Algeria: elezioni politiche sotto la minaccia di Al Qaida
Diciotto milioni di algerini sono chiamati oggi alle urne per eleggere i 389 deputati
dell'Assemblea popolare nazionale, la Camera bassa del Parlamento. Oltre 12 mila i
candidati di 24 partiti e 102 liste indipendenti. E sulla consultazione si allunga
l’ombra di Al Qaida, che ha esortato a boicottare la tornata. Da Algeri, il servizio
di Amina Belkassem: 00:01:51:96
Tra l’indifferenza della popolazione,
la paura di brogli e la minaccia di nuovi attacchi terroristici proseguono, fino a
questo momento senza incidenti, le operazioni di voto in Algeria. Dopo l’attentato
di ieri a Costantina e ad un mese dagli attacchi kamikaze nel cuore di Algeri, siglati
da Al Qaeda per il Maghreb islamico, l’allerta resta massima; non solo nella capitale,
ma in tutto il colosso maghrebino, che con soli 33 milioni di abitanti, il 60 per
cento giovani con meno di 30 anni, è grande quasi otto volte l’Italia. “Perché dovrei
andare a votare? Tanto non cambierà nulla”, ci dice un ragazzo che approfitta della
giornata elettorale per concedersi una gita in famiglia. La sfiducia e l’apatia serpeggiano
nel Paese ricco di gas e petrolio, ma ancora afflitto da un alto tasso di disoccupazione,
secondo alcuni quasi al 70 per cento tra i giovani, e dove il salario minimo è di
circa 120 euro. Domani si conosceranno i risultati di queste terze elezioni libere
nella storia dell’Algeria, dopo il blocco elettorale del 1992. Allora, le prime consultazioni
multipartitiche del Paese furono stravinte al primo turno dal Fronte islamico di salvezza,
ma l’esercito annullò lo scrutinio dando il via alle violenze degli integralisti islamici
armati, che hanno provocato fino ad oggi circa 200 mila morti. Oggi, gli estremisti
islamici, i pentiti, gli ex terroristi scarcerati dalla politica di riconciliazione
di Bouteflika, non hanno potuto candidarsi. Secondo le previsioni si affermeranno
ancora una volta l’ex partito unico Fronte di liberazione nazionale, il liberale raggruppamento
nazionale democratico e gli islamici moderati del Movimento della società per la pace.
Poche centinaia le donne presenti sugli oltre 12 mila candidati. Una novità per questo
appuntamento elettorale: il ritorno dopo il boicottaggio del 2002 del raggruppamento
per la cultura e la democrazia, uno dei principali partiti della Cabilla, la regione
a maggioranza berbera da sempre in conflitto con il potere centrale. Da Algeri,
Amina Belkassem, per la Radio Vaticana.