Appello della Santa Sede per una maggiore fiducia e cooperazione tra Paesi in vista
della prossima Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare
“E’ sempre più necessario costruire un clima di fiducia e di reale cooperazione nel
campo del disarmo e della non proliferazione nucleari”. Questo l’appello di mons.
Michael W. Banach, osservatore permanente della Santa Sede presso le Organizzazioni
internazionali a Vienna, lanciato al Comitato preparatorio della VIII Conferenza di
revisione del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, che si terrà nel
2010. Servizio di Roberta Gisotti:
Un appuntamento atteso, la Conferenza
che arriverà fra tre anni, non solo per rafforzare i vincoli di quel Trattato “ma
anche per renderlo – ha auspicato mons. Banach - uno strumento più efficace di risposta
alle nuove sfide che continuamente stanno emergendo sullo scenario nucleare”. Del
resto nel mondo, ha osservato il rappresentante vaticano, “c’è una crescente consapevolezza
di quanto gli interessi della sicurezza nazionale siano profondamente connessi con
gli interessi della sicurezza internazionale”. Ma i risultati “insoddisfacenti” della
precedente Conferenza del 2005, devono indurre a riflettere per costruire invece un
“terreno fertile” di intesa. Mons. Banach ha raccomandato anzitutto di riconoscere
i “forti legami che esistono tra il disarmo atomico e la non proliferazione nucleare”,
perché sono aspetti “interdipendenti” che “si rafforzano reciprocamente” ed insieme
formano “uno dei principali strumenti non solo nella battaglia contro il terrorismo
nucleare ma anche nella concreta realizzazione di una cultura della vita e della pace,
in grado di promuovere una via effettiva di sviluppo integrale dei popoli”. Mons.
Banach ha infine ammonito perché nel Comitato preparatorio non prevalgano “gli interessi
individuali a scapito della sicurezza collettiva”, nella convinzione che il Trattato
sia davvero “uno strumento per la promozione della pace”, “pace che non sarà mai raggiunta
una volta per tutte, ma che deve essere continuamente costruita".