2007-06-01 13:11:18

Il Messaggio ai Popoli conclude la Conferenza di Aparecida: le Chiese dell'America Latina e dei Caraibi in missione permanente


Di fronte alle grande sfide dell’umanità rinnoviamo con gioia la nostra fede nel Cristo risorto che ci libera da ogni schiavitù per farci vivere nella giustizia e nella fratellanza. E’ quanto si legge nel Messaggio ai Popoli dell’America Latina e dei Caraibi che ieri ha concluso la Quinta Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano e caraibico, inaugurata dal Papa il 13 maggio scorso ad Aparecida, in Brasile. Nel documento le Chiese della regione si dichiarano “in missione permanente”. Nel Santuario di Nostra Signora Aparecida si è svolta la grande concelebrazione eucaristica conclusiva, presieduta dall’arcivescovo di Santiago del Cile, il cardinale Francisco Javier Errázuriz, presidente del CELAM, il Consiglio dell’Episcopato latinoamericano. Il servizio di Luis Badilla: RealAudioMP3  

 Nella sua omelia, il cardinale Errázuriz ha messo in evidenza il ruolo di Maria nella grande missione che oggi intraprendono le Chiese dell’America Latina e dei Caraibi, “perché i popoli abbiano in Cristo una vita abbondante e degna di questo nome”, come già sottolineato da Benedetto XVI. “Constatiamo - si legge nel Messaggio ai Popoli - come il cammino del discepolato missionario è fonte di rinnovamento della nostra pastorale nel continente e nuovo punto di partenza per una nuova evangelizzazione delle nostre genti. Con fermezza e decisione – affermano i vescovi – continueremo a esercitare il nostro compito profetico; alzando la nostra voce negli spazi sociali dei nostri popoli e nelle nostre città, in particolare, in favore degli esclusi”. E aggiungono: “Vogliamo incoraggiare la formazione dei politici e dei legislatori, affinché contribuiscano alla costruzione di una società giusta e fraterna secondo i principi della Dottrina sociale della Chiesa”. Secondo i presuli, occorre “essere missionari del Vangelo non solo con la parola, ma anzitutto con la nostra vita, donandola nel servizio, fino al martirio, se necessario. Gesù iniziò la sua missione formando una comunità di discepoli missionari, la Chiesa, che è l’inizio del Regno”. Nel paragrafo “Servitori alla mensa condivisa” i vescovi latinoamericani scrivono: “Le acute differenze tra ricchi e poveri ci invitano a lavorare con un impegno sempre maggiore per essere discepoli capaci di condividere la mensa della vita, la mensa di tutti i figli e figlie del Padre, mensa aperta, accogliente, nella quale non manchi mai nessuno. Perciò – continua il Messaggio – ribadiamo l'opzione preferenziale ed evangelica per i poveri. Ci impegniamo a difendere i più deboli, specialmente i bambini, i malati, i disabili, i giovani in situazioni precarie, gli anziani, i carcerati”. I presuli vogliono quindi “vigilare sul rispetto del diritto che hanno i popoli a difendere e promuovere i valori essenziali in tutti i settori sociali, soprattutto nel caso dei popoli indigeni (Benedetto XVI, Discorso a Guarulhos - No.4), e “contribuire a garantire le condizioni per una vita degna: salute, cibo, educazione, alloggio e lavoro per tutti”. “La fedeltà a Gesù – scrivono ancora i vescovi latinoamericani – ci obbliga a combattere i mali che danneggiano o distruggono la vita, come l’aborto, le guerre, i sequestri, la violenza armata, il terrorismo, lo sfruttamento sessuale e il narcotraffico”. Ed esortano: “Invitiamo tutti i dirigenti delle nostre nazioni a difendere la verità e a sorvegliare l'inviolabile e sacro diritto alla vita e la dignità della persona umana, dal suo concepimento fino alla morte naturale. (...) Vogliamo favorire lo sviluppo umano e sostenibile basato sulla giusta distribuzione delle ricchezze … fra tutti i popoli”. I partecipanti alla Conferenza hanno ricevuto anche il saluto e la gratitudine del prefetto della Congregazione per i Vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, il cardinale Giovanni Battista Re, che ha detto: “Questa V Conferenza è stata vivace, creativa, profondamente impegnata per il bene dell’America Latina. E’ stata una Conferenza consapevole delle difficoltà e delle sfide gigantesche ma, al tempo stesso, i suoi lavori sono stati orientati verso la speranza e l’ardore missionario del futuro”. “Rinnoviamo la nostra gratitudine al Santo Padre – ha poi sottolineato il porporato – per essere venuto fin qua per inaugurare questa Conferenza, per il suo discorso illuminante, che ci è servito da guida dandoci sostegno e incoraggiamento. Vogliamo testimoniare la fede cristiana e i valori che in questa nostra fede s’ispirano – ha aggiunto – non solo negli ambienti ecclesiali, ma nei molteplici spazi della vita quotidiana: nella famiglia, sul posto di lavoro, nella scuola, nello sport, nei rapporti sociali, nell’impegno pubblico e nei mezzi di comunicazione sociale”. “In questo nostro mondo, che percorre i cammini della globalizzazione, nell’attuale momento della storia dell’America Latina e dei Carabi – ha poi concluso il cardinale Re – abbiamo bisogno di discepoli di Cristo, illuminati da una fede solida, animati da un grande amore per il Signore. Discepoli capaci di essere testimoni credibili, che mettono Dio al centro dell’esistenza e della vita della società.







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