Convegno a Dublino della Legio Mariae sulla collaborazione tra clero e laicato
Il cardinale Francis Arinze, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la
Disciplina dei Sacramenti, è stato a Dublino, in Irlanda, per partecipare ad un incontro
di tre giorni, promosso dalla Legio Mariae, tra sacerdoti e laici, sul tema della
collaborazione, appunto, tra clero e laicato, per la nuova evangelizzazione:
D.
– Eminenza, anzitutto una parola sulla Legio Mariae?
R. – Si tratta di una
organizzazione fondata da Frank Duff e da altri a Dublino, in Irlanda, nel 1921. Questo
apostolato mira a formare ed organizzare i laici ad una evangelizzazione diretta.
Generalmente viene assegnato il lavoro a due persone, che lo svolgono insieme. Non
hanno esitazione di proporre la fede a coloro che non hanno ancora la fede o ad approcciare
quei cattolici che sono un po’ “freddi” nella loro pratica religiosa. Non sono aggressivi,
rispettano le persone e le loro idee, ma c’è da dire che sono certamente anche coraggiosi.
Hanno generalmente un sacerdote come direttore spirituale, qualche volta un religioso
o una religiosa. Questi assistenti spirituali non hanno però mai cariche direttive.
Si tratta di un apostolato diretto dai laici. Fanno molto bene riguardo alla catechesi,
riguardo alla preparazione delle persone ai sacramenti, riguardo all’organizzazione
parrocchiale e all’unità. Io posso dire che hanno anticipato di 40 anni le direttive
e gli insegnamenti del Concilio Vaticano II sul rapporto tra sacerdoti e laici e sulla
loro collaborazione.
D. - Eminenza, quale è stato il contenuto di questa tre
giorni di Dublino?
R. – Il tema generale era “Cooperazione fra sacerdoti e
laici nella nuova evangelizzazione”. Ben 150 sacerdoti, provenienti da diverse diocesi
di Irlanda hanno partecipato ai lavori. Erano invitatati anche l’arcivescovo di Dublino
e l’arcivescovo di Armagh, le due grandi sede irlandesi, insieme al nunzio. A tutti
i sacerdoti e laici presenti è stato chiesto di fare una relazione. Il mio intervento
ha riguardato il ruolo specifico del sacerdote e quello dei fedeli laici nella nuova
evangelizzazione. Affermazione, quella della nuova evangelizzazione, che Giovanni
Paolo II aveva usato parlando ai vescovi dell’America Latina nel ’93. Una nuova evangelizzazione
certamente non intesa nel contenuto, il contenuto è sempre quello, poiché Gesù non
cambia, ieri oggi e sempre, ma nuova nel metodo, nelle risorse e nei mezzi usati ed
anche nello slancio missionario. Se siamo chiari su ciò che il Vaticano II ha detto
sul sacerdote e sul laico: tutti partecipano al sacerdozio di Cristo, ma il sacerdote
ordinato è ministeriale e a nome di Cristo celebra la Messa ed i fedeli laici con
lui e per lui offrono Cristo a Dio Padre. Nell’apostolato i laici hanno la loro sfera
e l’animazione dell’ordine temporale: la famiglia, il luogo di lavoro, la ricreazione,
la scienza e la cultura, la politica, il governo e le relazioni nazionali ed internazionali.
Il Vaticano II dice che il laico deve assumere il suo ruolo distintivo, qualche volta
il laico può aiutare il sacerdote a distribuire la Comunione. Ma questo certamente
non rappresenta il punto apice del ruolo dei laici; questo non rappresenta la promozione
dei laici. Il ruolo del laico è nel Parlamento, nella famiglia, nei mezzi di comunicazione
e quindi giornali, radio e televisione. Il Vaticano II e la Gaudium et Spes dice che
il laico deve assumere il suo ruolo distintivo; dal sacerdote lui riceve i sacramenti,
la dottrina, ma è lui che deve andare “al fronte di battaglia”. Ovviamente è inteso
che non è per ammazzare nessuno, ma soltanto per convincere il popolo all’amore di
Cristo, che fa bruciare tutto il mondo del suo amore, come diceva Santa Caterina da
Siena.
NB. L'intervista è disponibile sul netia anche in francese, inglese
e tedesco.