Seminario a Roma per lo sviluppo agricolo dell'Africa
Quale sviluppo agricolo per l’Africa? Questo il tema sul quale si dibatte oggi in
Campidoglio, a Roma, nell’ambito di un seminario proposto dalla campagna Europa –
Africa. Tra gli enti internazionali e non governativi che partecipano all’iniziativa,
figura anche la rete di organizzazioni contadine e di produttori agricoli dell’Africa
occidentale. A seguire i lavori c’è per noi Stefano Leszczynski:
Per fare
ripartire davvero l’agricoltura africana l’Unione Europea deve aggiustare il tiro.
A ribadirlo sono le organizzazioni dei contadini e dei produttori agricoli africani
che prendono parte ai negoziati sugli Accordi di Partenariato economico con l’UE.
Questi accordi avviati nel 2003 e la cui conclusione è prevista per il dicembre 2007
spingono fortemente in direzione di una integrazione del continente africano nei mercati
globali. Una strategia che tuttavia non viene ritenuta valida dai contadini africani
che fanno notare come negli ultimi dieci anni non abbia portato risultati apprezzabili.
Ma quali sono le strategie più corrette per favorire lo sviluppo di questo continente
dove vivono 706 milioni di persone? Ci risponde Antoino Onorati,
presidente dell’organizzazione non governativa Crocevia, membro della campagna EuropAfrica:
R.
– Quello che è sbocciato di nuovo è, da una parte, la nascita e il rafforzamento delle
organizzazioni contadine africane. Quindi, oggi c’è un interlocutore con cui discutere
di politiche di sviluppo. Il secondo elemento che emerge con forza, anche nei documenti
ufficiali dell’Unione Europea, è che se vogliamo discutere di agricoltura in Africa
dobbiamo parlare di agricoltura familiare, di piccolissime aziende, dobbiamo parlare
di allevamento nomade, dobbiamo parlare dell’agricoltura africana così com’è, non
come a noi piacerebbe che fosse, una sorta di copia, magari povera, dell’agricoltura
europea.
D. – Quindi, l’ostacolo non è tanto fare
arrivare i prodotti africani in Europa, quanto farli arrivare all’interno dell’Africa…
R.
– Sì, noi, per essere brutali, diciamo che è molto meglio preoccuparsi solo di farli
arrivare all’interno del mercato africano. I prodotti che arrivano in Europa sono
utili se sono un surplus e se sono prodotti che non sono in conflitto con l’agricoltura
che dà da mangiare all’Africa. L’Africa ha capacità produttive sufficienti per nutrire
se stessa ed ha un mercato alimentare interno, un mercato agricolo in crescita. Quindi,
questo mercato deve essere prima di tutto riservato agli agricoltori africani. Se
solo questo fosse garantito, l’Africa sicuramente sarebbe capace di risolvere una
gran parte dei problemi di insicurezza alimentare.