Intervista col nuovo Ministro generale dei Frati Minori Convenutali
I Frati Minori Conventuali stanno tenendo ad Assisi, già da tempo, il loro Capitolo
generale, e qualche giorno fa, esattamente il 26 di questo mese, hanno eletto il nuovo
Ministro generale nella persona di fra Marco Tasca, precedentemente Ministro provinciale
a Padova. Con noi, il nuovo superiore generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali:
D.
- Padre Marco, come ha accolto questa elezione?
R. – Prima di tutto vorrei
darvi il saluto di San Francesco: “Il Signore vi dia pace”. Ho accolto questa elezione
con la fiducia che il Signore guida la mai vita. Lui ce l’ha assicurato che sarà con
noi fino alla fine dei temp; quindi colgo anche questo come un segno del Signore che
guida la mia vita. Poi un segno di fiducia parte dei tanti, dei tanti fratelli che
sento vicini e che mi danno anche un appoggio, un sostegno e un aiuto. Poi è stata
anche una sfida, ho accolto questa elezione come una sfida per dire che oggi il carisma
francescano ha ancora qualcosa da dire.
D. – Cosa vede davanti a sé?
R.
– Questo Capitolo generale cade nell’anno o nel cammino celebrativo dell’ottavo centenario
dell’origine del francescanesimo: quindi l’ordine si sente chiamato alla conversione
e a ritrovare lo slancio e la vitalità delle sue origini. Quindi vedo un tempo di
grazia del Signore, segnato dalla logica del mistero pasquale, l’unica logica che
porta veramente ad una vita pienamente realizzata e felice.
D. – Quali sono
le principali sfide per l’ordine francescano nel suo insieme?
R. – “Il capitolo
- scriveva il mio predecessore fra Joachim Giermek al quale va il grazie e la stima
di tutto l’ordine - il capitolo è un tempo di verifica seria e laboriosa per vedere
come essere fedeli e significativi oggi in questo nostro mondo”. Quindi, la sfida
più forte la vedo proprio in questo, in questa cultura secolarizzata: siamo chiamati
ad avere uno slancio generoso capace di testimonianza e di donazione totale come il
Santo Padre spesso richiama ai religiosi.
D. – I lavori del vostro Capitolo
sono quasi a metà cammino. Quali sono i principali contenuti emersi finora?
R.
– Prima di tutto il contenuto principale emerso è un dire grazie al Signore per quello
che in questi sei anni ci ha regalato. Cito alcuni momenti forti del nostro cammino:
il Capitolo fraterno dell’Ordine tenuto in Polonia, insieme formatori e provinciali;
il primo Congresso missionario tenuto in India; le due assemblee europee: questo continente
d’Europa così bisognoso di speranza e di ridirsi le sue radici spirituali. Poi sono
emerse le sfide della formazione iniziale permanente, quindi con il conseguente bisogno
di formatori adeguati, la sfida dell’interculturalità e dell’impegno missionario “ad
gentes”.
D. – Cosa vuol dire, padre Marco, essere francescani nel mondo di
oggi?
R. – Noi viviamo, e ce lo diceva questo nei primi giorni di capitolo
fra Felice Cangelosi, il vicario generale dei cappuccini, che ci ha aiutato un po’
ad entrare spiritualmente in questo capitolo; viviamo in un mondo caratterizzato,
almeno pare nel lato occidentale, dall’offuscamento della speranza, dall’agnosticismo
pratico, e dall’indifferentismo religioso. Credo che oggi la cosa più bella che noi
possiamo regalare, come francescani, è di annunciare che vale la pena vivere per il
Signore Gesù, vale la pena fidarsi del Signore Gesù, vale la pena vivere come Lui
chiede ed è bello fidarsi della sua parola.
D. – Padre Marco, il vostro capitolo
vedrà l’arrivo del Papa ad Assisi, un privilegio che penso pochi altri ordini religiosi
possano mai avere. Come vi state preparando?
R. – Ci stiamo preparando proprio
con il grande spirito di dire che il Santo Padre - che Francesco chiamava “il Signor
Papa” - viene qui in questo anno, come dicevo prima, della conversione di Francesco.
Per noi è un invito e un incoraggiamento ad essere ancora più addentro, insieme, sentire
“cum Ecclesia”, vivere in questa Chiesa con questo Papa sotto la sua guida. Credo
quindi che sia un’attesa spirituale e, dall’altro punto di vista, un’attesa di avere
delle parole che ci guidino in questo cammino ad essere francescani conventuali oggi.