Continua la fuga dei civili nel Darfur: secondo l’ONU almeno 110 mila, solo nei primi
tre mesi di quest’anno
Sono almeno 110 mila i civili che - nei primi tre mesi di quest’anno - hanno abbandonato
i propri villaggi nella regione sudanese del Darfur per sfuggire alla repressione
e ai combattimenti. Lo documenta un rapporto della Commissione umanitaria dell'ONU,
di cui ha dato notizia Radio Nairobi. La gran parte di questa ondata di profughi,
riferisce l'Agenzia MISNA, circa 80 mila provengono dal sud della martoriata regione,
teatro dal febbraio del 2003 di sanguinosi scontri tra movimenti indigeni ribelli
e truppe governative, sostenute da milizie arabe. In questi tre anni e tre mesi, l'ONU
stima vi siano stati almeno 2 milioni e 100 mila sfollati interni, ed altri 200 mila
profughi riparati nel confinante Ciad. Più di 200 mila (forse 250.000) sarebbero i
morti, tra orrori senza fine: stragi, stupri di massa, persone rese schiave, torture,
villaggi incendiati, razzie di bestiame. Mostruosità di cui sono imputati soprattutto
i famigerati 'janjaweed', letteralmente ‘diavoli a cavallo’, popolazioni nomadi di
stirpe araba alleati del governo di Khartoum. Si è rivelato effimero l’accordo di
pace firmato il 5 maggio dello scorso anno, mentre i combattimenti si moltiplicano,
e così pure gli attacchi ai convogli umanitari, indispensabili alla sopravvivenza
di milioni di persone. L'ONU aveva deciso l'invio di una Forza di pace di 20 mila
unità nel Darfur, ma Khartoum si è sempre opposta ed il Consiglio di Sicurezza è paralizzato
dai veti di Russia e Cina - principali acquirenti del petrolio sudanese - che impediscono
di comminare sanzioni al governo del Sudan, che recentemente ha approvato la presenza
di una Forza mista, che veda aggiungere ai 7 mila soldati dell'Unione Africana - già
sul campo da anni e senza aver ottenuto alcun risultato - 3 mila uomini dell'ONU,
tra soldati, poliziotti e personale impiegato. Molto pochi - secondo gli esperti -
mentre la tragedia nel Darfur continua. (R.G)