2007-05-14 14:05:36

Il Papa è rientrato a Castel Gandolfo dal Brasile. Ad Aparecida Benedetto XVI invita a porre al centro Gesù per costruire una società giusta evitando gli errori distruttivi del marxismo e del capitalismo


Benedetto XVI è rientrato oggi a Roma dal Brasile: l’aereo papale, un Boeing 777 dell’Alitalia, è atterrato all’aeroporto di Ciampino alle 12.25. Il Pontefice si è subito trasferito nella sua residenza di Castel Gandolfo, dove trascorrerà alcuni giorni prima di tornare in Vaticano venerdì prossimo. Questo mercoledì dunque non ci sarà la consueta udienza generale.
 “Indimenticabile”: cosi’, ieri sera nella cerimonia di congedo all’aeroporto di San Paolo, Benedetto XVI ha definito il suo primo viaggio apostolico in Brasile, iniziato il 9 maggio scorso. E davvero indimenticabili sono stati i tanti incontri e le celebrazioni a San Paolo come ad Aparecida. Momenti sempre accompagnati dall’affetto dei fedeli, da un entusiasmo spontaneo che ha colpito il Santo Padre. Ieri, poi, il viaggio di Benedetto XVI ha assunto una valenza continentale con l’intervento d’apertura alla V Conferenza generale dell’Episcopato dell’America Latina e dei Caraibi. Sull’ultima giornata del sesto viaggio apostolico internazionale del Papa, il servizio del nostro inviato Alessandro Gisotti: RealAudioMP3
Tende a certeza de que levo a todos no meu coração, donde brota…
“Siate certi che vi porto tutti nel mio cuore”: con queste parole, piene di affetto, il Papa ha salutato il popolo del Brasile e di tutta l’America Latina. Benedetto XVI ha ringraziato il Signore per avergli consentito di vivere ore “intense ed indimenticabili”. Ed ha aggiunto: “Nella mia memoria rimarranno per sempre incise le manifestazioni di entusiasmo e di profonda pieta’ di questo popolo”. Anche ieri, come nei quattro giorni precedenti qui in Brasile, la visita del Pontefice ha offerto avvenimenti di grande valore per la Chiesa di tutta l’America Latina.
 
(Canti – Vespri)

