2007-05-15 14:37:39

Al centro di un convegno a Roma l'incidenza sociale dei carismi della vita consacrata


L’apostolato che le persone consacrate svolgono nelle varie realtà sociali di oggi è il segno della comunione e della fraternità vissuta nelle comunità religiose. E' quanto ha evidenziato recentemente padre Fabio Ciardi, missionario oblato, intervenuto ad un convegno organizzato a Roma, presso il Clarentianum, dal Movimento dei Focolari sul tema “Carismi in comunione nella Chiesa per la città”. Ma che cosa testimoniano nel mondo contemporaneo i carismi della vita consacrata? Tiziana Campisi lo ha chiesto allo stesso padre Ciardi: RealAudioMP3


R. - I carismi della vita consacrata sono la progressiva incarnazione del Vangelo nella storia. E’ proprio il Vangelo che si fa vita e che penetra del divino, l’umanità. La domanda è: “La vita consacrata è capace anche oggi di dedicarsi alla società, di incidere sulla società, sulla città?” Possiamo dire che ad esempio il carisma dei Focolari, molto spirituale, ha avuto e sta avendo una grande incidenza, un grande impatto sulla società. Quando Chiara Lubich ha iniziato nella sua piccola città di Trento l'opera poi sfociata nel Movimento dei Focolari, già aveva l’idea di risolvere il problema sociale della sua città. Poi ha creato le “Mariapoli”, piccoli bozzetti, cioè, di città nuova; un’idea nata quando un giorno, nel ’61, lei guardava la cittadella benedettina di Einsiedeln in Svizzera. I benedettini già avevano creato queste piccole città ideali dove si svolgevano tanti lavori, con tante persone attorno alla grande chiesa, e lei guardando questa cittadella benedettina, questo santuario di Maria, disse: “Dovrebbero nascere delle città come queste, in cui il divino è in rilievo ma in cui ci sono anche tutte le attività sociali, economiche, politiche, di una grande città".

 
D. – Quali sono i frutti della vita di un consacrato?

 
R. – Quando si parla di un consacrato, tanti pensano immediatamente a persone lontane dalla società, ai monaci che si sono ritirati nei loro monasteri. Di fatto anche queste persone hanno una forte incidenza sociale: nei monasteri confluiscono tante persone che sono alla ricerca di una identità, di una pace interiore ma poi c’è tutta la vita attiva. Basti pensare alle suore. Oggi le suore le troviamo dappertutto: con i bambini negli asili, accanto agli ammalati nelle corsie degli ospedali, sono quelle che vanno nelle famiglie in caso di necessità, che aiutano i genitori. Lo specifico di una religiosa è aiutare concretamente la gente mettendo in questo un’anima. E' quello di cui c’è bisogno nei servizi sociali. I servizi ci sono in una società, ma spesso sono anonimi, non vengono offerti con quella stessa passione e con quello stesso interesse per la persona che un religioso o una religiosa nutrono. Una persona consacrata quando serve vede nell’altro Gesù.

 
D. – Che tipo di testimonianza offrono i consacrati?

 
R. – Esternano il senso della fraternità. C'è una grande sete di comunione oggi, c’è bisogno di ricreare i legami all’interno della famiglia, dell’ufficio, tra i partiti, allo stadio. Tipico della vita consacrata è proprio l’esercizio della comunione e quindi penso che un altro contributo specifico dei religiosi - oltre a quello di riportare i valori evangelici, oltre a quello della vicinanza partecipe alla gente - è questa capacità di immettere nella realtà di oggi il senso della fraternità, è quello di creare fraternità.







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