2007-05-13 15:06:55

Il "sì" a un continente solidale nel Messaggio ecumenico che ha chiuso a Stoccarda "Insieme per l'Europa"


“I carismi, doni gratuiti di Dio, ci spingono sulla via della fraternità e della comunione come profonda vocazione europea”. E' un brano del messaggio che ha concluso la seconda manifestazione internazionale ecumenica “Insieme per l’Europa”, svoltasi ieri a Stoccarda con la partecipazione di 8 mila aderenti a oltre 250 movimenti e comunità di varie Chiese dell’est e ovest del continente. “La consapevolezza che le nostre diversità rappresentano una ricchezza e non un motivo di paura e di separazione - sono ancora parole del messaggio - può diventare un segno di speranza ovunque sia in pericolo la convivenza”. Un programma che ha avuto incoraggiamento da messaggi di responsabili di Chiese, di Stato e di governo, di istituzioni europee e da interventi di vescovi di varie Chiese e di politici. Da Stoccarda, il servizio di Carla Cotignoli: RealAudioMP3

 
“Con i vostri movimenti date un volto all’unità dell’Europa”: sono parole del cancelliere tedesco Angela Merkel, nel messaggio rivolto alla manifestazione. Il volto dell’Europa che emerge a Stoccarda, infatti, ha i lineamenti di un nuovo umanesimo e di una nuova cultura, la cultura della comunione. E’ ben espressa dalla solenne Dichiarazione di impegno finale, letta dai giovani. Movimenti e comunità cattolici ed evangelici, ortodossi ed anglicani insieme dicono “sì” alla difesa della vita in tutti i suoi stadi, “sì” alla famiglia legata da un patto indissolubile di amore fra uomo e donna, “sì” al creato con la difesa dell’ambiente, “sì” ad un’economia solidale, alla solidarietà con poveri ed emarginati e lo sviluppo dei Paesi svantaggiati, in particolare l’Africa; “sì” alla pace, con la mediazione nei conflitti, “sì” a città che siano luoghi di solidarietà ed accoglienza, aperte alle diverse culture.

 
Non sono solo punti programmatici, ma l’indicazione di un nuovo sviluppo di quanto è già vissuto nei diversi Paesi d’Europa. Lo ha mostrato, nel pomeriggio, la carrellata di storie personali e di iniziative proprio in questi ambiti. Hanno testimoniato la forza del rinnovamento del Vangelo vissuto. Pure a livello di laboratorio sono state date risposte concrete - e qui citiamo solo qualche esempio - alla crisi della famiglia che rinasce, attingendo in Dio la sorgente dell’amore, ma anche al divario tra ricchi e poveri, colmando anche l’indigenza – non meno grave – di relazioni autentiche, all’impegno a saldare il debito dell’Europa con l’Africa attraverso azioni congiunte per lo sviluppo e la cura dell’AIDS. Nella Dichiarazione finale, c’era anche il “sì” alla collaborazione con istituzioni, forze sociali e politiche. Questa prospettiva si è aperta, in concreto, nel dialogo con il presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi, e con Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione Europea. Profonda la sintonia con il progetto d’Europa da loro prospettato. In suo un passaggio, riguardante alla famiglia, Prodi ha parlato della necessità di politiche coraggiose, che sappiano unire e non dividere, senza le quali il tessuto profondo dell’Europa rischia di perdersi, mentre Barrot ha prospettato il traguardo dell’unità europea come una tappa ed un modello per altri continenti e per forme di governi della comunità mondiale di domani.

 
Questa mattina, l’incontro del gruppo dei promotori di “Insieme per l’Europa”: già si prospetta una nuova tappa, ancora da definirsi nei tempi e luoghi.







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