2007-05-28 15:24:14

Incontro a Roma di associazioni e movimenti cattolici a sostegno della riforma della legge sulla cittadinanza


L’attuale legge sulla cittadinanza è un istituto da rivedere: lo dicono Caritas italiana, Comunità di Sant’Egidio, Fondazione Migrantes, Centro Astalli e ACLI, a sostegno dell’iniziativa legislativa per la riforma dell’attuale normativa. La legge in vigore è in effetti modellata su un Paese di emigranti, anziché di immigrazione e ha mostrato in questi anni tutta la propria incapacità di interpretare ed orientare il bisogno di integrazione e appartenenza espresso da molti immigrati in Italia. Da questa constatazione, emerge l’importanza di giungere in tempi brevi alla conclusione dell’iter parlamentare di riforma di questa materia. In effetti, i modi di acquisto della cittadinanza contemplati dalla normativa sono sostanzialmente connessi all’applicazione dello “ius sanguinis”, quindi per trasmissione dai genitori. Nessun riconoscimento è invece presente, come accade in tanti Paesi, tra i quali Stati Uniti e Canada, alla facoltà di acquisto basata sulla nascita o l’integrazione scolastica e sociale, possibilità, queste, incentrate sullo “ius soli” e sullo “ius domicili”. E’ in questa direzione che, denunciano le associazioni cattoliche, occorrerebbe operare una riforma significativa. Alcuni dati importanti poco conosciuti: gli immigrati in Italia sono 2 milioni e 777 mila contro i 15 milioni della Germania. La popolazione italiana invecchia ed è in attivo solo per la presenza di figli di stranieri. Il 5 per cento degli iscritti a scuola è figlio di immigrati. Inoltre gli immigrati pagano le tasse: 1,87 miliardi di euro di imposte sono stati versati dagli immigrati. Ma l’Italia spende solo 206 milioni di euro per gli stranieri presenti nel Paese; di questi, 190 milioni sono stati spesi per l’espulsione, solo 15 milioni di euro sono stati spesi invece per l’integrazione. “Insomma, gli immigrati in Italia stanno superando tanti esami ma pochi lo sanno”, ha detto Mario Marazziti della Comunità di Sant’Egidio: “più ridurremmo la marginalità, più favoriremo la sicurezza nel Paese”. ( A cura di Paolo Ondarza)










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