2007-05-19 12:46:07

Benedetto XVI alla Fondazione “Centesimus Annus-Pro Pontifice”: l’autentico sviluppo promuove l’uomo nella sua interezza e non privilegia solo gli aspetti economici


“Solo un processo di globalizzazione attento alle esigenze della solidarietà può assicurare all’umanità un futuro di autentico benessere e di stabile pace per tutti”. E’ la convinzione espressa questa mattina da Benedetto XVI ai partecipanti al Convegno della Fondazione Centesimus Annus-Pro Pontifice”, un organismo creato nel 1993 da Giovanni Paolo II allo scopo di promuovere la Dottrina sociale della Chiesa nei settori professionale e imprenditoriale, favorendo l’azione solidale della Chiesa e del Papa nel mondo. Il servizio di Alessandro De Carolis: RealAudioMP3

Due Papi del Novecento, in particolare, hanno dato un’impronta netta al magistero sociale contemporaneo: Paolo VI e Giovanni Paolo II. I titoli delle loro Encicliche, la Populorum Progressio che festeggia i 40 anni e la Centesimus Annus del 1991, presentano a tutt’oggi vette insuperate nella riflessione sul rapporto tra progresso socioeconomico e valori cristiani. Benedetto XVI ha attinto ai concetti di entrambi i documenti per ribadire il proprio pensiero in materia e per ringraziare i circa 350 partecipanti al Convegno internazionale organizzato in questi giorni della Fondazione “Centesimus Annus-Pro Pontifice”, impegnati a realizzare nella quotidianità ciò che la Dottrina sociale della Chiesa enuncia come principi: ovvero - per dirla con l’Enciclica che dà il nome alla Fondazione - che “lo sviluppo non deve essere inteso in un modo esclusivamente economico, ma in senso integralmente umano”. In particolare, Benedetto XVI si è soffermato sui temi affrontati durante il convegno: lo sviluppo economico dei Paesi asiatici - dove peraltro, ha osservato il Papa, le “forti dinamiche di crescita” non “sempre comportano un reale sviluppo sociale” - e i “molti ostacoli e sfide” che fanno stentare un’analoga evoluzione in Africa.

 
Viceversa, ha obiettato Benedetto XVIl “ ciò di cui questi popoli, come del resto quelli di ogni parte della terra, hanno bisogno è senza dubbio di un progresso sociale ed economico armonico e a dimensione realmente umana”:

 
“L’attenzione alle vere esigenze dell’essere umano, il rispetto della dignità di ogni persona, la ricerca sincera del bene comune sono i principi ispiratori che è bene tener presenti quando si progetta lo sviluppo di una nazione. Purtroppo, però, questo non sempre avviene. L’odierna società globalizzata registra spesso paradossali e drammatici squilibri. In effetti, quando si considera l’incremento sostenuto dei tassi di crescita economica, quando ci si sofferma ad analizzare le problematiche collegate al progresso moderno, non escluso l’elevato inquinamento e l’irresponsabile consumazione delle risorse naturali e ambientali, appare evidente che solo un processo di globalizzazione attento alle esigenze della solidarietà può assicurare all’umanità un futuro di autentico benessere e di stabile pace per tutti”.

 
Questi obiettivi sono la ragione stessa di esistenza della Fondazione “Centesimus Annus”. Nel ringraziarne i membri per aver presentato al Papa il “frutto” della loro “generosità”, Benedetto XVI li ha accompagnati con questa esortazione:

 
“Mentre vi incoraggio a proseguire in questo vostro impegno, vorrei ribadire che solo dall’intreccio ordinato dei tre profili irrinunciabili dello sviluppo – economico, sociale ed umano – può nascere una società libera e solidale. Faccio volentieri mio, in questa circostanza, quanto Papa Montini esprimeva con chiarezza appassionata nella sua già citata Enciclica Populorum progressio: 'Se il perseguimento dello sviluppo richiede un numero sempre più grande di tecnici, esige ancor più uomini di pensiero capaci di riflessione profonda, votati alla ricerca di un umanesimo nuovo, che permetta all’uomo moderno di ritrovare se stesso, assumendo i valori superiori di amore, di amicizia, di preghiera e di contemplazione'”.







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