Prosegue in Brasile la conferenza di Aparecida. Al centro dei lavori la missione della
Chiesa, fondata sul dialogo per indicare al popolo “la Via, la Verità e la Vita"
Alla vigilia della Pentecoste, ieri, la celebrazione dell’Eucaristia è stata presieduta
dal cardinale Clàudio Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero, che nella
sua omelia ha rivolto un saluto speciale alle migliaia di pellegrini che ogni anno
durante questa grande festa che ricorda la nascita della Chiesa affollano il Santuario
della Madonna Aparecida. Un saluto affettuoso – ha affermato il porporato - per “tutti
coloro che arrivano fin qua per offrire alla Madre di Dio le loro sofferenze, talvolta
la propria povertà, la condizione di disoccupati, ma anche allegrie, speranze, aneliti
e progetti”. Rammentando le parole di Benedetto XVI, che “è venuto a chiederci di
essere discepoli di Gesù con convinzioni forti e con grande adesione personale e comunitaria”,
il card. Hummes, ha aggiunto: “Non possiamo restare a casa; dobbiamo uscire, andare
incontro a coloro che non partecipano più alla vita della comunità dei cristiani”.
La Grande missione – ha proseguito – “ci deve spingere ad andare ovunque, parrocchie,
case, scuole, per annunziare Cristo, per essere solidali, facendo nostra l’opzione
preferenziale per i poveri. In nome di Gesù e del suo Vangelo, forti dal fatto che
Lui stesso si fece carne tra i poveri, dobbiamo indicare al popolo la Via, la Vita
e la Verità”. Già venerdì scorso, il card. Hummes aveva illustrato alla stampa contenuti,
metodi e scopi della “Missione Continentale”. Una missione che implica un atteggiamento
di ascolto. “Dobbiamo ascoltare tutti – ha spiegato - perché ognuno senta di essere
considerato e amato per aprire così un dialogo che porti alla lettura del Vangelo,
alla preghiera, cercando riposte ai bisogni spirituali e materiali. Più che annunciare
la dottrina occorre trasmettere vita, stili di vita, esempi”. Non bisogna quindi investire
solo nella ragione. “Dobbiamo incontrare l’essere umano integrale, così come accade,
quando ci si incontra con Gesù, con la ragione ma anche con i sentimenti”. Questa
Missione - ha precisato inoltre il porporato – “deve raggiungere tutti i livelli sociali
per coinvolgere nell'evangelizzazione i molteplici aspetti dell'educazione, della
salute, dell’economia, della politica, delle scienze, della cultura e dei mass media”.
Visitare le famiglie nelle loro case è importante, ma non è l’unico metodo. Occorre
arrivare ad ogni battezzato – ha concluso rivolgendosi soprattutto a sacerdoti e religiosi
- per capire i motivi dell’allontanamento dalla pratica religiosa. Sempre ieri, nell’incontro
con la stampa, il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio per
la Cultura, mons. Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale
per i Migranti e Itineranti e mons. José Luis Lacunza, vescovo della diocesi panamense
di David, hanno parlato delle trasformazioni culturali nella regione e dei migranti.
Il card. Poupard, dal canto suo, ha sottolineato ancora una volta l’importante sfida
che la Chiesa deve affrontare nell’ambito dell’evangelizzazione della cultura. (A
cura di Luis Badilla Morales)