2007-05-31 07:46:51

Convegno a Dublino della Legio Mariae sulla collaborazione tra clero e laicato


Il cardinale Francis Arinze, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, è stato a Dublino, in Irlanda, per partecipare ad un incontro di tre giorni, promosso dalla Legio Mariae, tra sacerdoti e laici, sul tema della collaborazione, appunto, tra clero e laicato, per la nuova evangelizzazione:

D. – Eminenza, anzitutto una parola sulla Legio Mariae?

R. – Si tratta di una organizzazione fondata da Frank Duff e da altri a Dublino, in Irlanda, nel 1921. Questo apostolato mira a formare ed organizzare i laici ad una evangelizzazione diretta. Generalmente viene assegnato il lavoro a due persone, che lo svolgono insieme. Non hanno esitazione di proporre la fede a coloro che non hanno ancora la fede o ad approcciare quei cattolici che sono un po’ “freddi” nella loro pratica religiosa. Non sono aggressivi, rispettano le persone e le loro idee, ma c’è da dire che sono certamente anche coraggiosi. Hanno generalmente un sacerdote come direttore spirituale, qualche volta un religioso o una religiosa. Questi assistenti spirituali non hanno però mai cariche direttive. Si tratta di un apostolato diretto dai laici. Fanno molto bene riguardo alla catechesi, riguardo alla preparazione delle persone ai sacramenti, riguardo all’organizzazione parrocchiale e all’unità. Io posso dire che hanno anticipato di 40 anni le direttive e gli insegnamenti del Concilio Vaticano II sul rapporto tra sacerdoti e laici e sulla loro collaborazione.

D. - Eminenza, quale è stato il contenuto di questa tre giorni di Dublino?

R. – Il tema generale era “Cooperazione fra sacerdoti e laici nella nuova evangelizzazione”. Ben 150 sacerdoti, provenienti da diverse diocesi di Irlanda hanno partecipato ai lavori. Erano invitatati anche l’arcivescovo di Dublino e l’arcivescovo di Armagh, le due grandi sede irlandesi, insieme al nunzio. A tutti i sacerdoti e laici presenti è stato chiesto di fare una relazione. Il mio intervento ha riguardato il ruolo specifico del sacerdote e quello dei fedeli laici nella nuova evangelizzazione. Affermazione, quella della nuova evangelizzazione, che Giovanni Paolo II aveva usato parlando ai vescovi dell’America Latina nel ’93. Una nuova evangelizzazione certamente non intesa nel contenuto, il contenuto è sempre quello, poiché Gesù non cambia, ieri oggi e sempre, ma nuova nel metodo, nelle risorse e nei mezzi usati ed anche nello slancio missionario. Se siamo chiari su ciò che il Vaticano II ha detto sul sacerdote e sul laico: tutti partecipano al sacerdozio di Cristo, ma il sacerdote ordinato è ministeriale e a nome di Cristo celebra la Messa ed i fedeli laici con lui e per lui offrono Cristo a Dio Padre. Nell’apostolato i laici hanno la loro sfera e l’animazione dell’ordine temporale: la famiglia, il luogo di lavoro, la ricreazione, la scienza e la cultura, la politica, il governo e le relazioni nazionali ed internazionali. Il Vaticano II dice che il laico deve assumere il suo ruolo distintivo, qualche volta il laico può aiutare il sacerdote a distribuire la Comunione. Ma questo certamente non rappresenta il punto apice del ruolo dei laici; questo non rappresenta la promozione dei laici. Il ruolo del laico è nel Parlamento, nella famiglia, nei mezzi di comunicazione e quindi giornali, radio e televisione. Il Vaticano II e la Gaudium et Spes dice che il laico deve assumere il suo ruolo distintivo; dal sacerdote lui riceve i sacramenti, la dottrina, ma è lui che deve andare “al fronte di battaglia”. Ovviamente è inteso che non è per ammazzare nessuno, ma soltanto per convincere il popolo all’amore di Cristo, che fa bruciare tutto il mondo del suo amore, come diceva Santa Caterina da Siena.

NB. L'intervista è disponibile sul netia anche in francese, inglese e tedesco.








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