Domenica tre giugno la canonizzazione di Simone da Lipnica
Il prossimo tre giugno Benedetto XVI ascriverà nell’Albo dei Santi padre Simone da
Lipnica, un francescano polacco morto nel 1482. Con noi a parlarcene padre Luigi Perugini,
confratello del nuovo Santo:
D. - Vuole presentarci un breve profilo di Simone
da Lipnica? R. - Simone nacque a Lipnica Murowana, nella Polonia meridionale
intorno agli anni 1435-1440. Fin da piccolo mostrò un carattere precocemente maturo
e pio, una naturale predisposizione alla preghiera e un tenero amore alla Madre di
Dio trasmessogli dalla propria famiglia. Incline allo studio, nel 1454 si iscrisse
alla famosa Accademia Jagellonica di Cracovia. Proprio in quegli anni era presente
in città San Giovanni da Capestrano, che con la santità della vita e il fervore delle
sue prediche, attirava molti giovani alla sequela di Francesco di Assisi. Anche Simone,
con giovanile entusiasmo, chiese di essere accolto nel convento francescano di Stradom
nel 1457. La vita penitente, austera, intessuta di preghiera dei francescani, fu l’humus
nel quale si preparò alla professione religiosa e al sacerdozio, ricevuto intorno
al 1460. Per circa venti anni si dedicò alla predicazione popolare, manifestando con
chiarezza i doni di sapienza e di grazia di cui lo Spirito lo aveva arricchito. Si
preparava a questo ministero con lunghe ore di preghiera e con profondo studio delle
sacre Scritture. Nel 1463, primo tra i Frati Minori, ebbe l’incarico di predicatore
ufficiale della cattedrale del Wawel a Cracovia. Le fonti più antiche lo definiscono
“predicator ferventissimus”. Nell’anno 1478 venne per breve tempo in Italia, per partecipare
al capitolo generale di Pavia. Si fece pellegrino alla tomba di S. Bernardino da Siena,
all’Aquila, alle tombe degli Apostoli a Roma. Poi proseguì per la Terra Santa. Fr.
Simone coronò la sua vita virtuosa con una straordinaria testimonianza di amore per
gli ammalati ed i sofferenti. Imperversando la peste, che si era manifesta a Cracovia
il 15 agosto 1482, seppe trasformare quel tempo di morte e di dolore in un tempo propizio
per la carità. Affiancò i confratelli francescani nell’opera di soccorso agli appestati,
moltiplicò la sua presenza al capezzale dei moribondi, passò ovunque confortando,
amministrando i sacramenti e annunciando la consolante Parola di Dio. Fu inevitabile
che anch’egli rimanesse contagiato dal male, vittima della sua stessa dedizione. Mori
il 18 luglio 1482, con gli occhi fissi sulla Croce, chiedendo per sé la più umile
delle sepolture.
D. - In quale contesto e’ vissuto e in che maniera ha espletato
la sua missione?
R. - L’esperienza spirituale del nuovo Santo si inquadra
nell’opera riformatrice dell’Ordine Francescano, promossa da san Bernardino da Siena
e introdotta in Polonia da San Giovanni da Capestrano. Questa riforma si proponeva
una più rigorosa osservanza della Regola di San Francesco, cioè una rinuncia ai privilegi
in materia di povertà, una vita di preghiera ritirata negli eremi, una predicazione
di carattere popolare. Ad imitazione di San Bernardino da Siena e San Giovanni da
Capestrano, anche il Beato Simone da Lipnica diffuse la devozione al Nome di Gesù,
per disporre l’uditorio all’accoglienza della Parola predicata. In occasione dei suoi
sermoni invitava il popolo ad invocare quel Nome santo, per tre volte ad alta voce,
ottenendo frutti di penitenza, e sincere conversioni.
D. - Quale è stato il
suo carisma?
