Un milione di persone in Piazza San Giovanni per il "Family Day"
Una enorme adunata di famiglie, anche al di là delle migliori aspettative. Questo
si è rivelata la manifestazione “Più famiglia”, il cosiddetto Family Day, che si è
svolta ieri pomeriggio a Roma, in Piazza San Giovanni in Laterano. Centinaia di migliaia
di persone, famiglie arrivate da tutta Italia, che hanno riempito fino all’inverosismile
la piazza e le vie circostanti. La cronaca e gli interventi del pomeriggio nel servizio
di Alessandro Guarasci:
C’è
la gioia di chi si sente parte di un progetto negli occhi delle famiglie arrivate
a Piazza San Giovanni. Decine di associazioni e movimenti cattolici che hanno portato
a Roma più di un milione di persone. L’esigenza è tutelare la famiglia, ma anche contrastare
il disegno di legge sui DICO, come dice il portavoce Savino Pezzotta:
“Ha
già determinato nell’immaginario collettivo l’idea che vi possa essere nel futuro
una normativa che contempli una pluralità di modelli familiari. Questo non va bene!
(Applausi) Si è determinata una condizione culturale che noi vogliamo recuperare.
Ecco perché minimizzare significa confermare un modello che noi non accettiamo”.
Il
discorso è semplice. Bisogna difendere il matrimonio tra un uomo e una donna:
“Operare
perché sia data centralità culturale, politica e sociale alla famiglia, fondata sul
matrimonio tra un uomo e una donna. Aperto alla fecondità esige che questo legame
sia sostenuto e che si determini una condizione che veda cattolici e laici agire di
concerto”.
Una manifestazione piena di entusiasmo,
ricca di canti e balli, uno spaccato della società italiana, cui hanno partecipato
anche diversi politici. Il ministro della Giustizia e leader dell’Udeur Clemente
Mastella:
"Oggi è una grande festa di
popolo e credo che segni un nuovo orizzonte per la politica italiana, della quale
ognuno dovrà tenere debitamente conto. Qua ci sono persone, donne e uomini, con bambini,
nonni. C’è la famiglia, la sana famiglia italiana, la quale chiede di avere risposte.
Non chiede di non fare per gli altri. Ma delle risposte per le proprie esigenze.
Tra
la folla del "Family Day", Marina Tomarro ha raccolto alcune impresisoni a
caldo dei partecipanti:
R.
- Non siamo qui contro qualcosa, ma a sostegno della famiglia, così come la intende
la Costituzione e così come storicamente si è affermata.
R.
- Siamo qui insieme alle altre famiglie, per testimoniare che la famiglia è importante
prima di tutto per me e poi per la società, perché la famiglia dà solidità, dà certezze,
in particolar modo alla coppia ma anche ai figli: dà un futuro solido, dà sicurezza.
D.
- Cosa vuol dire per lei la parola “famiglia”?
R.
- “Famiglia” vuol dire un nucleo fondamentale su cui è costruita tutta la società.
Quindi, va sostenuta con politiche importanti che lo Stato deve mettere in atto.
R.
- Per me la famiglia è la cosa più importante che ci sia. Dà un senso alla vita.
D.
- In che modo la famiglia dovrebbe o potrebbe essere supportata maggiormente?
R.
- Creando qualcosa di nuovo, affinché ogni famiglia possa sbarcare il lunario non
così come fa oggi. Essere aiutata anzitutto finanziariamente e poi essere sostenuta
nelle scelte, nelle azioni.
R. - Aiutando, per esempio,
le famiglie giovani ad acquistare la prima casa, le famiglie con figli ad avere dei
sussidi nel momento in cui non ce la possono fare. In tutte quelle cose pratiche che
in qualche maniera possano aiutare due giovani che decidono di sposarsi e di avere
figli ad andare avanti nel tempo.
R. - Senz’altro
con politiche più a favore della famiglia. Io ho sei figli e certo non è facile arrivare
a fine mese. Mio marito fa due lavori. Siamo poco aiutati in questo.
Pur
avendo ribadito nella lunga vigilia che lo ha preceduto la propria fondamentale apoliticità,
il Family Day non è stato immune da polemiche a carattere politico. Contrasti dialettici
tra il leader dell’opposizione, Silvio Berlusconi, e il premier, Romano Prodi. Nei
confronti di entrambi, le critiche di colleghi e avversari che hanno invitato a non
strumentalizzare la manifestazione di Piazza San Giovanni. Sul Family Day, si è pronunciato
anche il presidente della CEI, l'arcivescovo di genova, Angelo Bagnasco, che ha definito
la manifestazione di ieri "una testimonianza rispettosa e gioiosa sul valore della
famiglia". Il servizio di Giampiero Guadagni: Il
primo commento ieri è stato quello di Romano Prodi, che da Stoccarda - teatro ha detto
basta alle contrapposizioni tra Guelfi e Ghibellini che hanno rovinato l’Italia per
secoli. Berlusconi, presente al Family Day, ha replicato: i cattolici veri non possono
essere alleati di una sinistra che attacca frontalmente la Chiesa. Controreplica di
Prodi: queste sono parole totalmente estranee allo spirito cattolico. Le schermaglie
dialettiche tra i leader dei due poli non sono piaciute a chi, sia del centrodestra
sia del centrosinistra, era ieri in Piazza San Giovanni. Il presidente UDC Casini
da una parte, i ministri Mastella e Fioroni dall’altra, invitano a non strumentalizzare
il Family Day. Definiscono una caduta di stile quella di Berlusconi, perché i cattolici
sono liberi di stare politicamente dove vogliono. Ma trovano di cattivo gusto anche
il riferimento di Prodi a guelfi e ghibellini, perché in Piazza San Giovanni nessuno
ha pronunciato frasi d’odio e c’è stato massimo rispetto per tutti. Nessuno minaccia
la laicità dello Stato, ha sottolineato da parte sua il presidente di AN, Gianfranco
Fini. Un tema, questo, che è stato al centro della manifestazione di Piazza Navona
denominata “Coraggio laico”, organizzata da radicali e sinistra. Difesa a spada tratta
dei DICO, mentre i ministri che hanno elaborato la legge, Rosy Bindi e Barbara Pollastrini,
insistono: i DICO nulla tolgono alla famiglia e non equiparano i diritti delle coppie
di fatto al matrimonio. Il dibattito sta per spostarsi dalle piazze in parlamento.
Ma a distanza di tre mesi dal varo del Consiglio dei ministri, il provvedimento sui
diritti delle coppie di fatto è ancora in Commissione Giustizia del Senato.