2007-05-30 14:10:54

La secolarizzazione trascura i valori trascendenti e si chiude alla verità, privando di solide basi i diritti dell’uomo: lo ha detto il cardinale Tarcisio Bertone al Convegno su laicità e religioni


“I cristiani sono l’avanguardia di una nuova Europa, che può essere realistica ma non cinica, ricca di ideali, libera da ingenue illusioni e ispirata alla verità del Vangelo”: è quanto ha detto il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, intervenuto ieri pomeriggio a Roma al convegno “Cristianesimo e secolarizzazione. Sfide per la Chiesa e per l’Europa”. All’incontro, organizzato dall’Università europea di Roma, ha preso parte anche mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. A seguire l'avvenimento per noi c'era Tiziana Campisi: RealAudioMP3

 

La secolarizzazione non aprendosi ai valori trascendenti, non ha potuto nascondere col tempo la sua inumanità, si è chiusa alla verità surrogandola con la ideologia, lo scetticismo o il nichilismo, ha sottolineato il cardinale Tarcisio Bertone. “La storia - ha proseguito - ha smentito i ‘messianismi senza messia’ che separando i valori del cristianesimo, privatizzando la fede e rendendo la morale autonoma dalla religione, credevano di costruire un’umanità autenticamente libera e dignitosa”. Per il porporato, la religione è da intendere come riserva di senso. Esempio ne è il fatto che il cristianesimo ha dato prova di essere un elemento essenziale di liberazione di valori morali:

 
"In una visione cristiana i valori fondanti vengono da Dio, da Colui che ha inventato proprio la persona e la comunità umana. La persona fatta ad immagine e somiglianza di Dio e la comunità umana fatta ad immagine di quella comunione tripersonale, che è la comunione trinitaria. Questo non vuol dire che i non credenti non riescano a proporre e a vivere dei valori fondamentali. Non c'è dubbio. Ma senza riferimento a Dio, questi valori perdono tutta la loro forza. Però la Chiesa dialoga con tutti, la Chiesa cerca di costruire con tutti un mondo fondato sulla giustizia, sulla solidareità".

 
Ma è un messaggio spesso frainteso quello che la Chiesa rivolge alle istituzioni, ha detto poi il cardinale Bertone, che ha affermato:

 
"C'è un problema di comunicazione. Vogliamo certamente potenziare la comunicazione e cerchiamo di valorizzare tutti i mezzi di comunicazione, cerchiamo di spiegare anche le ragioni della fede e le ragioni del contributo che la Chiesa offre alla società per il bene comune della società".

 
Parlando della realtà europea di oggi, il cardinale segretario di Stato ha poi espresso un parere positivo sul possibile ingresso della Turchia nell’Unione Europea ed ha aggiunto:

 
"La Turchia è un Paese che sarebbe definito laico. Certamente, è un Paese musulmano, ma abbiamo sempre detto che è un Paese di frontiera. Ci sono delle evoluzioni, ci sono naturalmente delle posizioni molto diversificate. Ma in un concerto di soggetti, di popoli e di governi, che rispettino le regole fondamentali del vivere comune, si può dialogare e costruire insieme un bene comune a raggio europeo ed anche a raggio di comunità mondiale".

 
E rispondendo ai giornalisti a margine del suo intervento, il cardinale Bertone è tornato a parlare del Family Day, in particolare del tentativo di alcuni media di sminuirne il valore, accreditando valutazioni anonime sul numero dei partecipanti. Anche in Brasile, ha osservato, qualcuno ha parlato di una scarsa partecipazione di fedeli agli incontri con il Papa. “Io c’ero - ha detto - e per le strade ho visto milioni di persone”.

 
Ha sviluppato invece il suo intervento sui diritti umani, mons. Dominique Mamberti. Il segretario per i Rapporti con gli Stati ha evidenziato che i diritti sui quali oggi si costruisce la legittimità della modernità politica non si riferiscono alla persona contraddistinta da una dignità permanente e da diritti validi sempre, dovunque e per chiunque, ma ad una persona mutevole e dai diritti negoziabili. La democrazia, ha proseguito mons. Mamberti, ha bisogno della religione perché ispira quei valori che sono consoni ad una convivenza pacifica e rispettosa della dignità umana. “Se le autorità ecclesiastiche avanzano proposte o manifestano riserve rispetto a decisioni legislative o a provvedimenti amministrativi - ha concluso - ciò non va considerato come forma d’intolleranza o d’ingerenza, ma, innanzitutto, di libera manifestazione delle proprie opinioni, che compete ad ogni cittadino, e poi di una forma di esercizio del compito proprio della Chiesa di illuminare le coscienza per il bene comune”.









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