Il Family Day, grande festa della famiglia, non una manifestazione "contro": così
l'organizzatore Domenico Delle Foglie
“Sarà una manifestazione ‘per’ e ‘non contro’. Nella presentazione ieri a Roma del
Family Day di sabato prossimo, dalle 15 in Piazza San Giovanni, i portavoce della
manifestazione, Savino Pezzotta e Eugenia Roccella, hanno sottolineato come la difesa
della famiglia tradizionale “rappresenti un fatto di cultura e civiltà”. “In piazza
ci sarà una folla spontanea di famiglie provenienti da tutto il Paese per partecipare
alla prima manifestazione di piazza dell’Associazionismo laico cattolico italiano.
Non ci saranno barriere ideologiche o religiose”. Le donne islamiche hanno annunciato
l’invio di una rappresentanza “per fermare la poligamia”. Presenti anche i politici,
ma senza bandiere di partito. Al microfono di Luca Collodi, l’organizzatore
della manifestazione a sostegno della Famiglia, Domenico Delle Foglie, già
vicedirettore di Avvenire: D.
- Delle Foglie che manifestazione si annuncia sabato a San Giovanni ?
R.
- Sarà una grande festa della famiglia. Considerate che per i cattolici è davvero
complicato fare le cose contro. Non abbiamo una tradizione che va in questo senso.
Siamo piuttosto dei costruttori, dei cittadini responsabili e intendiamo costruire
il futuro di questo Paese. Siamo convinti che la famiglia rappresenti il futuro dell’Italia
e per ciò sabato sarà una grande manifestazione ‘per’. Significa, sostanzialmente,
rivolgerci al Palazzo, alle Istituzioni per chiedere di tornare a considerare la famiglia
come un soggetto sociale, portatore di interessi e di grandi responsabilità. A fronte
di queste responsabilità, si chiede al Paese di farsi carico delle ragioni della famiglia,
in questo momento, in difficoltà. Direi che, complessivamente, diremo tanti sì. Un
grande sì alla famiglia fondata sul matrimonio secondo il dettato della Costituzione,
sapendo bene che la famiglia ha la sua forza nei figli, cioè nella sua dimensione
di generazione, educazione e di costruzione insieme del futuro del Paese. Si tratterà
di una grande manifestazione laica. Promossa dal laicato cattolico, questo è vero.
Non possiamo infatti nascondere che per la prima volta nella storia repubblicana,
i cattolici chiamano a raccolta il Paese su una piattaforma civile ampiamente condivisa.
Quando ci siamo riuniti il famoso 8 marzo scorso, tutti i leader cattolici, tutti,
laici cattolici e nessun sacerdote, ci siamo chiesti come costruire il ‘per’, il consenso”.
Ce lo siamo chiesti pensando di essere una minoranza. Siamo però convinti di aver
costruito un manifesto di maggioranza del Paese. Perché l’Italia, complessivamente,
ama la famiglia, nonostante tutte le difficoltà. E scrivendo il manifesto abbiamo
usato un linguaggio interamente laico. Ci siamo ancorati alla Costituzione italiana.
Abbiamo scoperto che la Costituzione italiana è un grande manifesto laico per la famiglia.
D.
- Quali sono i contenuti del Manifesto che accompagna la manifestazione per la famiglia
?
R. - Il manifesto indica alcune priorità. Sì alla
famiglia fondata sul matrimonio secondo la Costituzione. Sì alle politiche familiari,
là dove siano in grado di rispondere in un tempo duraturo. Non c’è nulla di peggio
di ciò che è accaduto in Italia con interventi di tipo assistenziale ed emergenziale
anche per la famiglia. Oggi, sono necessarie scelte audaci di lungo periodo. Diciamo,
ovviamente anche un no, un piccolo no. Lo diciamo facendo un ragionamento sul piano
costituzionale. Ci siamo trovati un provvedimento, il DDL Pollastrini-Bindi, che
purtoppo, dico purtroppo, non spazza il campo dai dubbi. Mette in competizione una
forma giuridica diversa con la famiglia prevedendo più diritti e meno doveri. Una
sorta di concorrenza sleale nei confronti della famiglia. Noi vogliamo farci carico
delle ragioni dei conviventi italiani, per cui i nostri leader cattolici hanno sottolineato
l’importanza di essere accoglienti, inclusivi. Nessuno deve sentirsi escluso, nessun
divorziato si deve sentire escluso anche dalla piazza di sabato. Perché noi difendiamo
il matrimonio civile. Guardate, andiamo in quella piazza a difendere il matrimonio
civile, lo ribadisco, non quello religioso. Il matrimonio religioso è affare nostro,
al quale diamo un valore straordinario, lo sappiamo bene, non possiamo tradire la
nostra vocazione, ma difendiamo il valore civile del matrimonio. Per quanto riguarda
i conviventi siamo convinti che ci sono dei bisogni e pensiamo in particolare alle
coppie eterosessuali con figli. Per cui bisogna andare incontro ai loro bisogni.
