Fatima in festa per i 90 anni dalle apparizioni alla Cova da Iria. Il cardinale Sodano
inviato del Papa alle celebrazioni
Migliaia di fedeli si sono radunati oggi a Fatima, in Portogallo, per ricordare il
novantesimo anniversario della prima apparizione della Madonna a Francesco e Giacinta
Marto e a Lucia Dos Santos. Stamani, il cardinale Angelo Sodano, nella cittadina portoghese
come inviato di Benedetto XVI, ha presieduto una Messa solenne nella chiesa intitolata
alla Santissima Trinità appena costruita. Ed anche in San Pietro, oggi pomeriggio,
sono attese almeno 10 mila persone per celebrare la festa dell Madonna di Fatima.
Migliaia di pellegrini percorreranno in processione via della Conciliazione per radunarsi,
poi, nella Basilica Vaticana e rendere omaggio alla Madre Celeste, nel giorno in cui
molti Paesi celebrano la Festa della mamma. La statua pellegrina della Madonna di
Fatima arriverà con un elicottero e la elebrazione eucaristica sarà presieduta dal
cardinale vicario, Camillo Ruini. Il servizio di Tiziana Campisi:
Era
il 13 maggio del 1917 quando la Madonna affidò a tre pastorelli portoghesi un messaggio
per ogni uomo, ogni donna e ogni bambino. Lucia, Giacinta e Francesco avevano portato
al pascolo un piccolo gregge nella Cova da Iria, nei pressi della cittadina di Fatima,
ed avevano appena recitato il Rosario quando una “Signora più splendente del sole”,
dalle cui mani pendeva un rosario bianco, apparve loro chiedendo di pregare molto.
Quella “Signora” tornò a manifestarsi altre 5 volte, rivelando poi di essere “La Madonna
del Rosario”. Lo ha ricordato il cardinale Angelo Sodano che, nella sua omelia, ha
ripercorso l’intera storia delle apparizioni di Fatima:
“Oggi
si compiono 90 anni dalle apparizioni nella Cova da Iria e noi vogliamo chiedere a
Maria che mostri ancora tutta la sua sollecitudine materna verso gli uomini e le donne
del nostro tempo, talora tentati di dimenticarsi di Dio e di porre il loro cuore nel
vitello d’oro delle fatuità della terra”.
Il porporato
ha sottolineato, poi, che sono in particolare “i figli che vivono in Europa” ad essere
tentati “di dimenticare quella fede che è stata la loro forza nel corso dei secoli”.
“Nei nostri Paesi - ha affermato ancora il decano del Collegio cardinalizio - è in
corso un’apostasia che ci deve preoccupare”. Quindi ha aggiunto:
“Al
cuore immacolato di Maria noi affidiamo oggi le sorti degli uomini e dei popoli del
nostro continente, impegnandoci poi a riportare nel cuore della nostra società quel
lievito del Vangelo che ne ha permeato la storia nel corso dei secoli”.
Ai
tre pastorelli Maria affidò il compito di chiedere al mondo preghiere e penitenze
per la conversione dei peccatori, e in particolare per la Russia, ed ancora rivelò
profezie: il cosiddetto ‘Segreto di Fatima’. La Madonna permise di rivelarne le prime
due parti, chiedendo di non svelare pubblicamente la terza fino a quando i tempi fossero
stati maturi. Il messaggio di Maria era strettamente connesso agli eventi storici
e politici del tempo, le profezie, una a una, si sono realizzate e a Fatima, intorno
al santuario dedicato a Maria, ha visto la luce un grande movimento spirituale da
parte di masse di fedeli sempre più numerosi. “Molti buoni saranno martirizzati, il
Santo Padre avrà molto da soffrire; varie nazioni saranno annientate”: sono queste
alcune delle rivelazioni della Madonna a Francesco e Giacinta, morti pochi anni dopo
le apparizioni, e a Lucia, entrata poi nel Carmelo di Coimbra. Sarà lei a descrivere
dettagliatamente nelle sue memorie i dialoghi con la Vergine e a serbare, fino al
2000, la terza parte del segreto: la visione del “vescovo vestito di bianco” che cade
“come morto” sotto i colpi di armi da fuoco. Suor Lucia muore il 13 febbraio del 2005,
l’anno dopo la sua salma viene tumulata nel santuario dove sono sepolti i cugini.
