Prima giornata di lavori alla Conferenza di Aparecida: l'intervento del cardinale
Péter Erdő, presidente dei vescovi europei
C’è solidarietà e comunione tra le Chiese latinoamericane ed europee, ciò anche per
quegli stessi problemi e quelle stesse difficoltà che esse vivono. Ad evidenziarlo,
ieri, nella prima giornata della V Conferenza dell’episcopato latinoamericano e caraibico
che si sta svolgendo ad Aparecida, in Brasile, il presidente del Consiglio delle Conferenze
Episcopali d’Europa (CCEE), il cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest,
intervenuto ai lavori. Il servizio di Luis Badilla.
“In Europa
- ha detto il cardinale Péter Erdő - molti guardano con speranza e rispetto verso
il mondo latinoamericano, un continente giovane che custodisce valori religiosi ancestrali
molto forti”. Il porporato ungherese ha spiegato che nel Vecchio Continente sono numerose
le istituzioni sociali, che secondo l’opinione comune sono legate all’ordine naturale
voluto dal Creatore, che sembrano perdere importanza e che vengono rifiutate da parte
di non pochi europei. Il cardinale Erdő ha espresso anche solidarietà all’episcopato
latinoamericano e caraibico per il fatto che l’Europa vive situazioni simili a quelle
che caratterizzano l’America Latina. Nelle società europee “e nella vita pubblica,
certi concetti, inclusi alcuni diritti umani acclarati nell’epoca dell’Illuminismo,
sembrano perdere il loro significato originale”, ha detto il porporato, “e, in certe
occasioni, cedono il loro posto ai cosiddetti ‘diritti umani di terza generazione’”.
Il presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa ha aggiunto che al
tempo stesso, il cambiamento politico di 17-18 anni fa, il superamento della divisione
artificiale del continente europeo in due parti, in due sistemi, ha permesso una serie
di esperienze molto profonde, soprattutto tra i cristiani. “In questo senso – ha affermato
il cardinale Erdő – molti storici latinoamericani e europei, hanno rilevato la similitudine
tra la situazione sociale e culturale delle due periferie del mondo occidentale. “Per
noi - ha proseguito l’arcivescovo di Esztergom-Budapest riferendosi alla realtà dell’America
Latina - è una consolazione conoscere la fede dei fratelli e delle sorelle, conoscere
i loro sforzi, la loro esperienza al momento di affrontare le difficoltà e le sfide
del mondo d’oggi in un autentico spirito cristiano”. Il porporato ha terminato il
suo discorso esortando alla preghiera: “Chiediamo al Signore – ha concluso – di poter
restare fedeli all’eredità cattolica ricevuta, alla persona di Gesù Cristo, affinchè,
tutti insieme, con la luce dello Spirito Santo, possiamo trovare le vie per risolvere
in modo cristiano le difficoltà del mondo attuale”.