Indagini, in Ucraina, su un presunto traffico di neonati venduti come “aborti”
per ottenerne organi e cellule staminali
Il Consiglio d'Europa si sta interrogando, in un Rapporto ancora riservato, sulla
scomparsa di duecento neonati dalle sale parto dell’Ucraina: lo rivela un’inchiesta
del Corriere della Sera, secondo cui si sospetta un turpe traffico di bambini per
la vendita di organi, tessuti e cellule staminali. Intanto, nell’ex Repubblica sovietica,
attivisti per i diritti umani chiedono di sapere che cosa succeda a tre mila neonati
ogni anno: le mamme li sentono piangere alla nascita, gli obitori ne certificano la
morte, eppure, secondo i registri delle sale parto e dei cimiteri, non esistono e
i loro cadaveri scompaiono. Secondo il Corriere della Sera, molto spesso le mamme
ucraine scelgono di non andare a partorire in ospedale per evitare di perdere i figli,
che nei registri dell’obitorio vengono registrati come aborti e quando vengono ritrovati
portano evidenti segni di interventi esterni. Due medici, intanto, sono scappati da
Kiev e stanno chiedendo asilo politico in Irlanda, perché hanno paura di essere uccisi
proprio per aver dato voce all'orribile sospetto. In Ucraina, il Corriere della Sera
è venuto in possesso di un documento della Procura generale di Kiev in cui si chiede
l'aiuto dei servizi segreti per il proseguimento delle indagini, vista anche la misteriosa
morte di due testimoni chiave. Ma da quando è stato redatto il documento, invece di
ricevere l'aiuto degli 007, il magistrato si è visto togliere il caso. E le morti
sospette sono diventate sei. (R.M.)