2007-05-13 14:56:00

Il cilma di fervore che regna ad Aparecida e gli echi della visita del Papa alla "Fazenda da Esperanca" nel commento di padre Federico Lombardi


A pochi minuti dall'inizio degli ultimi impegni ufficiali di Benedetto XVI in Brasile, sono dunque già molti gli avvenimenti che hanno permesso alla popolazione locale, ma anche di tutto il continente latinoamericano, di apprezzare più da vicino la persona di Benedetto XVI e la forza dei suoi insegnamenti. Al microfono di Alessandro De Carolis, la testimonianza del direttore della Sala Stampa vaticana, e nostro direttore generale, padre Federico Lombardi: RealAudioMP3

 
R. - Ad Aparecida, si respira un clima estremamente cordiale ed entusiasta. Bisogna rendersi conto che qui ci troviamo nella capitale religiosa cattolica del Brasile, perché il Santuario è un luogo non solo immenso come dimensioni, ma anche grandissimo come influsso e come devozione, poiché attira persone da tutte le parti di questo grandissimo Paese. E veramente, qui attorno, con il Papa che si muove per le vie di Aparecida in occasione degli eventi - per esempio, ieri sera, andando alla celebrazione del Rosario con i religiosi, con le famiglie - si nota un entusiasmo estremamente grande. Direi che ci stiamo probabilmente avvicinando al culmine spirituale ed emotivo di questa visita, dopo tutti gli eventi precedenti che sono stati bellissimi ma, in un certo senso, hanno caricato anche di intensità un popolo che ha imparato a conoscere il Santo Padre attraverso gli incontri, gli appuntamenti del viaggio e anche le trasmissioni radiotelevisive. Ecco: si avverte il crescere, ora dopo ora, di questo affetto e di questa intensità di preghiera e di festa.

 
D. - Uno dei momenti che certamente ha caricato di intensità il vertice del viaggio è stata la visita di Benedetto XVI alla Fazenda da Esperança, sia per le parole di sostegno e di amore che il Papa ha rivolto ai giovani, sia anche per quel forte monito indirizzato ai trafficanti di droga...

 
R. - Sì, certamente. Ma direi che il cuore del discorso, dell’atteggiamento del Papa è stato quello dell’annuncio dell’amore cristiano, quello contenuto nella Deus caritas est, Dio è amore, il tema dell’enciclica di Benedetto XVI. Un tema che poi si traduce nella pratica e si manifesta nell’esperienza cristiana, nella creatività della Chiesa che affronta i grandi problemi della società di oggi e in particolare i bisogni della gioventù quando si trova in difficoltà, attraverso una motivazione di amore gratuito che è immensamente più efficace di ogni organizzazione sociale o sanitaria che sia priva di questa carica interiore dell’amore. E il messaggio della Fazenda da Esperança è stato rivolto non solo ai giovani della Fazenda ma, come diceva il Papa stesso, a tutte le organizzazioni, a tutte le iniziative che - con uno spirito analogo - tentano di affrontare e di risolvere con fiducia, riaprendo un futuro, i gravi problemi della società di oggi. Certo, il monito c’è stato, però io direi che era assolutamente dominante lo spirito dell’amore e della fiducia nella possibilità di ricreare futuro che l’amore ha.

 
D. - Oltre ai giovani, altre priorità pastorali per il Brasile ma anche per l’America Latina sono state, per così dire, anticipate dal Papa nel discorso che due giorni fa ha tenuto con i vescovi brasiliani. Quali echi si sono avuti di quell’intervento?

 
R. - E' stato un intervento molto ampio, quindi va riletto e rimeditato anche dai vescovi stessi nel loro insieme: ne parlavo con il nuovo presidente della Conferenza episcopale, dom Geraldo, che appunto desidera farne oggetto di riflessione e di discussione con i suoi confratelli. Uno dei temi messi in rilievo è quello di un rinnovato annuncio capace di arrivare alla gente e di attrarla, anche in alternativa alla diminuzione di adesioni alla Chiesa in favore delle sètte: è una cosa che qui si sente molto. In Brasile, si vedono i canali televisivi animati anche da tele-predicatori di diverse sètte evangeliste, e questo confonde certamente la fede del popolo. Credo dunque che questo sia uno dei punti importanti, oltre che, naturalmente, l’impegno cristiano per la soluzione di gravissimi problemi sociali di disuguaglianza e di povertà, sui quali la Chiesa brasiliana ha però già una grande e bellissima tradizione ed impegno. Quindi, riassumendo, direi: sètte religiose, gioventù, progresso umano, sociale e spirituale e giustizia sono le grandi piste lungo le quali la Chiesa brasiliana camminerà.







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