Giornata mondiale senza tabacco: campagna contro il fumo passivo
Il tabacco è la seconda causa di morte nel mondo. La metà delle persone che oggi fumano
regolarmente potrebbero essere uccise dalle sigarette così come centinaia di migliaia
di soggetti esposti al fumo passivo. E’ quanto denuncia l'OMS, l’Organizzazione Mondiale
della Sanità, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco che si celebra oggi,
tanto che il tema scelto per quest’anno è “Ambienti senza fumo”. Antonella Villani
ha chiesto a Roberto Bertollini, direttore Salute ed Ambiente di OMS Europa,
perché è così importante essere liberi dal fumo:
R.
– Il fumo passivo è un fattore di rischio importante, involontario per coloro che
ne subiscono le conseguenze, sia per i tumori che per le malattie cardio-vascolari
e va eliminato per proteggere il diritto delle persone ad un ambiente senza fumo.
D. – Quanto si è fatto e quanto si deve ancora fare
per raggiungere l’obiettivo “Ambienti senza fumo”?
R.
– Penso che l’opinione pubblica almeno in una parte dei Paesi dell’occidente industrializzato,
ma anche in alcune regioni del sud del mondo, sta lentamente acquisendo la consapevolezza
che il fumo passivo è un elemento di danno per la salute. Le misure che sono state
intraprese nel corso degli ultimi anni - specialmente in alcuni Paesi come l’Irlanda,
l’Italia, la Nuova Zelanda, l’Uruguay, la Norvegia - sono misure che hanno di fatto
iniziato a cambiare un costume sociale cioè il recarsi in un locale pubblico, in un
ristorante, laddove non si fuma più, è diventato un dato acquisito e quindi questo
sta modificando i comportamenti sociali ed anche l’accettabilità sociale del fumo.
Questa linea di tendenza ha aperto un po’ la strada all’applicazione di questa norma
che è una delle norme previste dalla convenzione quadro contro il fumo, approvata
nel 2003 dall’Assemblea mondiale della sanità ed entrata in vigore nel 2005 dopo che
un numero molto alto di Paesi lo aveva ratificato.
D.
– Tra l’altro, al contrario di quanto hanno sostenuto fino ad oggi le industrie del
tabacco, recenti studi scientifici dimostrano che anche il fumo passivo uccide…
R.
– C’è un’evidenza assolutamente inequivocabile nella letteratura scientifica degli
effetti sulla salute direttamente imputabile al fumo passivo. Questo contrasta le
manovre che sono state intraprese dalle industrie del tabacco nel corso degli ultimi
decenni nel tentativo di creare un’evidenza alternativa, di diffondere il dubbio,
screditare i ricercatori che avevano portato avanti questo tipo di problematiche.
D.
– Ma quante sono le persone che fumano nel mondo?
R.
– Sono circa un miliardo, a partire dai 15 anni. Il 35 per cento di questo miliardo
è nei Paesi sviluppati e il 50 per cento nei Paesi in via di sviluppo e poi ci sono
250 milioni di donne.
D. – Il trend è in crescita
o in calo?
R. – In calo nei Paesi sviluppati per
quanto riguarda i maschi e in crescita per quanto riguarda le donne, sempre nei Paesi
sviluppati. Nei Paesi in via di sviluppo, abbiamo dei fenomeni molto difformi: è un
fenomeno ancora purtroppo non stabilizzato.
D. –
A questo punto qual è il suo appello per questa giornata?
R.
– Stiamo fermando il fumo negli ambienti pubblici: dobbiamo fermarlo anche negli ambienti
privati, cioè nelle case, nelle autovetture, nelle situazioni in cui ancora oggi assistiamo
e documentiamo una grande percentuale di bambini, ad esempio, che sono esposti in
famiglia, ai rischi provocati dal fumo dei loro genitori o, peggio ancora, nelle macchine.
Bisogna riaffermare ancora una volta in principio, che è diritto di ognuno di noi,
di qualunque età, di qualunque stato sociale, in qualunque condizione, non essere
esposti a fattori di rischio per la salute che provengono stando a contatto con i
fumatori contro la propria volontà.