Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
Nella sesta Domenica di Pasqua, la Liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesù incoraggia
i suoi discepoli e li esorta a non avere il cuore turbato: è Lui a dare la pace, non
il mondo. Ma c’è una condizione:
“Se uno mi ama, osserverà la mia parola
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.
Su
questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo don Massimo Serretti,
docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense: “Se
qualcuno mi ama”: l’inizio del Vangelo di questa domenica ci riporta subito all’essenziale.
La relazione che abbiamo con Gesù Cristo nella sua verità può essere solo una relazione
d’amore. E l’amore nobilita tutto l’essere, pervade tutta l’esistenza, mette in rapporto
attivo con tutto e con tutti, non lascia nulla nella penombra, nella mutezza, nell’imprecisione,
nella freddezza dell’incomunicabilità. Per Teresa di Lisieux fu motivo di scuotimento
nell’amore, quando vide come sua cugina si adoperasse e si desse cura nel preparare
le nozze con il suo futuro marito e si chiese se lei non fosse da meno nel preparare
le nozze con Cristo. L’amore. Non è più sollecito il mondo per le cose del mondo di
quanto non lo siano i cristiani per la fonte stessa di ogni amore? Chi entra per la
porta dell’amore viene introdotto in una storia d’amore. E’ sulla linea di prosecuzione
di questo amore che si collocano le promesse di Gesù, dell’amore del Padre, di venire
a dimorare presso di noi con il Padre e dell’invio dello Spirito Santo. Nella comunione
divina ha la sua sede l’amore, in questa bella pluralità delle Persone divine, che
nel Figlio vengono a noi per assimilarci alla loro familiarità, al loro stesso amore.