2007-05-31 12:45:17

Conclusa ad Aparecida la V Conferenza generale dell'Episcopato latino-americano e dei Caraibi: i vescovi rilanciano la missione e la promozione umana


Con una solenne concelebrazione eucaristica e la diffusione del Messaggio al Popolo di Dio si è chiusa ieri nel Santuario mariano di Aparecida, in Brasile, la 5^ Conferenza generale dell’Episcopato latino-americano e dei Caraibi, aperta dal Papa XVI il 13 maggio scorso. Nel documento finale i vescovi ripropongono l’annuncio del Vangelo ad un mondo ancora alla ricerca di giustizia sociale, promozione della vita e della famiglia, difesa dell’ambiente, sicurezza internazionale e lotta alle povertà. Il servizio di Luis Badilla: RealAudioMP3  

 I vescovi, in comunione con Benedetto XVI, ribadiscono che il patrimonio più importante della cultura dei popoli latinoamericani è la "fede in Dio Amore". Riconoscono con umiltà le luci e le ombre che ci sono nella vita cristiana e nell’opera pastorale. La prima Parte del documento finale, intitolata "La vita dei nostri popoli", prende in considerazione la realtà della regione e ringrazia Dio per i doni ricevuti, in particolare per la grazia della fede e per la gioia di poter partecipare alla missione ecclesiale. La seconda parte, intitolata "La vita di Gesù Cristo nei suoi discepoli missionari", riflette sulla bellezza della fede in Gesù, sorgente di vita. I vescovi approfondiscono le conseguenze per ogni cristiano della chiamata ad annunziare il Vangelo. Quindi si soffermano sulla santità dei cristiani chiamati a conformare la propria vita a quella di Cristo, vivificati dallo Spirito Santo. La terza parte del Documento finale, dal titolo "La vita di Gesù Cristo per i nostri popoli", riflette sulle principali azioni pastorali da intraprendere nell'odierna realtà storica ed ecclesiale dell'America Latina e dei Caraibi. Si trova in questa parte uno dei contenuti centrali della Conferenza di Aparecida: la missione dei discepoli al servizio della vita piena. La parola d'ordine è precisa: far diventare la Chiesa una comunità più missionaria attraverso la conversione pastorale e il rinnovamento ecclesiale delle comunità e delle strutture. In questo contesto si parla a lungo della Missione continentale di cui si sottolineano le priorità: l’annuncio del Regno di Dio e la promozione umana. Si ribadiscono l'opzione preferenziale per i poveri e per gli esclusi, la promozione della giustizia internazionale, la difesa della vita, del matrimonio e della famiglia, la difesa dell’ambiente. L'ultima parte del Documento finale, intitolata "I nostri popoli e la cultura", conferma e aggiorna le scelte delle Conferenze di Puebla e Santo Domingo per quanto riguarda l'evangelizzazione inculturata. Si trattano temi come: l’educazione e la comunicazione; la pastorale nei grandi centri urbani; la presenza dei laici cristiani nella vita pubblica (con particolare riferimento all'impegno del laico in favore di una cittadinanza piena in una società autenticamente democratica); il tema dei popoli indigeni e afroamericani; la fratellanza e l’integrazione per costruire una comunità regionale di nazioni in America Latina e nei Caraibi. Infine, il Documento si conclude con significative riflessioni sull’amore dei popoli latinoamericani per la Vergine Maria che indica la Via, la Verità e la Vita.
 
I vescovi, ieri, hanno inviato un telegramma ai leader che prenderanno parte il 6 giugno, in Germania, all’annuale vertice del G8, per chiedere “un'economia mondiale in favore dello sviluppo umano,un’economia ecologica e sostenibile, basata sulla giustizia, la solidarietà e il bene comune globale”. Per i presuli, anche se i Paesi del G8 non hanno un mandato per un governo globale, le loro decisioni hanno delle conseguenze sulla vita di milioni e milioni di persone. Per questo li invitano con forza “ad assumere questa responsabilità con grande solidarietà. Insieme con Papa Benedetto XVI, e condividendo quanto ha scritto al Cancelliere tedesco Angela Merkel, presidente di turno del G8, siamo convinti – concludono i vescovi - che il compito più urgente oggi è mettere fine all'estrema povertà entro il 2015, mettendo a disposizione le risorse necessarie. E' una cosa che riguarda la pace e la sicurezza del mondo”.







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