200 mila persone alla Messa presieduta dal Papa ad Aparecida
La prima parte dell’ultima giornata di Benedetto XVI in Brasile si era caratterizzata
per la grande Messa di inaugurazione della Conferenza di Aparecida. Nel piazzale davanti
al Santuario mariano, di fronte ad almeno 200 mila pellegrini provenienti da tutto
il Brasile, ma anche dal resto del Continente, il Papa ha ribadito con forza che e’
la fede in Gesu’ Cristo il piu’ grande patrimonio dell’America Latina. Il saluto al
Papa e’ stato rivolto dell’arcivescovo di Aparecida, mons. Raymundo Damasceno Assis,
che nella Solennità della Madonna di Fatima ha messo l’accento sul ruolo della donna
nell’evangelizzazione dell’America Latina. A seguire per noi la Messa di Aparecida,
c’era il nostro inviato in Brasile, Alessandro Gisotti:
Canti
E’
la “fede in Dio Amore” il “patrimonio più prezioso dell’America Latina”. Nella grande
Messa ad Aparecida, Benedetto XVI ha esortato tutti i fedeli, dai pastori ai consacrati,
dai movimenti ecclesiali alle famiglie ad essere discepoli e missionari di Gesù Cristo.
La solenne celebrazione, nel “cuore mariano del Brasile”, come ha sottolineato Benedetto
XVI, si è svolta in un clima di grande festa, a tratti di commozione. L’omelia del
Santo Padre è stata preceduta dai cori dei fedeli, che hanno invocato a più riprese
il nome del Papa:
Bento, Bento!
Affetto
entusiasmante al quale il Papa ha risposto affermando: “Non ci sono parole per esprimere
la gioia di trovarmi” qui con voi. Ed ha ribadito che proprio l’Eucaristia, la carità
di Cristo, può fare della Conferenza dell’episcopato latinoamericano e dei Caraibi,
“un momento di grazia per questo Continente e per il mondo intero”. Il Papa ha messo
l’accento sull’importanza del “discernimento comunitario” nell’affrontare le grandi
problematiche della Chiesa. E ricordando l’approssimarsi della Pentecoste, ha invitato
i fedeli a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, che “aiuta la comunità cristiana
a camminare nella carità verso la piena verità”:
Pareceu
bem ao Espírito Santo e a nós ... “Lo Spirito Santo e noi”. Questo,
ha detto, è la Chiesa: “noi, la comunità credente, il Popolo di Dio, con i suoi Pastori
chiamati a guidarne il cammino; insieme con lo Spirito Santo”. Proprio lo Spirito
consolatore, ha proseguito, “ci fa vivere alla presenza di Dio”, “liberi dal turbamento
e dal timore” e con la pace di Gesù nel cuore. Una pace “che il mondo non può dare”.
Si è quindi soffermato sulla missione di Cristo, “compiuta nell’amore”. E’ l’Amore
“che dà la vita”. Per questo, è stata la sua esortazione, “la Chiesa è inviata a diffondere
nel mondo la carità di Cristo, perché gli uomini e i popoli “abbiano la vita e l’abbiano
in abbondanza”. A Igreja se sente discípula e missionária
desse Amor … “La Chiesa - ha affermato – si sente discepola e missionaria
di questo Amore”. Missionaria, ha spiegato, “solo in quanto discepola, cioè capace
di lasciarsi sempre attrarre con rinnovato stupore da Dio, che ci ha amati e ci ama
per primo”. D’altro canto, ha tenuto a ribadire che “la Chiesa non fa proselitismo”,
ma si sviluppa “piuttosto per “attrazione”: come Cristo “attira tutti a sé” con la
forza del suo amore, culminato nel sacrificio della Croce”. Allo stesso modo, “la
Chiesa compie la sua missione nella misura in cui, associata a Cristo, compie ogni
sua opera in conformità spirituale e concreta alla carità del suo Signore”.
Éste
es el rico tesoro del continente Latinoamericano… “Ecco il tesoro inestimabile
di cui è ricco il Continente latinoamericano”, ha affermato, “ecco il suo patrimonio
più prezioso: la fede in Dio Amore, che in Gesù Cristo ha rivelato il suo volto”.
Gesù è la vostra forza, ha aggiunto. “Una forza che vince il mondo, la gioia che nulla
e nessuno potrà togliervi”. Ésta es la fe que hizo
de Latinoamérica el “Continente de la Esperanza”… “E’ questa fede che
ha fatto dell’America il “Continente della speranza”, ha ribadito il Papa, “non un’ideologia
politica, non un movimento sociale, non un sistema economico”. E’ “la fede in Dio
Amore, incarnato, morto e risorto in Gesù Cristo, l’autentico fondamento di questa
speranza che tanti frutti magnifici ha portato, dall’epoca della prima evangelizzazione
fino ad oggi”. Ha così ricordato che Giovanni Paolo II ha chiamato i fedeli latinoamericani
“ad una nuova evangelizzazione”. Un mandato, ha detto ai fedeli, che vi confermo richiamando
il tema della Quinta Conferenza: “Siate fedeli discepoli, per essere coraggiosi ed
efficaci missionari”. Parlando, poi, della Gerusalemme celeste, “icona della Chiesa
tutta santa e gloriosa”, ha avvertito che “contemplarla e desiderarla”, “non deve
costituire motivo di evasione dalla realtà storica in cui la Chiesa vive condividendo
le gioie e le speranze, i dolori e le angosce dell’umanità contemporanea, specialmente
dei più poveri e sofferenti”. Una Chiesa, “animata e mobilitata dalla carità di Cristo”,
ha detto ancora, sprigiona “una forza missionaria irresistibile, che è la forza della
santità”.
(Canto – Regina Caeli)
Dopo
il Regina Caeli, il Papa ha invocato lo Spirito Santo, affinché renda feconda la Conferenza
di Aparecida. Ricordando, poi, che ieri ricorreva la Solennità della Madonna di Fatima,
ha invitato i fedeli a pregare Maria, affinché assicuri il suo sostegno a quanti soffrono
in America Latina. Ha, così, espresso apprezzamento per la “Marcia contro la fame”,
promossa dal Programma Alimentare Mondiale. Infine, suscitando un caloroso applauso,
ha rammentato che ieri la comunità afro-brasiliana celebrava l’abolizione della schiavitù.
Una ricorrenza, ha detto, che deve suscitare una coscienza evangelizzatrice di questa
realtà socioculturale tanto importante per il Brasile. Nella moltitudine di fedeli,
che ha partecipato alla Messa, colpiva la presenza di tante mamme con i loro neonati
in braccio: questo è, davvero, il Continente della Speranza!