Nasce all'insegna dell'apertura il nuovo governo francese dell'era Sarkozy
Il premier francese François Fillon ha scelto il suo governo. Sette dei quindici ministeri
sono stati affidati a donne. Numero due dell’esecutivo è l'ex premier Alain Juppè,
61 anni, alla guida dello Sviluppo sostenibile, un maxi ministero che raggruppa anche
Trasporti ed Energia. Il servizio, da Parigi, di Francesca Pierantozzi:
Una squadra
snella, femminile e aperta alla sinistra: ecco il governo di apertura di Nicolas Sarkozy,
annunciato questa mattina all’Eliseo dal nuovo segretario generale, Claude Gue’ant.
Il premier François Fillon, nominato ieri, sarà alla guida di un esecutivo di 15 ministri,
di cui sette donne. E non è la sola novità. Piccola rivoluzione: agli Esteri va il
socialista e fondatore di “Médecins sans Frontières”, Bernard Kouchner, il principale
simbolo dell’apertura a sinistra voluta da Nicolas Sarkozy. Immediata la reazione
del partito socialista, che ne ha decretato l’espulsione. “Kouchner non è più membro
del partito”, ha dichiarato il segretario generale, François Hollande. Altra novità
di questo governo, la nomina di Rachida Dati, al ministero della Giustizia: magistrato
di origini algerine e marocchine, 41 anni, con la Dati è la prima volta che un’immigrata
di seconda generazione diventa ministro. Agli Interni un’altra donna, l’ex ministro
della Difesa, Micelle Alliot-Marie. Alla Cultura, Christine Albanel, direttrice del
Castello di Versailles, che diventa anche portavoce del governo. Segno di un’apertura
anche verso il centro, Hervé Morin, l’ex presidente del gruppo parlamentare IDS, il
partito di François Bairou, Morin diventa ministro della Difesa. Nella squadra ci
sarà anche l’ex capo di gabinetto dell’ex premier socialista Lionel Jospin, Jean-Pierre
Juillet, nominato sotto-segretario agli Affari europei. Nel pomeriggio si riunirà
il primo Consiglio dei ministri. (Francesca Pierantozzi, da Parigi, per la Radio Vaticana).
Per
un commento sul nuovo governo francese, Giada Aquilino ha intervistato Domenico
Quirico, corrispondente del quotidiano La Stampa da Parigi:
R. – E’
il governo di Sarkozy più che di Fillon. È un governo che il presidente aveva promesso
e quindi con delle aperture a sinistra: il ministro degli Esteri, Bernard Kouchner
è infatti un “mitterandiano”. Ma non c’è soltanto lui, c’è anche il capo di gabinetto
di Lionel Jospin - ultimo primo ministro socialista – a cui è stato affidato un sottosegretariato
per l’Europa; c’è Eric Besson che fino a poche settimane fa era il consigliere
economico di Ségolène Royal; c’è la concessione femminile, che Sarkozy aveva fatto
durante la campagna elettorale per contrastare proprio la Royal. Ci sono i volti nuovi
del “sarkosismo”, questo mi sembra il dato più importante: una generazione più giovane.
Rachida Dati, ministro della Giustizia, è la figlia di un operaio marocchino
e di una collaboratrice domestica, che è diventata magistrato: l’esempio più visibile
della integrazione quale la concepisce il nuovo presidente, legata quindi al merito,
al lavoro e all’impegno.
D. – Che strategia è quella
di affidare gli Esteri a Kouchner?
R. – La politica
estera in Francia la fa il presidente. Diciamo che Bernard Kouchner ha dei punti che
possono avvicinarsi alla visione della politica estera di Sarkozy. È per esempio un
filoatlantico: è l’unico personaggio di sinistra che è stato infatti favorevole ad
un intervento in Iraq.
D. – A cosa punterà il ministero
dell’Immigrazione e dell’Identità nazionale in un Paese in cui i flussi migratori
dall’estero sono una forte realtà?
R. – L’idea dell’immigrazione
per Sarkozy è quella di una immigrazione scelta, che sia quindi rigidamente regolata.
In effetti c’è il grande problema della riconciliazione di Sarkozy con una certa parte
della Francia, che è quella delle periferie o meglio di una certa parte di esse, perché
le periferie non sono soltanto quelle dei ragazzi che bruciavano le macchine nell’autunno
di due anni fa. Ciò rappresenterà certamente uno dei capitoli più impegnativi nei
suoi cinque anni di presidenza.
D. – Tra i 15 ministeri
c’è pure quello dell’Edilizia abitativa, affidato a Christine Boutin,
impegnata nella difesa della vita...
R. – Quello
della mancanza di alloggio è uno degli altri problemi che dovrà affrontare Sarkozy.
Della questione dei senza casa in Francia si parla dal 1950: l’Abbé Pierre aveva sollevato
il problema nell’immediato dopoguerra.