2007-05-25 15:28:40

Conferenza di Firenze sulla famiglia. Don Colmegna: la povertà delle famiglie sta assumendo il volto della normalità


Seconda giornata a Firenze della Conferenza nazionale sulla famiglia, promossa dal governo. Fino a questa sera i lavori si svolgono al palazzo dei Congressi, nell’ambito di 10 sessioni suddivise in 24 gruppi di esperti, con un presidente e un relatore, che domani porterà le conclusioni al plenum della Conferenza. In mattinata, breve relazione introduttiva delle singole aree tematiche, poi l’inizio dei lavori nei singoli settori, che proseguirà fino a sera. Obiettivo è approfondire questioni urgenti in varie sfere di interesse legate alla famiglia ed elaborare proposte. Per i particolari da Firenze, il servizio di Gabriella Ceraso: RealAudioMP3

Le famiglie sono al crocevia di tre grandi questioni culturali e sociali: la responsabilità educativa verso i giovani, la solidarietà tra le generazioni e la sfida della società multiculturale. Così, ieri, il ministro della Politiche Familiari, Rosy Bindi. E oggi a questi tre ambiti sono dedicate altrettante sessioni delle 10 riunite da circa due ore. Sociologi e pedagogisti in questo caso a confronto per capire in che termini le sfide di una società multiculturale e multireligiosa influiscono sulle trasformazioni della famiglia, come si arriva a diventare e a restare famiglia oggi sotto la spinta di mutamenti demografici, bassa fecondità, invecchiamento, oppure come recuperare la responsabilità educativa del nucleo familiare, fondamentale per trasmettere valori, competenze e sentimenti. Ma di famiglia in queste ore si parla anche in termini di diritto: quindi, pari opportunità, valorizzazione della soggettività familiare; in termini di risorse economiche, casa, tariffe e consumi e di welfare. La priorità in economia va alla riforma degli assegni familiari, indistintamente dalla posizione lavorativa delle famiglie e agli sgravi fiscali mirati; per i servizi, al primo posto c’è l’infanzia: più asili nido, adeguati ai livelli europei e controllati dalle regioni. Particolare rilievo hano preso nuove proposte: quali un tribunale e un giudice speciale per la famiglia, un intervento straordinario sull’occupazione delle donne specie al Sud con tutela della maternità e riforma dei congedi parentali. Infine, occhio particolare ad ambiti delicati: sessioni specifiche stanno lavorando alla riforma della legge sugli affidi e al sostegno obbligatorio post-adozione, all’istituzione di un Fondo per le non autosufficienze e al contrasto della pedofilia.

 
“Sono le famiglie le vere protagoniste e ora si deve riflettere su come sostenerle”. Così, il relatore della sessione Famiglie e fragilità, don Virgilio Colmegna presidente della Fondazione "Casa della Carità" per anni legato alla Caritas lombarda. Al microfono di Gabriella Ceraso, don Colmegna ripercorre la fase di avvio dei lavori e le prospettive di questa giornata: RealAudioMP3

R. - Uno degli elementi che sta emergendo è che le famiglie sono diventate protagoniste. Quindi, adesso è il momento della riflessione. Abbiamo davanti a noi un problema molto serio che anche ieri è emerso in tutti gli interventi, con tante sfumature diverse: qualche volta con retorica, qualche volta di sostanza; la famiglia è un asse strategico anche nella lotta alla povertà, nella ridistribuzione per l'equità solidale, nel tema della giustizia, soprattutto anche nella prospettiva etica ed educativa. La famiglia è un soggetto vero, non è un soggetto fatto semplicemente di individui. Pone il "noi" dentro alla società anche in termini di fragilità, di rottura dei legami, pone il senso del tempo ... quindi, tutta questa dimensione forte che dal punto di vista culturale deve essere una realtà di cui dobbiamo diventare anche orgogliosi. Noi cattolici abbiamo posto un problema culturale, che ha dei suoi riflessi di natura politica. Ieri, il presidente Napolitano credo che abbia dato una visione solida, costituzionale, democratica. Ormai tutti dicono: "Senza scontri", ma gli scontri non si fanno proprio perché ci sono i problemi concreti da affrontare.

 
D. - Ecco: nella vostra sessione "Fragilità", rientrano tanti elementi: la famiglia che accoglie persone disabili, la famiglia che ha malati terminali, la famiglia insomma aggravata da tanti pesi. Quali sono le priorità che voi indicherete?

 
R. - Innanzitutto, questo tema forte ed è un approccio di carattere culturale, di una rivalutazione della famiglia, di un sostegno, che nessun intervento può esser fatto colpevolizzando le famiglie. E per questo, soprattutto dal punto di vista della salute mentale, l'associazionismo dei familiari che chiede di non essere solo e chiederà dei servizi pubblici, territoriali, aperti anche il sabato e la domenica, di mettere al centro la persona sofferente.

 
D. - La povertà: un elemento che è stato toccato sia dall'ISTAT sia, ancora prima, da mons. Bagnasco. Secondo lei, come si può contrastare?

 
R. - Spessissimo la povertà è anche una lettura familiare, assume il volto della normalità non più solo il volto dell'emergenza. E quindi, come tale va affrontata ridistribuendo anche delle scelte molto forti, non assistenzialistiche. Credo che questo sia un bisogno strutturale, non possiamo solo tornare all'idea dei pacchi-dono, dei pacchi-viveri che pure, poi, serviranno nelle situazioni di emergenza; la povertà è un dato così ampio, che ha bisogno di affrontare la non-monetizzazione del problema ma la ristrutturazione dei servizi.

 
D. - Lei crede che, qui, non rimarranno solo parole?

 
R. - Io lo spero. Siamo qui anche per questo. Un po' di diffidenza c'è, che è legittima, ma ho trovato però una voglia di stare dentro e di rilanciare questo, che non è un compito di destra, sinistra o centro, ma è una centralità perché la famiglia attraversa tutte le culture, forse questo è diventato un soggetto forte. E credo che su questo ci sia un risultato positivo.







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