Il "sì" a un continente solidale nel Messaggio ecumenico che ha chiuso a Stoccarda
"Insieme per l'Europa"
“I carismi, doni gratuiti di Dio, ci spingono sulla via della fraternità e della comunione
come profonda vocazione europea”. E' un brano del messaggio che ha concluso la seconda
manifestazione internazionale ecumenica “Insieme per l’Europa”, svoltasi ieri a Stoccarda
con la partecipazione di 8 mila aderenti a oltre 250 movimenti e comunità di varie
Chiese dell’est e ovest del continente. “La consapevolezza che le nostre diversità
rappresentano una ricchezza e non un motivo di paura e di separazione - sono ancora
parole del messaggio - può diventare un segno di speranza ovunque sia in pericolo
la convivenza”. Un programma che ha avuto incoraggiamento da messaggi di responsabili
di Chiese, di Stato e di governo, di istituzioni europee e da interventi di vescovi
di varie Chiese e di politici. Da Stoccarda, il servizio di Carla Cotignoli:
“Con
i vostri movimenti date un volto all’unità dell’Europa”: sono parole del cancelliere
tedesco Angela Merkel, nel messaggio rivolto alla manifestazione. Il volto dell’Europa
che emerge a Stoccarda, infatti, ha i lineamenti di un nuovo umanesimo e di una nuova
cultura, la cultura della comunione. E’ ben espressa dalla solenne Dichiarazione di
impegno finale, letta dai giovani. Movimenti e comunità cattolici ed evangelici, ortodossi
ed anglicani insieme dicono “sì” alla difesa della vita in tutti i suoi stadi, “sì”
alla famiglia legata da un patto indissolubile di amore fra uomo e donna, “sì” al
creato con la difesa dell’ambiente, “sì” ad un’economia solidale, alla solidarietà
con poveri ed emarginati e lo sviluppo dei Paesi svantaggiati, in particolare l’Africa;
“sì” alla pace, con la mediazione nei conflitti, “sì” a città che siano luoghi di
solidarietà ed accoglienza, aperte alle diverse culture.
Non
sono solo punti programmatici, ma l’indicazione di un nuovo sviluppo di quanto è già
vissuto nei diversi Paesi d’Europa. Lo ha mostrato, nel pomeriggio, la carrellata
di storie personali e di iniziative proprio in questi ambiti. Hanno testimoniato la
forza del rinnovamento del Vangelo vissuto. Pure a livello di laboratorio sono state
date risposte concrete - e qui citiamo solo qualche esempio - alla crisi della famiglia
che rinasce, attingendo in Dio la sorgente dell’amore, ma anche al divario tra ricchi
e poveri, colmando anche l’indigenza – non meno grave – di relazioni autentiche, all’impegno
a saldare il debito dell’Europa con l’Africa attraverso azioni congiunte per lo sviluppo
e la cura dell’AIDS. Nella Dichiarazione finale, c’era anche il “sì” alla collaborazione
con istituzioni, forze sociali e politiche. Questa prospettiva si è aperta, in concreto,
nel dialogo con il presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi, e con Jacques
Barrot, vicepresidente della Commissione Europea. Profonda la sintonia con il progetto
d’Europa da loro prospettato. In suo un passaggio, riguardante alla famiglia, Prodi
ha parlato della necessità di politiche coraggiose, che sappiano unire e non dividere,
senza le quali il tessuto profondo dell’Europa rischia di perdersi, mentre Barrot
ha prospettato il traguardo dell’unità europea come una tappa ed un modello per altri
continenti e per forme di governi della comunità mondiale di domani.
Questa
mattina, l’incontro del gruppo dei promotori di “Insieme per l’Europa”: già si prospetta
una nuova tappa, ancora da definirsi nei tempi e luoghi.