La proclamazione delle virtù eroiche di Armida Barelli: intervista col pronipote
Questa mattina, alla presenza del Santo Padre, è stato promulgato il Decreto che proclama
l’eroicità delle virtù di Armida Barelli, una figura di spicco del laicato cattolico
femminile italiano: è stata impegnata nell’Azione Cattolica, impegnata anche in politica
per il diritto di voto alle donne ... Ma, per saperne di più, abbiamo con noi un testimone
d’eccezione: il senatore Paolo Barelli, pronipote della futura beata: il nonno paterno,
infatti, del senatore presente qui con noi, era fratello di Armida Barelli:
D.
– Senatore, chi era Armida Barelli? In breve, il suo profilo biografico?
R.
– Armida Barelli era una donna eccezionale, che veramente ha lasciato il segno nella
storia di quegli anni. E’ nata nel 1882, ed è morta nel 1952: quindi, ha attraversato
dei momenti difficilissimi della storia del mondo e della storia del nostro Paese.
Due guerre mondiali e il passaggio dal Regno alla Repubblica, attraverso tutta l’epoca
del fascismo, fino alla democrazia. E’ stata una donna che in quegli anni ha lasciato
una forte impronta per le sue attività eccezionali: prima fra tutte, quale fondatrice
della sezione femminile dell’Azione Cattolica. Pensare che erano oltre un milione
le iscritte all’Azione Cattolica femminile, nel dopoguerra fa capire la rilevanza
e la portata di un’attività anche di proselitismo illuminato e una forte capacità
di aggregazione in una epoca veramente complicata.
D. – Precisiamo meglio proprio
questo ruolo di Armida Barelli nell’Azione Cattolica italiana …
R. – E’ stata
la fondatrice della sezione femminile dell’Azione Cattolica; a lei va dato il merito
se le donne ottennero diritti importantissimi quale ad esempio il diritto di voto,
quale ad esempio l’emancipazione e la valorizzazione del proprio ruolo all’interno
della famiglia, nucleo portante della nostra società. Principi validissimi anche nei
nostri giorni, in quanto si parla della centralità della famiglia nella società italiana
e del ruolo della donna.
D. – E’ stata molto impegnata anche nella decisiva
campagna elettorale del 1948: vuole meglio precisare?
R. – Certo: erano momenti
complicatissimi, dove nel dopoguerra si fronteggiava la sinistra con il blocco sovietico
con quella che era la parte moderata degli schieramenti politici di allora legata
al blocco atlantico, che era la Democrazia Cristiana. Fu una donna molto impegnata
a far sì che la democrazia, in Italia, fosse garantita in quei momenti delicatissimi
del dopoguerra, quando i due blocchi nel mondo si fronteggiavano; periodo storico
che poi è durato per diverse decine d’anni.
D. – Quindi, abbiamo visto Armida
Barelli impegnata nell’Azione Cattolica italiana, impegnata nella campagna elettorale
del 1948, nonché impegnata in prima linea per ottenere il diritto di voto alle donne.
Lei, come tratteggerebbe il genio femminile di questa donna?
R. – Io ritengo
che sia stata una donna il cui valore, i cui principi sono attuali, e credo che dall’attualità
di una missione si misuri veramente lo spessore della personalità di un grande uomo
o di una grande donna. L’attività che ha svolto in favore delle classi povere, in
favore delle donne del Sud, dell’emancipazione delle donne del Sud e, quindi, del
Sud intero che usciva dal dopoguerra in maniera veramente disastrosa, facciano di
questa donna un personaggio eccezionale. E noi, eredi dal punto di vista genetico
di questa santa donna, non faremo mai abbastanza per potere meritare le sue grazie.
D.
– Una domanda personale: cosa prova lei, come pronipote di Armida Barelli, a sapere
che questa sua parente è avviata all’onore degli altari?
R. – Io ho sempre
sentito parlare molto di lei da mio padre e da mia nonna. Non l’ho conosciuta perché
sono nato nel 1954. Ma all’interno della nostra famiglia, siamo sempre rimasti entusiasti
di questa donna che porta il nostro cognome, che porta il mio cognome e che è riconosciuta
veramente ovunque, non soltanto in Italia, ma anche all’estero, come una donna che
ha ceduto la sua vita agli altri, pur potendosi permettere una vita agiata, perché
donna benestante, e che invece si è spossessata di tutto, cercando di venire incontro
a chi aveva bisogno. Un’altra cosa molto importante, e veramente ci tengo a sottolinearla,
è che con un altro grande personaggio, padre Agostino Gemelli ha fondato l’Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano: quindi, una donna impegnata anche nell’emancipazione
culturale dei giovani. Ha lasciato un segno profondo anche per quanto riguarda la
valorizzazione delle professionalità e della partecipazione ad una vita moderna che
aveva sempre di più bisogno di competenza.