R. - Il Beato Simone da Lipnica è passato alla storia della santità
serafica col titolo di “Salutis omnium sitibundus” cioè “Assetato di salvezza per
tutti”. Consapevole di essere, in virtù della sua vocazione francescana, dono ai fratelli,
li servì instancabilmente, spezzando per loro il pane della Parola di Dio nelle continue
e affollate predicazioni, e aggiungendo a questo il pane materiale della carità per
i poveri ed indigenti.
D. - Vuole raccontarci un episodio significativo della
sua vita?
R. - Nel 1478 il Beato Simone ebbe la gioia di coronare un suo sogno:
compiere un pellegrinaggio in Terra Santa. In quell’anno si trovava infatti in Italia
ed era per lui più facile raggiungere i luoghi santi. Visse questa esperienza in spirito
di penitenza, da vero amante della passione di Cristo, con la nascosta aspirazione
di versare il proprio sangue per la salvezza delle anime, se così fosse piaciuto a
Dio. Emulo di San Francesco nel suo amore per i Luoghi santi, nell’eventualità di
essere catturato dagli infedeli, prima di intraprendere il viaggio volle apprendere
a memoria la regola dell’ Ordine « per averla- diceva - sempre davanti agli occhi
della mente ».
D. - Quale messaggio lascia al mondo d’oggi?
R. - Possiamo
affermare che il nuovo Santo seppe coniugare in maniera eroica, l’impegno tra evangelizzazione
e testimonianza della carità, compito di ogni cristiano. Il grande amore alla Parola
di Dio, lo condusse a riconoscere Cristo in ogni fratello, soprattutto i più poveri
e sofferenti: quelli che incontrava alla porta del suo convento, o che affollavano
le chiese e le piazze per ascoltarlo, quelli infine che furono vittime della pestilenza.
L’Ordine dei Frati Minori, che si prepara a celebrare l’VIII centenario della sua
fondazione, che si compirà nel 2009, gioisce particolarmente per la Canonizzazione
del Beato Simone da Lipnica, perché, riconosce in lui un autentico seguace di San
Francesco e un interprete autorevole della povertà, dell’umiltà e della letizia lasciateci
in eredità dal Santo Fondatore. ************
NB.- L’intervista è disponibile
sul netia anche in inglese con padre Sean Collins (irlandese); in spagnolo
con padre Francisco Manuel Romero (messicano); in polacco con padre Ernest
Karol Siekierka (polacco).
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PADRE SIMONE DA
LIPNICA Profilo biografico
Il Beato Simone nacque a Lipnica Murowana, nella
Polonia meridionale intorno agli anni 1435-1440. I suoi genitori, Gregorio e Anna,
seppero dargli un’educazione sana, ispirata ai valori della fede cristiana e, nonostante
la modesta condizione, si preoccuparono di assicurargli un’adeguata formazione culturale.
Simone crebbe con un carattere pio e responsabile, ricco di una naturale predisposizione
alla preghiera e un tenero amore alla Madre di Dio.
Nel 1454, si trasferì
a Cracovia, per frequentare la famosa Accademia Jagellonica. Proprio in quegli anni
San Giovanni da Capestrano, entusiasmava la città con la santità della sua vita e
il fervore delle sue prediche, attirando alla vocazione francescana una folta schiera
di giovani generosi. L’8 settembre 1453 il santo italiano aveva anche fondato, a Cracovia,
il primo convento dell'Osservanza, intitolato a S. Bernardino da Siena da poco canonizzato.
Per tale motivo i Frati Minori di quel convento furono detti dal popolo “Bernardini”.
Nell’anno
1457, anche il giovane Simone, affascinato dall’ideale francescano, preferì, acquistare
la perla preziosa del vangelo, tralasciando un avvenire ricco di successo. Pertanto
chiese di essere accolto, con altri dieci suoi colleghi studenti, nel convento di
Stradom.
Sotto la sapiente guida del maestro di noviziato, P. Cristoforo da
Varese, religioso eminente per dottrina e santità di vita, Simone abbracciò con generosità
la vita umile e povera dei Frati Minori, giungendo al sacerdozio intorno al 1460.
Esercitò il primo ministero nel convento di Tarnów, dove fu guardiano della fraternità.
