Referendum in Romania sulla destituzione del presidente Basescu
Seggi aperti da questa mattina in Romania per il referendum sull’impeachment del presidente
Traian Basescu, sospeso dall'incarico il 19 maggio con l'accusa di aver violato la
Costituzione. Sono chiamati al voto oltre 18 milioni di elettori. Ma quali sono i
motivi alla base di questa vicenda politica? Salvatore Sabatino lo ha chiesto alla
collega romena Mihaela Iordache, collaboratrice del quotidiano “Avvenire".
R. - I
motivi invocati dai 322 parlamentari di tutti i partiti politici, tranne il partito
del presidente - quello democratico - sono stati abuso di potere e violazione della
Costituzione. Dal canto suo, Traian Basescu, eletto presidente due anni fa, trovatosi
sempre in conflitto con il premier liberale - una volta suo alleato - si considera
una vittima. Basescu accusa i partiti politici di averlo sospeso perché troppo insistente
nella lotta alla corruzione oppure per il fatto di aver condannato pubblicamente il
regime comunista, nel dicembre scorso, nel parlamento di Bucarest.
D. – Nonostante
tutto, secondo i sondaggi, Basescu è ancora il politico più popolare in Romania. Per
la sua destituzione si è dato da fare moltissimo il partito di opposizione social-democratico.
Quali sono gli interessi reali in campo?
R. – Gli interessi reali in campo
sono legati purtroppo agli affari, a conservare la ricchezza finora acquisita e, ovviamente,
a conservare le posizioni importanti in tutta la società romena. E la società romena
è segnata da conflitti di interesse, lotte intestine tra politici provenienti dalla
nomenclatura comunista oppure dagli ambienti vicini ai servizi segreti. Difficile
quindi immaginare oggi un domani tranquillo in Romania, una conciliazione, visto che
tutti i partiti politici, tranne quello democratico, sono contro il presidente Basescu.