D.
- Una manifestazione “per” e “non contro”. Come rispondete ai bisogni della comunità
omosessuale ?
R. - Infatti, non escludiamo assolutamente
gli omossessuali. Se si legge attentamente il nostro Manifesto non c’è una parola,
un riferimento negativo verso di loro. Diciamo agli omosessuali conviventi che se
esistono dei bisogni, quei bisogni vanno assecondati, vanno riconosciuti. Al legislatore
cosa chiediamo. Di fare un gesto di coraggio. Cioè di trovare una formula dentro il
Codice Civile perché tutto ciò venga riconosciuto senza creare un problema nei confronti
della famiglia. Lo chiediamo al Parlamento intero. Per questo, sarà una piazza bipartisan.
La politica sa di dover fare un passo indietro.
D.
- Ci sono stati contatti con il mondo politico ?
R.
- Nell’organizzazione dell’appuntamento ho avuto contatti con alcuni politici. E’
stata un’iniziativa emersa per merito di Fassino che ha poi portato all’incontro con
i politici. All’indomani del 19 marzo, il momento in cui abbiamo firmato il Manifesto
“Più Famiglia” e abbiamo scelto i due portavoce Savino Pezzotta ed Eugenia Roccella,
è arrivata la telefonata di Fassino che ci chiedeva di illustrargli la nostra piattaforma.
Da quel momento si è messo in moto un meccanismo per cui i due portavoce ed io come
organizzatore, abbiamo incontrato i leader politici. Fassino, poi l’Udc con Casini,
Forza Italia con Bondi, An con il capogruppo Ronchi e una grossa rappresentanza parlamentare,
l’Udeur con Mastella e poi, Rutelli, dal momento che abbiamo aspettato la fine della
stagione dei congressi. Devo dire che è stata un’esperienza straordinaria, Abbiamo
trovato grande ascolto, grande attenzione. E credo che le buone ragioni di questa
piazza hanno già segnato un solco nelle coscienze della nostra classe dirigente.
D.
- C’è il rischio di qualche strumentalizzazione. I giornali scrivono di un milione
di persone in piazza…
R. - Il rischio di una strumentalizzazione
politica ci può essere. Abbiamo sempre detto che ci aspettiamo 100mila persone in
piazza. Una valutazione basata sulla semplice considerazione che è la prima volta
che i cattolici chiamano a manifestare su una piattaforma civile. Dunque siamo onesti
e realisti. Centomila persone è un successo per noi. Ogni persona in più è grazia
di Dio. Il milione di persone è una sorta di bomba mediatica buttata per dire, guardate
loro hanno un retropensiero. In realtà vogliono un milione di persone in piazza per
dare la spallata. Noi vogliamo solo che l’Italia possa guardare alla famiglia come
soggetto sociale importante. Questa è la questione dei numeri. Poi c’è la questione
politica. Abbiamo avuto precise rassicurazioni da tutti i leader politici che saranno
in piazza a titolo personale, sia i ministri che vorranno venire, sia i parlamentari,
verranno tutti a titolo personale. Ed è stata anche esclusa la possibilità di portare
segni di riconoscimento politico.
D.- Qualcuno critica
la scelta della data, il 12 maggio. Quel giorno, nel ’74 vinse il sì al referendum
sul divorzio. Qualcuno parla di voglia di rivincita.
R.-
Ecco il paradosso. Non è una rivincita sulla data che sancì il 12 maggio 1974 la vittoria
del divorzio al Referendum. E’ una gran balla. Sapete come il mondo cattolico ha una
straordinaria fioritura di appuntamenti. Abbiamo scelto la data meno dolorosa per
noi. Perché dovevamo star lontani dalle elezioni amministrative. Prima c’era stata
la convocazione del Rinnovamento nello Spirito a Rimini ( 30mila persone). Poi gli
esercizi spirituali di Comunione e Liberazione a Rimini (50mila persone). Allora è
stata scelta la data meno dolorosa per tutti, nonostante che il 12 maggio ci sia il
Movimento ecumenico impegnato a Stoccarda, nel quale sono impegnanti i Focolari, che
si divideranno. Un po’ su e un po’ con noi: ma era il danno minore, ed anche i Focolarini
saranno in piazza con noi.
D. – C’è unità tra i Movimenti
cattolici?
R. - C’è un’assoluta unità tra tutti i
Movimenti. E’ un dono del Pontificato che abbiamo alle spalle e dell’attuale. Un grande
dono. Dopo i giovani della GMG ora abbiamo le famiglie della GMG.