Il messaggio della Madonna di Fatima è l’invito della Mamma celeste ai suoi figli
a tornare sulla via della luce, a pregare molto, soprattutto con il rosario, e ad
avere coscienza del peccato. È il richiamo di una ‘Madre’ ad un’autentica conversione,
ed oggi, nella festa dedicata a tutte le mamme, non possiamo non ricordare la promessa
di Maria all’umanità: il suo cuore immacolato trionferà, e un mare di grazia sarà
riversato alle anime che a Lei si vorranno consacrare.
Sette
anni fa nel Santuario portoghese, durante la cerimonia di Beatificazione di Francesco
e Giacinta Marto, presieduta da Giovanni Paolo II, il cardinale Angelo Sodano,
allora segretario di Stato, rese nota pubblicamente la terza parte del Segreto di
Fatima. Giovanni Peduto ha chiesto al porporato quale parte del Messaggio lo
colpì maggiormente:
R. -
In quell’occasione, mi ha colpito soprattutto - più che il messaggio in sé - la grande
reazione che esso ha suscitato nella Chiesa, reazione di un grande affetto al Papa.
Era un’ondata di venerazione, lo vedevo sul volto dei pellegrini di fronte al Santuario
di Fatima, di fronte ai quali io parlavo. Veramente, fu la dimostrazione di un grande
amore al Papa: si vedeva in lui la figura del padre, disposto a dare la vita per i
suoi figli. I cattolici del mondo intero videro nel Vicario di Cristo colui che era
assimilato alle sofferenze del suo Signore. Certo, in quell’anno il Papa celebrava
i suoi 80 anni e quindi anche la folla era animata da questa venerazione al Padre
comune. Nel mio discorso, ricordai come la visione di Fatima si riferisse soprattutto
alla lotta dei sistemi atei contro la Chiesa ed i cristiani, e quindi la visione vista
da Lucia era la visione di una Via Sacra di sofferenze di tanti testimoni della fede
che erano guidati dai Papi del XX secolo e quindi, secondo l’interpretazione di Lucia,
il "vescovo vestito di bianco" era il Papa Giovanni Paolo II. Egli era il Papa che
cadeva a terra come morto. Suor Lucia diceva “como morto” - cioè "come morto" nella
bella lingua portoghese - sotto i tiri di un’arma da fuoco. E ciò, ovviamente, suscitò
nei presenti una grande ondata di amore al Papa, visto come il figlio prediletto di
Maria.
D. - Lei, eminenza, è stato per tanti anni
il più stretto collaboratore di Giovanni Paolo II: qual era il rapporto tra Papa Wojtyla
e Fatima?
R. - Il rapporto del compianto Papa Giovanni
Paolo II con la Madonna di Fatima fu molto intenso. Là si recò già nel 1982, l’anno
dopo l’attentato, per ringraziare la Madonna per lo scampato pericolo. E sempre là,
il Papa ritornò poi ben due volte, nel 1991 e soprattutto nel 2000, l’anno del Grande
Giubileo. E nel 2000 soprattutto, mi commuoveva del Papa vedere questa sua tenerezza
nei riguardi della Madonna, il desiderio di mettere nelle mani di Maria le sorti della
Chiesa e dell’umanità, all’alba del terzo millennio cristiano. E poi, non dimentichiamo
che allora Giovanni Paolo II affidò al vescovo di Leira-Fatima quel proiettile che
era rimasto incastrato nella jeep dopo l’attentato, incaricandolo di incastonarlo
nella corona che c’era sul capo della statua di Maria: era un gesto di gratitudine
profonda del figlio verso la Madre.