Nel segno del dialogo, e con la famiglia tornata al centro dell’attenzione socio-culturale,
si è appena chiusa a Firenze la Conferenza nazionale voluta dal governo italiano per
avviare un piano organico di interventi a sostegno della famiglia. Momento centrale
della mattinata un informale question time tra il premier Romano Prodi e un
gruppo di famiglie-simbolo di realtà difficili. In precedenza, erano state presentate
le relazioni dei rapporteur delle sessioni tematiche, che hanno lavorato ieri,
e gli interventi di amministratori locali. A trarre le conclusioni, il ministro della
Famiglia, Rosy Bindi. E ora Firenze si prepara ad una grande festa di piazza: ancora
un omaggio alla famiglia. Il servizio di Gabriella Ceraso. Una
famiglia di immigrati, una numerosa e monoreddito, pensionati con soli mille euro
mensili, una coppia di affidatari, una famiglia con problemi di disabilità e, infine,
un papà ultracinquantenne che perde il lavoro. E’ questo lo spaccato di vite italiane
difficili che ha interrogato il premier Prodi. Domande comuni: come pagare tariffe
troppo alte? Saranno integrati i figli di immigrati? Come conciliare maternità e lavoro?
E quale collocamento per i disabili? A loro, Prodi ha assicurato modulazioni delle
tariffe sui componenti e sul reddito familiare, si è impegnato perché gli immigrati
siano protagonisti della vita pubblica e non ghettizzati, purché nel rispetto dei
doveri. E alle mamme lavoratrici ha promesso più part-time, flessibilità contrattuale
e asili nido riformati. E tornando al Tesoretto - ovvero il maggior introito fiscale
registrato dal governo - due terzi dell'extragettito Prodi li ha garantiti ad anziani
e famiglie numerose, mentre per le disabilità si è impegnato ad attuare la legge 68
con un modello organizzativo adatto.
Subito dopo,
le conclusioni a braccio del ministro della famiglia, Rosy Bindi, per la quale unità
e dialogo sono ora le parole chiave per la famiglia e per il Paese, mentre alla politica
spettano scelte forti, in base alle priorità emerse a Firenze: cioè giovani, famiglie
con figli, anziani non autosufficienti, lavoro femminile e opportunità rappresentata
dagli immigrati. C’è massima disponibilità, dice il ministro, anche all’individuazione
di un fisco favorevole alle famiglie e alla riforma dei consultori, accogliendo così
le istanze delle associazioni cattoliche. Il ministro ha ribadito che servirà parte
del Tesoretto e ha sottolineato che il cammino per il Piano nazionale della famiglia
è lungo, ma qui si è avviata una fase irrinunciabile di cambiamento.
A
rappresentare alla Conferenza di Firenze il sentire del mondo cattolico sono stati
i laici appartenenti al Forum delle associazioni familiari. Non sempre in accordo
con i temi e le modalità di svolgimento dei lavori, il Forum ha comunque presentato
un pacchetto di proposte che intende sostenere. Tra i punti di forza - oltre al quoziente
familiare, al nuovo patto educativo per la scuola e alla promozione della famiglia
come capitale sociale - figura la modifica del welfare. La nostra inviata a Firenze,
Gabriella Ceraso, ha intervistato la presidente del Forum, Paola Soave:
R.
- Siamo impegnati soprattutto su due fronti. Anzitutto sugli asili-nido, sui quali
abbiamo insistito perché, ad esempio, non fossero solo quelli delle istituzioni, ma
che si desse reale spazio alle famiglie che attraverso piccole cooperative, attraverso
i cosiddetti asili familiari, fossero le prime protagoniste dei propri servizi. In
Lombardia, con la legge 23, sono nati centinaia di nidi, gestiti dalle famiglie. L'altro
fronte riguarda i consultori, che sono un servizio alla famiglia, perché diventino
quello che avrebbero già dovuto essere fin dall’inizio: un vero luogo di ascolto e
sostegno ai bisogni della famiglia e non soltanto un luogo in cui si parla esclusivamente
di interruzioni di gravidanza, di aborto e così via. Un luogo di ascolto dei problemi
e anche, in senso lato, un luogo per formare le stesse famiglie, attraverso corsi
e proposte di accompagnamento nei problemi e nei momenti più difficili, ad esempio
il dopo maternità. Quindi, un vero servizio alla famiglia, non un servizio sostanzialmente
all’interruzione di gravidanza.