Il Papa in Brasile guida la recita del Rosario al Santuario dell’Aparecida. In mattinata
l’incontro con i giovani della Fazenda de Esperanza: “Gli spacciatori si convertano
all’amore di Cristo” ha detto
Ad Aparecida, un momento di grande significato ecclesiale per il quarto giorno di
viaggio apostolico di Benedetto XVI in Brasile: nel grande Santuario Mariano, il più
visitato del continente latinoamericano, la recita del Santo Rosario guidata dal Papa.
Presenti al rito sacro, migliaia di fedeli dentro il Santuario, e nel piazzale antistante
dove sono stati allestiti dei maxischermi per l’occasione. Tra i partecipanti, anche
sacerdoti, religiosi e seminaristi brasiliani, oltre ai delegati della V Conferenza
generale dell’episcopato dell’America Latina e dei Caraibi, che il Pontefice aprirà
domani con un suo intervento particolarmente atteso. Da Aparecida, il nostro inviato,
Alessandro Gisotti
La Chiesa
del Brasile e di tutta l’America Latina si stringe attorno a Papa Benedetto per un
momento di grande, profonda devozione mariana. Nel grande Santuario di Aparecida,
il Papa sta guidando la recita del Santo Rosario. Il Papa è stato salutato all’arrivo
dall’arcivescovo di Aparecida, mons. Raymundo Damasceno Assis, che dopo l’omelia del
Papa, leggerà una preghiera di affidamento alla Vergine. Imbandierata di vessilli
bianco e gialli, i colori del Vaticano, e tappezzata di poster che danno il benvenuto
al Papa, Aparecida vive davvero con gioia spontanea la presenza del Successore di
Pietro. Tantissimi aparacidensi, senza distinzione di età, indossano magliette con
l’effige di Benedetto XVI, della Madonna di Aparecida, di Giovanni Paolo II. C’è perfino
chi ha messo una maglietta con su scritto Sou catolico, “Io sono cattolico”. L’emittente
TV Aparecida segue 24 ore su 24 ore la visita del Papa, mentre per le strade di questo
piccolo centro non è raro ascoltare l’inno realizzato per il Viaggio: “Benvenuto Benedetto,
il nostro popolo ti accoglie con amore!”
Questo entusiasmo, che accompagna
il Papa in ogni suo spostamento, si è manifestato con particolare evidenza stamani,
quando Benedetto XVI ha visitato la Comunità di recupero per ragazzi tossicodipendenti
Fazenda da Esperanca. “In un certo momento della vita”, ha detto il Papa ai giovani
che lo hanno accolto come un padre, “Gesù viene e bussa, con tocchi soavi, nel profondo
dei cuori ben disposti”. Ma Dio, ha sottolineato, “non costringe” né “opprime la libertà
individuale”, chiede solo l’apertura della nostra coscienza alle aspirazioni più nobili.
Poi, parlando della piaga della tossicodipendenza, il Papa ha rivolto un appello vibrante
a chi semina morte attraverso la droga:
Digo aos que comercializam a droga
que pensem no mal… “Agli spacciatori – è stato il suo forte richiamo – dico che
riflettano sul male che stanno facendo a una moltitudine di giovani e di adulti di
tutti gli strati sociali: Dio chiederà conto di ciò che hanno fatto”. E ai giovani,
ritornati alla vita nella Fazenda da Esperanca, ha consegnato un mandato per il futuro:
Voces
devem ser os embaixadores da esperanca… “Voi dovete essere ambasciatori della speranza!”,
ha esortato il Papa che ha ringraziato Dio per “aver voluto porre tante anime sulla
strada di una speranza rinnovata”. Il Papa ha donato cento mila dollari alla Fazenda.
Dal canto loro, i giovani hanno regalato al Pontefice un “anello della solidarietà”.
La mattina del Papa alla Fazenda da Esperanca era iniziata con la visita alla nuova
Chiesa della comunità. Qui, Benedetto XVI ha rivolto la parola alle Suore Clarisse
che lavorano con i ragazzi. Proprio in luoghi come la Fazenda da Esperanca, ha detto
il Papa, dove tante persone giovani cercano di superare il problema della droga e
dell’alcool si testimonia “il Vangelo di Cristo”.