La storia delle Conferenze generali dell'Episcopato Latinoamericano e Caraibico
Domani il Papa inaugura nel Santuario mariano dell’Aparecida la Quinta Conferenza
generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi. Ma ripercorriamo la storia
di questi importanti appuntamenti della Chiesa latinoamericana. Il servizio di Luis
Badilla: La
Prima Conferenza generale di Rio de Janeiro nel 1955, fortemente voluta da Pio XII,
chiese un maggiore impegno del laicato e della comunità ecclesiale nell'ambito dell'educazione
e della promozione sociale, con particolare attenzione per le popolazioni indigene.
Si parlò anche della penetrazione protestante, del risorgere della Massoneria e delle
pratiche spiritiche. Ma al centro dei lavori c’era il grande problema della scarsità
di sacerdoti e dunque l'impegno pastorale in favore delle vocazioni e la lotta contro
l'ignoranza religiosa di “popoli battezzati ma non catechizzati”, come ebbe a dire
Papa Pacelli. La seconda Conferenza generale si svolse
a Medellín, in Colombia, nel 1968, negli anni del rinnovamento post-conciliare. Sono
anni molti difficili per l’America Latina: militarismo e guerriglie sembrano avere
la meglio, mentre milioni di persone vivono nell’estrema povertà e, apparentemente,
senza speranza. Proprio nel 1968, a Chimbote, in Perú, il sacerdote peruviano Gustavo
Gutiérrez pronuncia la sua famosa conferenza “Verso una Teologia della liberazione”.
Paolo VI presiede l’apertura della Conferenza affermando che se la Chiesa deve “favorire
ogni onesto sforzo per promuovere il rinnovamento e l’elevazione dei poveri” e non
può essere solidale “con sistemi e strutture che coprono e favoriscono gravi ed opprimenti
sperequazioni” d’altra parte non può appoggiare la linea dell’odio e della violenza
ma solo quella della giustizia e della carità in un cammino di fratellanza e di pace.
La
Terza Conferenza si svolge a Puebla, in Messico, nel 1979: è inaugurata da Giovanni
Paolo II, eletto da appena tre mesi. A dieci anni da Medellín la realtà sociale,
economica e politica dell’America Latina e dei Caraibi non è cambiata anzi, per certi
versi, è peggiorata: sono aumentati i governi militari e le prime politiche neoliberiste
hanno accresciuto povertà ed emarginazione. Papa Wojtyla mette al centro Gesù e invita
i vescovi ad avere la piena consapevolezza che il loro principale dovere è quello
di essere maestri della Verità. Non di una verità umana e razionale, ma della Verità
che viene da Dio; che porta con sé il principio dell’autentica liberazione dell’uomo.
E li esorta a vigilare sulla purezza della dottrina, lontano da quelle riletture del
Vangelo che causano solo confusione.
Infine,
la Quarta Conferenza di Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana, si svolge nel
1992, a 500 anni dalla scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo (12 ottobre
1492). E’ sempre Giovanni Paolo II ad inaugurarla: l’idea centrale della Conferenza
è la nuova evangelizzazione la cui conseguenza logica – afferma il Papa – è la promozione
umana, la liberazione integrale della persona. La sollecitudine per il sociale - sottolinea
Giovanni Paolo II - fa “parte della missione evangelizzatrice della Chiesa” ed è
anche “parte essenziale del messaggio cristiano”. Quindi “contrapporre la promozione
autenticamente umana e il progetto di Dio sull’umanità è una grave distorsione, frutto
di una mentalità di ispirazione secolarista”.
Dopo
oltre mezzo secolo dal primo storico incontro dell’Episcopato continentale, domani,
Benedetto XVI darà il via a tre settimane di lavori durante i quali oltre 250 vescovi
parleranno sul tema voluto del Papa: "Discepoli e missionari di Gesù Cristo perché
in Lui i popoli abbiano vita. Io sono la via, la verità e la vita"(Gv 14,6). Alla
fine dell’incontro saranno pubblicati gli orientamenti principali per il piano pastorale
organico della regione e al quale, ogni Episcopato, si conformerà nel rispetto della
propria realtà nazionale. Ad ogni modo, una prima e importante “conclusione” già c’è
e si riferisce alla “Grande missione continentale” che sarà avviata dalla Conferenza.