La crescita economica non deve portare a maggiori consumi: così mons. Celestino Migliore
in sede ONU
Energia, sicurezza, clima e povertà: quattro incognite sul futuro dell’umanità. Se
ne discute in questi giorni nel Palazzo di Vetro a New York, dove è riunita la Commissione
ONU per lo sviluppo sostenibile. Tra i relatori l’arcivescovo Celestino Migliore,
osservatore permanente della Santa Sede, che ha richiamato tutte le delegazioni degli
Stati alla “massima flessibilità” nel collaborare per tradurre in azioni gli impegni
sottoscritti nell’agenda del Millennio. Il servizio di Roberta Gisotti:
Cambiamenti
climatici e politiche energetiche, lotta alla povertà e strategie di sicurezza: questioni
senza dubbio interdipendenti tanto più se consideriamo – ha osservato l’arcivescovo
Migliore – che “la Terra è la nostra comune eredità ed abbiamo una grave ed ampia
responsabilità verso noi stessi e le future generazioni per le azioni che dobbiamo
prendere qui”. “La complessità di promuovere lo sviluppo sostenibile è evidente a
tutti”, ha sottolineato il presule, ma “ci sono comunque certi principi di fondo che
possono indirizzare la ricerca verso adeguate e durevoli soluzioni. L’umanità deve
prendere sempre più coscienza dei legami tra ecologia naturale, o rispetto per la
natura, ed ecologia umana”. “L’esperienza mostra – ha aggiunto - che la negligenza
per l’ambiente danneggia l’umana coesistenza”, mentre si evidenzia “che c’è un collegamento
positivo da fare tra pace e creazione e pace tra Nazioni.” Ha ricordato
il rappresentante della Santa Sede che non molto tempo addietro il Consiglio di Sicurezza
ha discusso le relazioni tra energia, sicurezza e clima. E mentre nessuno ha concordato
nel dibattito, “noi siamo già testimoni – ha deprecato l’arcivescovo Migliore - delle
battaglie per il controllo delle risorse strategiche come il petrolio o l’acqua dolce”,
sempre più scarse. Ha citato quindi i casi di crescita economica riducendo il consumo
di energia. Tali successi – ha detto – aprono la speranza perché “i nostri correnti
modelli economici non sempre ci obblighino ad usare più e più energia per crescere.
Crescita economica non deve significare più grande consumo”. “I rimedi – ha affermato
– non sono al di là della nostra ingegnosità, ma dovremmo stare attenti a non scegliere
un cammino che peggiori le cose”, specie per i poveri. "Non possiamo semplicemente
reinventare il mondo moderno - ha concluso il presule - ma è oramai tempo di usare
la tecnologia e l’educazione per promuovere universalmente lo sviluppo sostenibile
prima che sia troppo tardi.”