La crisi afgana rischia di far precipitare la situazione in Pakistan
Sempre più tesa la situazione in Pakistan. Dopo le violenze dei giorni scorsi, che
hanno causato una quarantina di morti al confine con l’Afghanistan, questa mattina
un nuovo duro colpo. Almeno 25 persone hanno perso la vita nell'esplosione di una
bomba in un albergo della città di Peshawar, frequentato da cittadini afgani. Già
nei mesi scorsi la città al confine con l’Afghanistan è stata scenario di numerosi
attentati, messi a punto dai miliziani islamici per protestare contro l'alleanza del
presidente pachistano Pervez Musharraf con gli Stati Uniti sul fronte della lotta
al terrorismo. Ma con le tensioni dei giorni scorsi, la situazione tra i due Paesi
non rischia di precipitare pericolosamente? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Francesca
Marino, direttore della rivista “Stringer Asia”, dedicata al subcontinente indiano:
R. - Tra
i due Paesi, senz’altro. Ma quello che è più preoccupante è che rischia di precipitare
la situazione in Pakistan.
D. - Quali sono i motivi alla base di questo contenzioso?
R.
- Il presidente Karzai accusa il Pakistan di finanziare e di sostenere i talebani.
C’è stato, tra l’altro, anche un Rapporto del Ministero degli esteri britannico -
un rapporto non formale - in cui si diceva che molto probabilmente sono i Servizi
segreti pakistani a finanziare i talebani e si chiedeva addirittura lo scioglimento
dell’ISI, l’Inter Service Intelligence del Pakistan. Tra i due Paesi, tra l’altro,
c’è anche un contenzioso di confini, ora peggiorato dal fatto che ultimamente il presidente
Musharraf sta rinforzando le difese, mettendo praticamente il filo spinato alla frontiera,
rendendo quindi un confine provvisorio come definitivo.
D. - L’Afghanistan
ha condannato lo sconfinamento anche delle truppe pakistane. C’è, secondo te, il pericolo
di conseguenze destabilizzante per l’intera regione?
R. - Sì, certamente. Anche
se le truppe pakistane sconfinano da anni e soprattutto lasciano sconfinare i talebani.
Certo che il pericolo c’è, ma c’è ormai da mesi.