Successivamente, si stabilì a Stradom (Cracovia), dedicandosi instancabilmente alla
predicazione, con parola limpida, piena di ardore, di fede, e di sapienza, che lasciava
intravedere la sua profonda unione con Dio e lo studio prolungato della Sacra Scrittura.
Come San Bernardino da Siena e San Giovanni da Capestrano, Fr. Simone diffuse
la devozione al Nome di Gesù, ottenendo la conversione di innumerevoli peccatori.
Nel 1463, primo tra i Frati Minori, occupò l'ufficio di predicatore nella cattedrale
del Wawel. Per questa sua dedizione alla predicazione evangelica le fonti antiche
gli conferirono il titolo di “predicator ferventissimus”.
Desideroso di rendere
omaggio a San Bernardino da Siena, ispiratore della sua predicazione, il 17 maggio
1472, con alcuni confratelli polacchi, giunse a L'Aquila per partecipare alla solenne
traslazione del corpo del santo nel nuovo tempio eretto in suo onore. Nuovamente fu
in Italia nel 1478 in occasione capitolo generale di Pavia. Ebbe modo, allora, di
poter soddisfare l’intimo desiderio di visitare le tombe degli Apostoli a Roma, e
prolungare poi il pellegrinaggio in Terra Santa. Visse questa esperienza in spirito
di penitenza, da vero amante della passione di Cristo, con la nascosta aspirazione
di versare il proprio sangue per la salvezza delle anime, se così fosse piaciuto a
Dio. Emulo di San Francesco nel suo amore per i Luoghi santi, nell’eventualità di
essere catturato dagli infedeli, prima di intraprendere il viaggio volle imparare
a memoria la regola dell’Ordine « per averla sempre davanti agli occhi della mente».
L’amore
di Simone per i fratelli si manifestò in maniera straordinaria nell’ ultimo anno della
sua vita, quando scoppiò a Cracovia una epidemia di peste. Dal luglio 1482 al 6 gennaio
1483 la città fu sotto il flagello della malattia. Nella desolazione generale, i Francescani
del convento di San Bernardino, si prodigarono instancabilmente nella cura degli ammalati,
da veri angeli consolatori.
Fr. Simone, ritenne quello un “tempo propizio”
per esercitare la carità e per portare a compimento l’offerta della propria vita.
Ovunque passò confortando, recando soccorso, amministrando i sacramenti, e annunciando
la consolante Parola di Dio ai moribondi. Presto fu contagiato. Sopportò con straordinaria
pazienza le sofferenze della malattia e, prossimo alla fine, espresse il desiderio
di essere sepolto sotto la soglia della chiesa, perché tutti potessero calpestarlo.
Nel sesto giorno di malattia, il 18 luglio 1482, senza temere la morte e con gli occhi
fissi sulla Croce, rese l'anima a Dio.
Il culto “ab immemorabili” reso al Beato
Simone, passato alla storia della santità serafica col titolo di “Salutis omnium sitibundus”,
fu confermato dal Beato Innocenzo XI il 24 febbraio 1685.
La causa per la
sua canonizzazione, ripresa dal Santo Padre Pio XII il 25 giugno 1948, giunge oggi
alla sua felice conclusione, in seguito al riconoscimento delle sue virtù eroiche
e della guarigione prodigiosa avvenuta a Cracovia nel 1943 e attribuita all’intercessione
del Beato. I rispettivi Decreti furono promulgati dal Santo Padre Benedetto XVI il
19 dicembre 2005 e il 16 dicembre 2006.
Simone da Lipnica seppe coniugare mirabilmente
l’impegno tra l’evangelizzazione e la testimonianza della carità, che scaturì dal
suo grande amore per la Parola di Dio e per i fratelli più poveri e sofferenti. L’Ordine
dei Frati Minori, alla vigilia della Celebrazione dell’VIII centenario della sua Fondazione
(1209-2009), saluta in lui un autentico testimone della povertà, dell’umiltà e della
semplicità, nonché della gioia di essere tutto del Signore e di essere insieme dono
per la vita dei fratelli.