Tensioni in Pakistan per le proteste a Karachi: i vescovi invocano la pacificazione.
Scontri al confine con l’Afghanistan
Dopo le violenze che hanno caratterizzato tutto lo scorso week end, proseguono gli
scontri a Karachi, in Pakistan: una quarantina di persone sono rimaste uccise da sabato
nelle manifestazioni contro il capo dello Stato, Musharraf, contestato per aver sospeso
il presidente della Corte Suprema, Chaudhry, noto per le sue prese di posizione in
favore della legalità. Ieri è stato ucciso un giudice della stessa Corte. I vescovi
pakistani hanno condannato le violenze, chiedendo una soluzione pacifica alla crisi.
Le tensioni però continuano anche al confine con l’Afghanistan. Tredici i morti fino
a questo momento. Ma perché sono riesplosi ora gli scontri tra Kabul e Islamabad?
Giada Aquilino lo ha chiesto a Elisa Giunchi, docente di Storia e Istituzioni dei
Paesi islamici all’Università Statale di Milano:
Scelto il
successore del leader talebano Dadullah, morto domenica scorsa in Afghanistan. Si
tratta del fratello: il mullah Mohammad. Intanto in un’intervista, probabilmente realizzata
36 ore prima dell’uccisione, Dadullah rivelava di aver addestrato americani e britannici
per attacchi negli Stati Uniti e in Europa. Parte del video è stato mostrato ieri
sera dalla rete americana Abc News.
Sul terreno prosegue la violenza: vicino
Herat, ieri due militari italiani sono stati lievemente feriti a seguito dell’esplosione
di un ordigno. Nella notte, almeno 60 talebani sono rimasti uccisi in un raid aereo
della Nato nella provincia di Kandahar, nel sud del Paese.