 Prima della partenza, l’evento piu’ atteso del viaggio: l’apertura della V Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano e dei Caraibi, nel Santuario di Aparecida, nell’ambito della celebrazione dei Vespri. L’America Latina, “Continente della speranza”, sia anche il “Continente dell’Amore”: è stata la viva esortazione di Benedetto XVI, che nel suo discorso all’episcopato latinoamericano e dei Caraibi ha indicato le grandi sfide che la Chiesa di questo Continente dovrà affrontare nei prossimi anni. Il Papa ha ricordato, innanzitutto, che è l’incontro con Cristo nell’Eucaristia, centro della vita cristiana, a suscitare “l’impegno dell’evangelizzazione e la spinta alla solidarietà”.
 Sólo de la Eucaristía brotará la civilización del amor...
“Solo dall'Eucaristia – ha detto il Papa - germoglierà la civiltà dell'amore che trasformerà l’America Latina ed i Caraibi così che, oltre ad essere il Continente della Speranza, sia anche il Continente dell'Amore!”. Un discorso articolato e appassionato, quello di Benedetto XVI, che, ha svolto la sua riflessione partendo da un’analisi della situazione della fede cristiana in America Latina:  La fe en Dios ha animado la vida y la cultura de estos pueblos…
“La fede in Dio – ha detto – ha animato la vita e la cultura di questi Paesi”, negli ultimi cinque secoli. Quella stessa fede, ha avvertito, deve oggi “affrontare serie sfide”, giacché sono in gioco “lo sviluppo armonico della società e dell’identità cattolica dei suoi popoli”. Per questo, i fedeli cattolici devono sempre più prendere coscienza della loro responsabilità ad essere “discepoli e missionari di Cristo”. Il Papa ha affermato che “l’annuncio di Gesù e del suo Vangelo” non ha comportato “un'alienazione delle culture precolombiane, né fu un'imposizione di una cultura straniera”. In ultima istanza, ha detto, “solo la verità unifica e la sua prova è l'amore”. Per questo motivo, essendo Cristo “l'amore fino alla fine”, “non è estraneo ad alcuna cultura né ad alcuna persona”. Ecco allora che “l'utopia di tornare a dare vita alle religioni precolombiane, separandole da Cristo e dalla Chiesa universale, non sarebbe un progresso, bensì un regresso”. Il Papa ha lodato la ricca e profonda religiosità popolare dei popoli latinoamericani. Religiosità che va protetta e, “quando fosse necessario”, purificata. Ha così rivolto il suo pensiero al percorso tracciato dalla prima Conferenza di Rio de Janeiro a quella di Aparecida: Los Pastores quieren dar ahora un nuevo impulso a la evangelización…
“I Pastori – ha detto – vogliono dare ora nuovo impulso all’evangelizzazione, affinché questi popoli continuino a crescere e maturare nella loro fede”, per essere testimoni di Gesù “con la propria vita”. Ha così parlato del fenomeno della globalizzazione, che, accanto ad alcuni vantaggi, comporta però “il rischio dei grandi monopoli e di trasformare il lucro in valore supremo”. Anche la globalizzazione, è stato il suo monito, “deve essere guidata dall’etica”, mettendosi al “servizio della persona umana”. Il Pontefice ha riconosciuto che in America Latina la democrazia ha registrato dei progressi ma permane la preoccupazione davanti a “forme di governo autoritario o soggette a certe ideologie che si credevano superate e che non corrispondono con la visione cristiane dell’uomo e della società”. D’altra parte, il Papa ha avvertito che “l’economia liberale” deve tenere presente l’equità, poiche’ “continuano ad aumentare i settori sociali” oppressi dalla povertà. Si percepisce, ha proseguito, un “certo indebolimento della vita cristiana”, dovuto al secolarismo e al proselitismo di sette e nuove espressioni pseudoreligiose. Di fronte a queste “nuove difficili scelte”, ha esortato tutti ad impegnarsi ad una rivitalizzazione della fede in Cristo, attraverso nuovi “progetti pastorali creativi”. Benedetto XVI ha, così, affrontato il tema della Conferenza:
 Pues ser discípulos y misioneros de Jesucristo…
“Essere discepoli e missionari di Gesù Cristo”, ha avvertito, “suppone che si sia profondamente radicati in Lui”. La priorità della fede in Cristo, ha spiegato, non vuole però essere un abbandono “dei grandi problemi economici, sociali e politici dell’America Latina”, una fuga dalla realtà verso un mondo spirituale. Ma cosa è in definitiva questa realtà, si è chiesto il Santo Padre. Sono forse solo i beni materiali? Questo, ha affermato, è proprio il “grande errore delle tendenze dominanti nell'ultimo secolo, errore distruttivo, come dimostrano i risultati tanto dei sistemi marxisti quanto di quelli capitalisti”. Solo chi riconosce Dio, ha aggiunto, può “rispondere in modo adeguato e realmente umano”. Se non conosciamo Dio in Cristo, ha detto ancora, “non c’è via e non essendoci via, non ci sono né vita né verità”. Per conoscere e seguire realmente Cristo, ha costatato, è “indispensabile la conoscenza profonda della Parola di Dio”. Di qui, l’esortazione ai pastori a “sforzarsi di farla conoscere”, intensificando “la catechesi e la formazione nella fede”. Il Pontefice ha anche indicato nei mezzi di comunicazione dei sistemi per “comunicare efficacemente il messaggio di Cristo”, ricordando che “l’evangelizzazione si è sviluppata sempre insieme con la promozione umana e l’autentica liberazione cristiana”. Quando il discepolo è “innamorato di Cristo”, è stata la sua riflessione, non può smettere di annunciare il suo messaggio salvifico al mondo. Benedetto XVI ha, dunque, rivolto il pensiero alla questione sociale in America Latina:
 Los pueblos latinoamericanos y caribeños tienen derecho a una vida plena…
