Nella Festa della Visitazione il Papa chiude il mese mariano partecipando a una cerimonia
nei Giardini Vaticani
Questa sera, nella Festa della Visitazione della Beata Vergine Maria, a chiusura del
mese mariano, si svolgerà nei Giardini Vaticani la tradizionale processione con la
recita del Rosario dalla chiesa di Santo Stefano degli Abissini alla Grotta di Lourdes.
Il rito sarà guidato dall'arcivescovo Angelo Comastri, vicario generale del Papa per
la Città del Vaticano. Al termine della celebrazione giungerà Benedetto XVI per concludere
la preghiera con un messaggio per i fedeli. La nostra emittente seguirà l'evento in
radiocronaca diretta, a partire dalle 20, con il commento del nostro direttore generale
padre Federico Lombardi, sull’onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza
di 105 MHz. Ma a quali riflessioni ci apre la festa di oggi, che ricorda la visita
della Vergine Maria ad Elisabetta, madre di Giovanni Battista? Tiziana Campisi
lo ha chiesto alla prof. Cettina Militello, docente presso la Pontificia Facoltà
Teologica Marianum:
R.
– Va sottolineato anzitutto l’incontro sororale di queste due donne. Pur se diversamente
protagoniste all’interno della storia della salvezza, ciascuna è portatrice in grembo
di una nuova vita e non una vita qualsiasi, ma una vita che ha un preciso posto nel
contesto del misericordioso farsi prossimo di Dio al suo popolo. Questo incontro diventa
rivelatore della identità del Figlio che Maria porta in grembo e in fondo Elisabetta
è colei che, in forza dello Spirito Santo, benedice Maria come portatrice della salvezza,
come portatrice del suo Signore e la chiama "Madre del mio Signore". La cosa singolare,
che è poi affidata a tanta iconografia, è questo incontro solidale. L’incontro di
due donne, tutte e due protagoniste, tutte e due capaci di profezia, è un’icona di
sororità. Qui la solidarietà non è soltanto secondo la carne, ma è all’interno di
questo farsi prossimo di Dio, che accetta la mediazione femminile.
D.
– Due donne, pienamente inserite nella storia della salvezza. Queste icone cosa ci
dicono oggi?
R. – Secondo me la festa di oggi dovrebbe
rappresentare, a livello cristiano, la vera festa della donna. Maria ed Elisabetta
ci dicono due cose. Primo il fatto che nella storia salvifica vi è una co-presenza
maschile e femminile: Dio non ha mai evitato di agire come Signore misericordioso
e salvifico senza le donne, anzi le donne sono al centro – innumerevoli volte – di
svolte nella storia salvifica. L’altra cosa è che le donne dovrebbero offrire questo
modello solidale: se c’è un aspetto che qualifica l’umanità e la rende veramente tale
è proprio la capacità di assumere l’altro; il portarsi di Maria e il riconoscimento
di Maria dice appunto questa solidarietà, questa complicità femminile. Si tratta veramente
di farsi attenti ed attente all’altro o all’altra.
D.
– Si chiude il mese mariano, un mese che ci aiuta a meditare e a riflettere sulla
figura di Maria…
R. – Che la comunità cristiana abbia
prestato attenzione a Maria è una cosa che, in fondo, la indica come risposta perfetta
della creatura al Creatore. Secondo me, si deve guardare a Maria come creatura bella,
nella quale il mistero cristiano trova veramente la risposta più adeguata. Maria è
discepola e sorella; o la si scopre veramente come compagna di cammino, come modello
di cammino, o ci perdiamo in una serie di pie locuzioni e devozioni che talvolta ci
fanno staccare da quello che è il senso più vero della figura di Maria nel mistero
cristiano.