2007-05-21 14:12:22

Forte della sua fede cristiana, il Rwanda costruisca un futuro di pace e fraternità: messaggio del Papa in occasione del 13.mo anniversario del genocidio che sfigurò il Paese africano


La fede cristiana aiuti il popolo del Rwanda a “superare un passato di errori e di morte” e a costruire un “Paese nuovo” fondato sull’unità fraterna e la pace: è l’esortazione di Benedetto XVI, contenuta in una lettera al presidente del Rwanda, Paul Kagame, in occasione del 13.mo anniversario dell’inizio del genocidio, evento commemorato lo scorso 7 aprile. Nel messaggio, reso noto oggi, il Papa si unisce in preghiera ai famigliari delle vittime del genocidio e assicura la sua vicinanza spirituale a quanti hanno sofferto a causa di quel terribile massacro, che ha provocato la morte di centinaia di migliaia di innocenti. Il servizio di Alessandro Gisotti: RealAudioMP3

Guidati dalle autorità politiche e religiose, i rwandesi “si impegnino in maniera più generosa ed efficace in favore della riconciliazione nazionale”: è l’appello di Benedetto XVI, che nella lettera al presidente Kagame chiede anche maggiori sforzi “per la costruzione di un Paese nuovo, nella verità e nella giustizia, nell’unità fraterna e nella pace”. Il Papa assicura la sua vicinanza a quanti sono stati colpiti dal “terribile massacro, senza distinzione di fede, appartenenza etnica o politica”. E ribadisce che la fede cristiana, “se vissuta con coerenza”, può essere “un aiuto efficace per superare un passato di errori e di morte, il cui punto culminante fu il genocidio del 1994”. Allo stesso tempo, rileva il Pontefice, “questa fede rafforza la fiducia nella possibilità offerta a tutti i rwandesi, riconciliati tra loro, di costruire assieme un avvenire migliore”. Un futuro che riscopra “la novità dell’amore che è la sola forza in grado di condurre alla perfezione personale e sociale e di orientare la storia verso il bene comune”. Le motivazioni religiose che sono alla base dell’impegno dei cattolici nella vita quotidiana, aggiunge il Papa, costituiscano “un punto di incontro tra i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà”. Benedetto XVI rammenta infine che la Chiesa “conosce gli effetti del mistero del male”, ma sa anche che la “morte non ha l’ultima parola, perché essa è stata sconfitta dalla morte vittoriosa del Figlio di Dio”.







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