“I popoli latinoamericani e dei Caraibi”, ha detto, “hanno il diritto ad una vita piena”, “liberi dalle minacce della fame e da ogni forma di violenza”. Serve, perciò, uno sviluppo autentico, integrale, che “sopprima le gravi disuguaglianze sociali”. Ma come la Chiesa può rispondere alla grande sfida della povertà, si è domandato il Papa. Capitalismo e marxismo, ha rilevato, “promisero di trovare la strada per la creazione di strutture giuste”. Una promessa ideologica “che si è dimostrata falsa”. Dove il sistema marxista è andato al governo, “non ha lasciato solo una triste eredità di distruzioni economiche ed ecologiche, ma – ha evidenziato – anche una dolorosa distruzione degli spiriti”. E la stessa cosa, vediamo anche in Occidente, dove “cresce costantemente la distanza tra poveri e ricchi e si produce un'inquietante degradazione della dignità personale”. Sono necessari dei valori fondamentali, ma se Dio è assente, ha avvertito, “questi valori non si mostrano con tutta lo loro forza”. D’altro canto, ha ribadito che “il lavoro politico non è competenza immediata della Chiesa”; il rispetto di una “sana laicità” è, infatti, essenziale “nella tradizione cristiana autentica”. Si la Iglesia comenzara a transformarse directamente en sujeto político…
“Se la Chiesa cominciasse a trasformarsi direttamente in soggetto politico – è stato il monito del Papa – non farebbe di più per i poveri e per la giustizia, ma farebbe di meno, perché perderebbe la sua indipendenza e la sua autorità morale, identificandosi con un'unica via politica e con posizioni parziali opinabili”. La Chiesa, ha aggiunto, è “avvocata della giustizia e dei poveri”, proprio perché “non si identifica coi politici né con gli interessi di partito”. Solo essendo indipendente può “orientare le coscienze ed offrire un'opzione di vita che va oltre l'ambito politico”. In questo settore, ha ribadito la vocazione fondamentale della Chiesa è “formare le coscienze” ed “educare alle virtù individuali e politiche”. Dal canto loro, laici cattolici “devono essere coscienti delle loro responsabilità nella vita pubblica; devono essere presenti nella formazione dei consensi necessari e nell'opposizione contro le ingiustizie”. Papa Benedetto ha poi enumerato gli altri campi prioritari per il rinnovamento della Chiesa latinoamericana a partire dalla famiglia:
 La familia, “patrimonio de la humanidad”, constituye uno de los tesoros…
“La famiglia – ha affermato – patrimonio dell’umanità, costituisce uno dei tesori più importanti dei Paesi latinoamericani”. Ancor più oggi, in un tempo nel quale soffre per “situazioni avverse provocate” dal relativismo etico, dalla povertà e dalle “legislazioni civili contrarie al matrimonio” che favoriscono gli anticoncezionali e l’aborto. Il Papa ha criticato la “mentalità maschilista” ancora presente in alcune famiglie dell’America Latina ed ha ribadito il ruolo fondamentale della donna per il futuro della società. Ha infine messo l’accento sull’urgenza di una “pastorale familiare intensa e vigorosa” così come sulla necessità di politiche che rispondano ai diritti della famiglia. Benedetto XVI ha poi rivolto il pensiero ai sacerdoti, chiamati ad essere “i primi promotori del discepolato e della missione”. Per compiere questo servizio, ha affermato, il sacerdote “deve avere una solida struttura spirituale e vivere tutta la sua vita animato dalla fede, dalla speranza e dalla carità”. Quindi, ha riconosciuto il grande valore della testimonianza dei religiosi e consacrati che in un mondo che ricerca innanzitutto il piacere, ricordano che il “Regno di Dio è già arrivato”. Ai laici, ha chiesto di sentirsi “corresponsabili nella costruzione della società” ispirandosi al Vangelo. Poi, ha dedicato l’attenzione alla gioventù:
 Os jovens encaram a existência como uma constante descoberta…
“I giovani – è stata la sua esortazione – devono affrontare la vita come una continua scoperta, senza lasciarsi irretire dalle mode”, ma procedendo “con una profonda curiosità sul senso della vita” e sul mistero di Dio. I ragazzi, ha aggiunto, si oppongano ai facili miraggi della felicità immediata così come alla droga, all’alcool e ad ogni forma di violenza. L’intervento di Papa Benedetto si è concluso con una toccante invocazione al Signore, segno del suo amore per la Chiesa e per il popolo dell’America Latina:
 Quédate, Señor, con aquéllos que en nuestras sociedades …
“Resta, Signore, con quelli che nelle nostre società sono più vulnerabili; resta con i poveri e gli umili, con gli indigeni e gli afroamericani, che non sempre hanno trovato spazio e appoggio per esprimere la ricchezza della loro cultura e la saggezza della loro identità. Resta, Signore, con i nostri bambini e con i nostri giovani, che sono la speranza e la ricchezza del nostro Continente”.
 ¡Fortalece a todos en su fe para que sean tus discípulos y misioneros!
“Fortifica tutti nella fede, affinché siano i tuoi discepoli e missionari!”. Dal canto suo, il presidente del CELAM, il cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa, ha assicurato l’impegno a dare un nuovo slancio missionario alla Chiesa del Continente, dove vive quasi la meta’ dei cattolici di tutto il mondo. Al porporato il Santo Padre ha donato uno splendido trittico di arte peruviana raffigurante al centro l’Ascensione del Signore ed, ai lati, Gesu’ con i discepoli e l’immagine di San Juan Diego di Guadalupe.
 
Da Aparecida, Alessandro Gisotti, Radio Vaticana
 

 
 







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