veramente complicata.

D. – Precisiamo meglio proprio questo ruolo di Armida Barelli nell’Azione Cattolica italiana …

R. – E’ stata la fondatrice della sezione femminile dell’Azione Cattolica; a lei va dato il merito se le donne ottennero diritti importantissimi quale ad esempio il diritto di voto, quale ad esempio l’emancipazione e la valorizzazione del proprio ruolo all’interno della famiglia, nucleo portante della nostra società. Principi validissimi anche nei nostri giorni, in quanto si parla della centralità della famiglia nella società italiana e del ruolo della donna.

D. – E’ stata molto impegnata anche nella decisiva campagna elettorale del 1948: vuole meglio precisare?

R. – Certo: erano momenti complicatissimi, dove nel dopoguerra si fronteggiava la sinistra con il blocco sovietico con quella che era la parte moderata degli schieramenti politici di allora legata al blocco atlantico, che era la Democrazia Cristiana. Fu una donna molto impegnata a far sì che la democrazia, in Italia, fosse garantita in quei momenti delicatissimi del dopoguerra, quando i due blocchi nel mondo si fronteggiavano; periodo storico che poi è durato per diverse decine d’anni.

D. – Quindi, abbiamo visto Armida Barelli impegnata nell’Azione Cattolica italiana, impegnata nella campagna elettorale del 1948, nonché impegnata in prima linea per ottenere il diritto di voto alle donne. Lei, come tratteggerebbe il genio femminile di questa donna?

R. – Io ritengo che sia stata una donna il cui valore, i cui principi sono attuali, e credo che dall’attualità di una missione si misuri veramente lo spessore della personalità di un grande uomo o di una grande donna. L’attività che ha svolto in favore delle classi povere, in favore delle donne del Sud, dell’emancipazione delle donne del Sud e, quindi, del Sud intero che usciva dal dopoguerra in maniera veramente disastrosa, facciano di questa donna un personaggio eccezionale. E noi, eredi dal punto di vista genetico di questa santa donna, non faremo mai abbastanza per potere meritare le sue grazie.

D. – Una domanda personale: cosa prova lei, come pronipote di Armida Barelli, a sapere che questa sua parente è avviata all’onore degli altari?

R. – Io ho sempre sentito parlare molto di lei da mio padre e da mia nonna. Non l’ho conosciuta perché sono nato nel 1954. Ma all’interno della nostra famiglia, siamo sempre rimasti entusiasti di questa donna che porta il nostro cognome, che porta il mio cognome e che è riconosciuta veramente ovunque, non soltanto in Italia, ma anche all’estero, come una donna che ha ceduto la sua vita agli altri, pur potendosi permettere una vita agiata, perché donna benestante, e che invece si è spossessata di tutto, cercando di venire incontro a chi aveva bisogno. Un’altra cosa molto importante, e veramente ci tengo a sottolinearla, è che con un altro grande personaggio, padre Agostino Gemelli ha fondato l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: quindi, una donna impegnata anche nell’emancipazione culturale dei giovani. Ha lasciato un segno profondo anche per quanto riguarda la valorizzazione delle professionalità e della partecipazione ad una vita moderna che aveva sempre di più bisogno di competenza.








All the contents on this site are copyrighted ©.