Storica riunificazione tra la Chiesa ortodossa russa all’estero e il Patriarcato di
Mosca:la soddisfazione di mons. Kondrusiewicz
La Chiesa ortodossa russa all’estero, la Rocor, e il Patriarcato di Mosca si sono
riunificati stamattina, dopo uno scisma durato 80 anni, nella Cattedrale di Cristo
Salvatore della capitale russa. Lo storico evento si è svolto durante una cerimonia
alla quale ha preso parte anche il presidente Vladimir Putin, che nel 2003 aveva consegnato
negli Stati Uniti, al capo della Chiesa ortodossa in esilio, il metropolita Laurus,
un invito del Patriarca Alessio II a visitare Mosca. “L’unità della Chiesa ortodossa
– ha detto Putin – è la precondizione necessaria per l’unità di tutto il mondo russo”.
Ieri il Sacro Sinodo del Patriarcato di Mosca ha approvato l’ultima formalità, l’atto
di comunione canonica con la Chiesa ortodossa russa all’estero. Il capo della nuova
Chiesa riunificata sarà Alessio II, ma la Rocor, pur perdendo la sua indipendenza
canonica, conserverà un’ampia autonomia pastorale ed economico-amministrativa. Lo
scisma risale agli anni venti, in seguito alle persecuzioni religiose del regime sovietico
e ad una guerra civile nella quale l’armata bianca, e con essa gli ortodossi filozaristi,
ebbero la peggio. Parte del clero si stabilì dapprima in Turchia e poi in Serbia,
dichiarandosi Chiesa ortodossa russa all’estero. Lo scissione si consumò ufficialmente
nel 1927, dopo che il Patriarca Sergiy dichiarò fedeltà al regime comunista. Secondo
stime ufficiali, la Chiesa all’estero conta 480 mila fedeli solo negli USA. Per il
Patriarcato di Mosca i due terzi dei 142 milioni di cittadini russi è ortodosso, a
cui bisogna aggiungere altri milioni di fedeli nelle repubbliche ex sovietiche. Ma
sulla storica riunificazione ascoltiamo, al microfono di Philippa Hitchen,
l’arcivescovo della Madre di Dio a Mosca, mons. Tadeusz Kondrusiewicz:
R. – E'
un fatto molto, molto importante perché ogni unificazione avviene nella volontà di
Gesù, perché è Lui a chiedere che tutti siano uniti, anche se in questo caso parliamo
degli ortodossi. Seconda cosa, sono sicuro che la voce della Chiesa ortodossa, che
difende le radici cristiane dell'Europa anche di fronte alle sfide del mondo contemporaneo,
dopo questa unificazione sarà più forte. Terza cosa importante per la Chiesa ortodossa
russa è che oggi tanti russi vivono fuori del Paese e anche loro hanno bisogno della
cura pastorale ed in questo caso la cura sarà più facile. Io, come cattolico, sono
molto soddisfatto, perché finalmente queste due parti della Chiesa ortodossa sono
unite. Auguro alla Chiesa ortodossa russa che sia forte nella proclamazione del Vangelo
di Cristo e nella difesa dei valori e delle radici cristiane del Continente.